Negli ultimi anni un segmento consistente del ceto medio è scivolato verso condizioni di indigenza inedite, in cui anche i problemi più semplici hanno spesso dato luogo a conseguenze sociali drammatiche e imprevedibili. In particolare, l’evaporazione dei legami sociali tradizionali e l’insufficienza della rete di protezione fornita dal welfare pubblico hanno determinato un aumento delle persone in condizioni di vulnerabilità, sia per quanto riguarda il loro numero che la loro natura. Ad esse si rivolge il progetto #Oltreperimetri, realizzato da una rete di attori dell’area del Rhodense (9 comuni dell’hinterland milanese che contano complessivamente 168.251 abitanti) per ampliare, appunto, i perimetri entro cui queste persone possano accedere a sistemi di protezione sociale adeguati alle loro necessità. L’iniziativa è stata realizzata grazie al bando Welfare in Azione 2014 di Fondazione Cariplo, di cui vi abbiamo già raccontato le diverse declinazioni sui territori di Milano, Lecco, Sondrio, Magenta e Lodi.
Obiettivi del progetto: rigenerare la comunità e attenuare le povertà
Poiché le “nuove” persone vulnerabili faticano ad esprimere i propri bisogni, impedendo in tal senso lo sviluppo di risposte adeguate agli stessi, il progetto si propone di aumentare le possibilità per questi soggetti di comunicare le proprie difficoltà anche al di fuori dei consueti canali utilizzati dal sistema dei servizi. In pratica, si vuole sviluppare e diffondere una capacità di lettura e sensibilità alla vulnerabilità con perimetri più ampi rispetto a quelli finora tracciati, provando a restituire alla comunità locale una maggiore attenzione e responsabilità rispetto alle persone in difficoltà.
In questo senso l’intento è quello di “deperimetrare” gli accessi al sistema sociale di sostegno alle persone, ampliando il novero dei contesti dove si esprimono – ed eventualmente affrontano – i problemi, prima che questi approdino presso i servizi sociali tradizionali. Banche, patronati Acli, aziende partecipate e scuole, ad esempio, possono essere luoghi di aggancio al di fuori dei normali canali di accesso, e proprio su questi il progetto vuole compiere un investimento strategico a partire da una adeguata e partecipata formazione di chi ne è protagonista.
Il lavoro di coinvolgimento di attori “non convenzionali”, a cui viene attribuito un ruolo di “recettori” e “segnalatori sensibili” dei problemi delle persone si svilupperà in particolare seguendo due direttrici. Da un lato si punta alla rigenerazione di legami di comunità attraverso un aumento di spazi pubblici, beni comuni e nuovi luoghi “ricettivi”, sensibilizzando i cittadini sui problemi della vulnerabilità. Dall’altro lato si vogliono attenuare gli effetti dell’impoverimento, intervenendo in particolare su tre aspetti: precarietà del lavoro, non sostenibilità dell’abitare ed indebitamento.
Le azioni
Il progetto si svilupperà attraverso cinque azioni principali:
• Indebitamento consapevole: l’azione prevede di costruire in collaborazione con la Banca di Credito Cooperativo degli strumenti finanziari che consentano l’alleggerimento delle situazioni debitorie in cui possono trovarsi singoli e famiglie. L’intento è quello di non intervenire mediante una contribuzione economica, bensì responsabilizzando la persona su un rientro coerente con le proprie effettive possibilità, che renda sostenibile la situazione economica. I beneficiari potranno usufruire dell’accompagnamento di un operatore, in sinergia con i volontari dei locali centri d’ascolto della Caritas decanale.
• Job Community: creazione di 4 sportelli territoriali che, oltre ad offrire servizi e risposte concrete ai bisogni (servizi per il lavoro, servizi di assistenza alle persone fragili, servizi alla famiglia e per la casa), possano divenire contesti in cui generare occasioni di socialità e di collaborazione attiva tra i cittadini (laboratori di comunità).
• Smart House: l’azione intende rispondere al bisogno abitativo transitorio di un numero sempre più elevato di persone attingendo al vasto patrimonio abitativo privato sfitto nell’area del Rhodense. In questo senso si prevede l’attivazione di un fondo di garanzia per le morosità incolpevoli, così da incentivare la locazione di alloggi sfitti a prezzo calmierato da parte dei proprietari.
• Comunicazione e fundraising: si intende operare un investimento in comunicazione volto a generare un ciclo virtuoso di relazioni e ulteriori risorse (anche economiche) da reinvestire nel sistema, incentivando in particolare azioni di fundraising favorevoli al rafforzamento e alla prosecuzione del progetto.
• Formazione: il nuovo disegno di governance comunitaria del welfare proposto dal progetto richiede un cambiamento profondo e progressivo dei modi dell’agire sociale e dei modelli culturali e professionali che ispirano le pratiche di azione e intervento. Occorre in tal senso ridefinire il profilo di competenze dell’operatore, privilegiando l’azione indiretta di promozione, progettazione, presidio e manutenzione di iniziative sociali, rispetto all’erogazione diretta di risposte e servizi
Rete e risorse
Il Capofila del progetto è l’Azienda Speciale Consortile – Sercop, ente a cui è attualmente affidata la programmazione e la gestione dei servizi alla persona del territorio. Il progetto coinvolge 12 partner – Consorzio Cooperho, Fondazione San Bernardino, Cooperativa sociale Intrecci, Cooperativa sociale Serena, Cooperativa sociale Stripes, Cooperativa sociale La Giostra, Cooperativa sociale A&I, Cooperativa sociale 3F, Cooperativa sociale La Cordata, Acli provinciali Milano, Monza e Brianza – a cui si affiancano numerosi altri attori del territorio, come la Banca di Credito Cooperativo, i nove Comuni del Rodense, la Caritas decanale di Rho, scuole, cooperative e la Fondazione Nord Milano. #Oltreperimetri ha ricevuto il finanziamento più sostanzioso stanziato da Cariplo nell’ambito del Bando Welfare in Azione 2014: 1.800.000 euro.
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