“Beatrice – Welfare sul Serio” è un progetto avviato nella provincia di Bergamo che si propone di diffondere un’idea di welfare aziendale fortemente aperto al territorio che, come vi abbiamo recentemente spiegato, potremmo definire “a filiera corta”.

L’iniziativa dei Sindaci mette in rete imprese, enti locali, cooperative sociali, sindacati e associazioni locali allo scopo di creare nuovi strumenti e risposte per i bisogni sociali del territorio. In particolare, l’aggregazione interessa i 18 Comuni della Val Seriana, l’Ambito Distrettuale della Valle Seriana superiore e la Val di Scalve: in totale 42 enti locali e circa 150.000 abitanti potenzialmente coinvolti.

La nascita e la fase iniziale del progetto

Il capofila del progetto è l’Ambito Territoriale delle politiche sociali della Val Seriana che, nel 2016, avvia l’interlocuzione tra gli attori pubblici locali, il Terzo Settore e le imprese per la realizzazione di una piattaforma per la gestione del welfare aziendale capace di includere fra i fornitori di servizi anche i soggetti pubblici e del privato sociale che tradizionalmente operano in rete nel quadro delle politiche pubbliche del territorio. L’ottica è quella di includere nelle politiche di welfare aziendale anche quell’offerta di servizi che stanno attorno ai contesti di vita delle persone e delle imprese.

Con un’azione di coordinamento portata avanti negli anni e a una struttura di governance articolata – che vede la partecipazione dell’Assemblea dei Sindaci, degli Uffici di Piano, ma anche di tavoli tematici e gruppi di lavoro condivisi con il Terzo Settore – in un primo momento si è deciso di individuare tramite una gara pubblica un provider di welfare aziendale privato, che ha fornito la piattaforma digitale attraverso cui intermediare domanda e offerta di prestazioni e servizi di welfare.

Le aziende partner di Beatrice – Acerbis Spa, Persico Spa, Modulor Srl, Sitip Spa, PPlast, Fondazione Sant’Andrea – hanno potuto così accedere a un portale di welfare personalizzato, attraverso il quale i dipendenti hanno potuto scegliere tra una selezione curata di servizi territoriali. Le imprese hanno avuto inoltre la possibilità di usufruire di servizi di consulenza fiscale e giuslavoristica per la predisposizione dei piani welfare. Così lavorando, i mondi degli enti pubblici territoriali e delle imprese si sono interfacciati tra loro in nuovi modi: le aziende hanno iniziato a scoprire la centralità dei servizi del territorio che, a loro volta, hanno visto nel welfare aziendale un’opportunità di sviluppo imprenditoriale.

Un nuovo approccio al welfare territoriale: il nuovo sito di Beatrice

Negli anni successivi il progetto si è però evoluto. Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 è stato implementato il portale Beatrice – Welfare sul Serio. Al suo interno sono stati inseriti – dopo un attento lavoro di selezione – i servizi sociali, assistenziali e sanitari offerti dal sistema pubblico e da quello cooperativo del territorio, sia convenzionato che non. Si tratta della rete del Piano sociale di Zona, che è in fase di continuo sviluppo. Per andare incontro alle esigenze di tutte le imprese, inoltre, l’offerta viene progressivamente ampliata con misure legate all’area del “tempo libero” (viaggi, vacanze, attività sportive e ricreative, librerie, e altro ancora) e, come previsto dalla normativa sul welfare aziendale, anche con i rimborsi di varia natura, da quelli per servizi di conciliazione, spese scolastiche dei figli e abbonamento al trasporto pubblico.

Questo sito non è però ad uso esclusivo delle imprese e dei loro dipendenti. Al suo interno tutti i cittadini degli Ambiti Territoriali interessati possono cercare le prestazioni sociali di cui hanno bisogno e, al tempo stesso, informarsi circa le opportunità offerte dal progetto e dal territorio. Ad esempio, attraverso www.welfarebeatrice.it è possibile conoscere le offerte relative ai servizi educativi e per l’infanzia, le opportunità di svago per i giovani, ma anche i percorsi di ascolto, supporto psicologico e accompagnamento alla maternità e paternità.

In questo modo Beatrice ha iniziato a rivolgersi a tutti, indipendentemente dal fatto che lavorino o meno in un’impresa che offre servizi di welfare aziendale. Al contempo permette a tutte le imprese locali, che abbiano o meno una propria piattaforma di welfare, di interagire con www.welfarebeatrice.it: l’obiettivo è infatti quello di far divenire questo sito un’opportunità per creare un nuovo modello pubblico-privato, collaborativo e non competitivo. In questa direzione si è voluto quindi pensare a un approccio potenzialmente “multi-piattaforma”, in grado cioè di integrare le proposte e le risorse di tutte le aziende del territorio, senza imporre vincoli o restrizioni circa la scelta dello strumento digitale o dell’operatore.

Anche per questa ragione è attiva una Welfare Community Manager, o “Agente di rete”, e altri ne seguiranno. L’agente di rete si occupa di ottimizzare il sistema di welfare plurale e reticolare del Piano sociale di Zona nel rapporto con le aziende, nonché di promuovere innovazioni culturali, economiche ed organizzative per facilitare nuovi servizi territoriali. La Welfare Community Manager si occupata, tra le altre cose, di “mappare” l’offerta di servizi alla persona, con un linguaggio atecnico e con modalità interattiva, incontrando direttamente chi opera nelle organizzazioni pubbliche, private e del Terzo Settore.

A questi fini, la Welfare Community Manager e il responsabile di progetto sono attivamente parte integrante dell’HR Club di Beatrice, il tavolo operativo che riunisce imprenditori e responsabili HR di tutte le imprese coinvolte e che si propone di agevolare il processo di governance.

Per un welfare aziendale collaborativo e “a filiera corta”

Valorizzando le reti già presenti, Beatrice ha cercato quindi di utilizzare il welfare aziendale per dar vita a una forma evoluta di welfare territoriale. Il ragionamento alla base del progetto è stato semplice: dove cresce il territorio crescono le aziende e, in un circolo virtuoso, queste ultime possono così portare nuovi benefici alle comunità in cui si trovano.

L’approccio adottato si contraddistingue inoltre per alcune sue peculiarità finalizzate a massimizzare l’impatto sociale delle azioni di welfare aziendale. In primo luogo, il progetto si propone di coinvolgere anche le piccole imprese e permettere loro di implementare piani di welfare aziendale. Come spesso sottolineiamo le PMI, che rappresentano oltre il 90% delle aziende del nostro Paese, hanno difficoltà a strutturare azioni di welfare (per saperne di più). Interventi di rete, come quello della Val Seriana, permettono alle organizzazioni di collaborare, condividere le proprie esperienze e, soprattutto, i costi e i rischi legati alla realizzazione di un progetto di innovazione.

In secondo luogo, Beatrice si caratterizza per il fatto che l’intera proposta nasce e si sviluppa grazie a un soggetto pubblico. In questo modo il welfare aziendale, che di fatto è un istituto di diritto privato pensato per l’uso interno alla singola azienda e senza nessuna previsione di raccordo con l’Ente Pubblico, diviene uno strumento di incontro tra imprese, Comuni e servizi del territorio. Così si vuole puntare a una migliore integrazione con il pubblico e alla promozione di interventi più sostenibili.

Anche per questo, il progetto finisce per coinvolgere tutta la filiera dei servizi del territorio: il valore di Beatrice risiede proprio nella sua capacità di mettere a sistema e capitalizzare le risorse locali (a partire da quelle del Terzo Settore e del Pubblico) per innescare circoli virtuosi di sviluppo sociale ed economico. La rete, strutturata e rafforzata nel tempo, consente alle imprese di aggregare competenze, risorse e conoscenze per sostenere la progettazione e l’implementazione di piani di welfare, anche grazie alla molteplicità di soggetti pubblici e privati. Allo stesso tempo, il settore dei servizi si rafforza e si innova grazie a percorsi di collaborazione e confronto promossi attraverso Beatrice.


#FilieraCorta

Questo è articolo è parte del ciclo Storie di welfare aziendale “a filiera corta”, realizzato da Percorsi di secondo welfare con la collaborazione della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.