L’idea è semplice: si entra in un esercizio commerciale, si compra il necessario per sé e si aggiunge qualcosa per chi verrà dopo ma non può permettersi di fare altrettanto. In pratica si lascia in “sospeso” una cifra simbolica, che poi servirà ad aiutare chi non ha la possibilità di acquistare quel di cui ha bisogno.
Tutto è partito da Napoli. Qui da tempo immemore è tradizione lasciare in sospeso il caffè per chi non può permettersi neanche lo sfizio di una tazzina di espresso. Un gesto semplice, segno concreto di un solidarismo tutto napoletano che, seppur indebolito negli ultimi anni, ancora oggi si esprime così nei bar della città. Negli ultimi tempi questa buona prassi si è tuttavia allargata, sia geograficamente che qualitativamente. In diverse città della Penisola infatti sono sempre di più i panifici che propongono ai propri clienti di lasciare qualcosa in più, per andare in contro a chi non più permettersi neanche una michetta.
Una pratica, quella della “sospensione”, che ogni giorno aiuta tanti in difficoltà, ma che finora è rimasta legata quasi esclusivamente alla tradizione o al buon cuore dei singoli. Ora, però, l’idea del sospeso si appresta a fare un salto di qualità. A Milano, dai primi di agosto fino alla fine di novembre, in diversi ristoranti della città sarà possibile donare non solo un caffè o un pezzo di pane, ma un intero pasto per chi non ce l’ha. Nei locali aderenti all’iniziativa “La cena sospesa” al momento del saldo del conto sarà infatti possibile effettuare una donazione con una semplice busta di carta, che sarà poi inserita in una teca, o attraverso un’app dedicata. Le donazioni raccolte andranno a beneficio di Caritas Ambrosiana, che provvederà a convertirle in ticket restaurant del valore di 10 euro e distribuirle alle persone individuati nei 117 centri d’ascolto presenti in città. I buoni potranno quindi essere spesi dai beneficiari negli oltre 4mila esercizi milanesi che accettano i titoli Edenred, partner dell’iniziativa, senza commissioni o costi di intermediazione.
"Abbiamo copiato da Napoli una tradizione che è segno della vitalità di una comunità in grado di creare legami tra le persone” ha detto l’assessore alla sicurezza Marco Granelli nel corso della presentazione avvenuta a Palazzo Marino. Dello stesso avviso è stato il vicario episcopale monsignor De Scalzi, che ha indicato la cena in sospeso come "un modo per affrontare concretamente i temi di Expo con un gesto discreto, che non mette a disagio".
Testimonial dell’iniziativa è lo chef Carlo Cracco, che ora spera che questa “iniziativa meravigliosa” possa allargarsi a molti altri ristoranti della città. Per ora i locali aderenti sono 28, ma si attende che tanti chef possano seguire l’esempio del giudice di Masterchef, che ovviamente ha aderito all’iniziativa con il proprio ristorante. Per ora i potenziali beneficiari del progetto sono stimati in 2.000, ma è ovvio che maggiore sarà il numero degli aderenti maggiore sarà la capacità di rispondere ai bisogni alimentari degli indigenti di Milano.
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