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La Garanzia giovani è al centro dell’analisi del nono capitolo del Secondo Rapporto sul secondo welfare, che si propone di illustrare e analizzare il disegno di uno dei più vasti programmi di politiche attive per il lavoro realizzato nel nostro Paese su scala nazionale e coordinato dal governo centrale. Il capitolo offre un’analisi dei risultati finora raggiunti dall’iniziativa: al di là delle criticità non mancano elementi interessanti che fanno ben sperare per il futuro del programma. In particolare si sottolinea la capacità di Garanzia giovani di dar luogo a esperienze generative o di consolidamento di pratiche di secondo welfare, specialmente per quel che riguarda i cosiddetti Neets. All’interno del capitolo sono infatti analizzati i casi di “Crescere in digitale” promosso dal Ministero del Lavoro con Unioncamere e Google Italia, e il progetto “Neetwork” di Fondazione Cariplo. Dal capitolo emerge la necessità di superare una “visione eroica” della riforme, in favore di un approccio volto allo promozione di una cultura dell’implementazione riflessiva (learning by doing), in grado di fare tesoro delle esperienze passate, compresi gli errori. A partire dalla Garanzia giovani Vesan riflette in particolare sul nuovo ruolo che il pubblico potrà effettivamente ritagliarsi con l’Agenzia nazionale per le politiche attive e il coordinamento della rete di servizi regionali, tentando di comprendere quale spazio d’intervento potrà essere conquistato dai soggetti privati a seguito delle nuove norme sull’accreditamento e dell’effettivo utilizzo degli assegni individuali di ricollocamento.


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