4 ' di lettura
Salva pagina in PDF

Riccardo Suardi ha 26 anni, è nato a Bergamo e ha studiato graphic design e art direction. Durante l’università, quando svolgeva anche attività da freelance, si trovava in difficoltà a lavorare da casa – fonte di ecessiva distrazione e isolamento – ma, avendo pochi soldi a disposizione, non poteva permettersi di utilizzare spazi di co-working. Da qui la necessità di trovare luoghi economici dove lavorare, che fossero accoglienti e potessero eventualmente offrire occasione di incontro.

Così è nata l’idea di Nibol, un’app che permette di assecondare questo tipo di bisogni permettendo di prenotare agilmente una postazione di lavoro nelle migliori caffetterie. Per ora il servizio è circoscritto alla zona di Milano, ma sappiamo che le opportunità offerte dal lavoro da remoto rende questi luoghi sempre più appetibili per gli smartworker, come emerge anche dalla ricerca in corso di realizzazione dal titolo “Smart Working Places” (ve ne abbiamo parlato qui) promossa dall’Ente Bilaterale Veneto FVG e in cui è coinvolto pure il nostro Laboratorio. Abbiamo intervistato Riccardo per capire in che modo funzioni la sua piattaforma e come riesca a mettere in relazione il mondo commerciale e dei servizi con i lavoratori agili.

Riccardo, ci puoi dare qualche dettaglio in più rispetto al funzionamento di Nibol? Se sono un lavoratore come posso organizzarmi per lavorare in uno dei vostri bar? 

Nibol è molto semplice. Tutto quello che bisogna fare è scaricare l’applicazione, iOS o Android, gratuitamente dai vari store. Una volta entrati nell’app, dopo una veloce registrazione, è possibile creare il proprio profilo di lavoratore e iniziare ad utilizzarla. Tramite la mappa si sceglie il locale che si preferisce, se si vuole andare da soli o con più persone, il giorno e l’orario. E la prenotazione è fatta.


Cosa devo fare invece se ho una caffetteria e sono interessato ad entrare nel circuito? Quali sono i costi?

Una caffetteria può candidarsi molto semplicemente, accendendo al nostro sito. Dopodiché, nel giro di massimo 48 ore, verrà contattata dai nostri esperti. Per le caffetterie non ci sono costi fissi; gratuitamente verrà promossa tramite l’app a tutta la nostra community mentre gli altri costi saranno stabiliti in base ai clienti che gli portiamo.

Siete i primi in Italia ad offrire questo tipo di servizio ma possiamo dire che la fase di testing è ormai superata. Quali sono state le difficoltà maggiori incontrare nello sviluppo dell’applicazione? Quali le incomprensioni più frequenti tra esercenti e smart worker?

Noi in realtà crediamo che la fase di testing in un progetto così innovativo non sia mai finita, solo così possiamo cercare sempre di migliorare. Le maggiori difficoltà sono state arrivare a questo punto senza aiuti esterni, facendo tutto internamente con un team fantastico che ha lavorato per 2 anni a qualcosa mai fatto prima.

Le incomprensioni tra esercenti e smart worker si riducono sostanzialmente ad un solo aspetto: quanto devo consumare per il tempo in cui sto? Il locale ha l’obiettivo di ottimizzare la resa oraria dei sui tavoli mentre il cliente, giustamente, vuole prendere solo quello di cui ha bisogno. A breve proporremo una soluzione anche per questo aspetto.

Pensi che in Italia ci possano essere margini di crescita per la valorizzazione degli esercizi pubblici come luoghi di lavoro e per servizi come quelli offerti dalla tua applicazione? Se sì, qual è la strada da percorre?

Assolutamente si. Il mondo del lavoro è cambiato drasticamente negli ultimi anni e cambierà ancora di più nei prossimi. Servizi flessibili come Nibol sono la strada per agevolare questo cambiamento.

Credo che la cosa più importante sia quella di continuare a dare fiducia ai propri collaboratori e far sì che i lavoratori smettano di associare il lavoro all’orario “9-18” ma più come agli obiettivi da raggiungere. In questo modo ognuno sarà più indipendente e potrà gestire le proprie giornate e i propri impegni nel miglior modo possibile.

Lavorare fuori casa o dal proprio ufficio può essere anche un modo per stimolare la produttività e la creatività e per ampliare il proprio network alla ricerca di nuovi contatti. Pensi che per un smart worker sia più importante sentirsi parte di una comunità o trovare un luogo comodo dove poter lavorare?

Entrambi, sicuramente. In base alla nostra esperienza con la community di Nibol – e anche in base alla mia personale esperienza – quando lavori da remoto è molto difficile creare connessioni offline. Non è possibile fare uno stand-up davanti ad un caffè oppure scambiarsi delle idee di persona. Ecco, Nibol vuole risolvere anche questo: un posto comodo per lavorare in cui puoi trovare altre persone come te che fanno parte della community di Nibol.


Ad oggi molti servizi si popolano di community online. In controtendenza Nibol sembra alimentare la creazione di una comunità “offline”. È così? È un vostro obiettivo questo? Se sì, quanto è difficile supportare questi processi?

Credo che sia la cosa più difficile che stiamo facendo però è un nostro grande obiettivo. Non credo che ci sia nulla di negativo riguardo le community online, pensiamo per esempio a qualunque interessante gruppo su Facebook. Sono utili ed efficaci in moltissimi casi.

Noi però pensiamo che offline ci sia qualcosa in più, un valore che la tecnologia non potrà mai superare, quello delle relazioni personali. Noi vogliamo usare la tecnologia per arrivare a tutto ciò. Infatti, quando prenoti una postazione con Nibol, puoi vedere, sempre nel rispetto della privacy e a scelta degli utenti, le altre persone che hanno prenotato in quel locale, di cosa si occupano e in futuro se sono disponibili per lavori o collaborazioni.

Immagina entrare in un locale in cui non conosci nessuno e avere un bottone sulla app con scritto “offri un caffè a Riccardo seduto a fianco a te”. Possiamo creare la prima pausa caffè tra lavoratori da remoto della storia!

Pensi ci possano essere alcune strategie che i bar possono adottare internamente per migliorare la propria offerta al fine di attrarre gli smart worker? Cosa secondo te deve assolutamente trovare uno smart worker in un bar, oltre ad una connessione stabile e a delle prese elettriche?

Sicuramente la tranquillità. È molto difficile essere pienamente produttivi in mezzo al caos. Questo non significa silenzio assoluto, però nemmeno troppa confusione. Un locale dovrebbe semplicemente organizzare delle zone adeguate, lontane dall’ingresso e dalla cassa.

Ad oggi, proprio in merito al tema della tranquillità, all’interno del nostro servizio non accettiamo locali che vendano tabacchi e/o forniscano servizi di scommesse. Questi luoghi solitamente hanno un grosso via vai di persone che sicuramente non creano un ambiente confortevole per i lavoratori. Senza contare che per scelta non vogliamo promuovere questo tipo di attività all’interno del nostro ecosistema.