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La Fondazione Bertelsmann Stiftung ha di recente pubblicato un rapporto sulla giustizia sociale in Europa misurandola attraverso la costruzione di un apposito indice. Il lavoro si inserisce nel quadro del progetto Social Inclusion Monitor Europe (SIM Europe), frutto della collaborazione fra la Bertelsmann Stiftung e la London School of Economics, che si pone l’obiettivo di fornire dati utili al cambiamento della politica sociale degli stati membri dell’UE. In particolare, il progetto prevede la pubblicazione biennale di due rapporti, il Reformbarometer e il Social Justice Index. Quest’ultimo, curato da Daniel Schraad-Tischler e Christian Kroll, offre indicazioni utili sullo stato della giustizia sociale in Europa. 

La metodologia di costruzione dell’indice

Il Social Justice Index (indice di giustizia sociale) è stato costruito considerando sei differenti dimensioni: la prevenzione della povertà, l’equità dell’istruzione, l’accesso al mercato del lavoro, la coesione sociale e la non discriminazione, la salute, la giustizia intergenerazionale. A queste dimensioni sono stati associati 27 indicatori quantitativi e 8 indicatori qualitativi. Per la costruzione degli indicatori i dati quantitativi utilizzati sono di fonte Eurostat ed EU-SILC, mentre quelli qualitativi sono il frutto della valutazione (realizzata attraverso una survey) di più di 100 esperti nei vari settori.

Le dimensioni che compongono l’indice sono state ponderate sulla base della loro rilevanza rispetto al concetto di giustizia sociale. A tre dimensioni su sei è stato attribuito un valore superiore a uno. In particolare, la prevenzione della povertà è stata individuata come dimensione cruciale e per questo le è stato attribuito un peso pari a tre. In linea con lo stesso principio, all’istruzione e all’accesso al mercato del lavoro è stato invece attribuito un peso pari a due mentre alle rimanenti dimensioni (coesione sociale e non discriminazione, salute, giustizia intergenerazionale) un peso pari a uno.


I trend generali

L’indice di giustizia sociale evidenzia la presenza di un trend negativo in tutti i ventotto paesi membri dell’Unione. Un po’ ovunque, le recenti misure di austerità e le riforme strutturali volte alla stabilizzazione economica e finanziaria hanno avuto effetti negativi sulla giustizia sociale. Molti paesi hanno inoltre visto ridursi la loro capacità di investire in settori strategici per la crescita economica. È il caso ad esempio dell’istruzione e della ricerca.


La situazione dei paesi

Oltre al generale trend negativo, l’indice di giustizia sociale evidenzia che i paesi membri dell’Unione Europea realizzano in maniera e in misura differente il concetto di giustizia sociale. Considerando il punteggio ottenuto dagli stati membri attraverso il calcolo dell’indice (figura 1), i paesi nordici (Svezia, Finlandia e Danimarca ai quali si aggiunge l’Olanda) mostrano le migliori performance. Questi paesi ottengono un punteggio particolarmente alto nel caso della prevenzione della povertà, dell’accesso al mercato del lavoro, della coesione sociale e della non discriminazione. Anche se si tratta del gruppo di paesi che, considerando l’indice sintetico, mostra le migliori performance, alcuni punti di debolezza sono comunque individuabili. In questi paesi, ad esempio, gli immigrati hanno un limitato accesso al mercato del lavoro. Inoltre, la Svezia e la Finlandia nonostante lo sforzo di lungo periodo fatto nel settore, non sono riuscite a ridurre significativamente la disoccupazione giovanile. I dati più recenti evidenziano che rispettivamente il 23,5% e il 19,9% dei giovani svedesi e finlandesi sono senza lavoro.

La Repubblica Ceca, unitamente ad alcuni paesi continentali (Austria, Germania, Lussemburgo) seguono il precedente gruppo. Se si guarda ai cambiamenti registrati fra il 2008 e il 2011, la Germania mostra i miglioramenti più eclatanti. Il robusto sviluppo del mercato del lavoro durante la crisi economica ha avuto una ricaduta positiva anche in altri campi, come ad esempio la prevenzione della povertà. Tuttavia non mancano i nodi critici. Negli ultimi anni in Germania è di fatto emerso un doppio mercato del lavoro che contrappone il crescente numero di lavoratori atipici ai lavoratori tipici. Insieme all’Austria, la Germania ha poi un sistema di istruzione che non è in grado di favorire la mobilità sociale.

Come la Repubblica Ceca, anche la Slovenia e l’Estonia ottengono un punteggio medio collocandosi prima di tre “vecchi paesi membri” quali il Belgio, la Francia e il Regno Unito. In particolare, l’Estonia mostra le migliori performance con riferimento all’accesso all’istruzione e alla giustizia intergenerazionale. La Slovenia ha un livello medio-buono, oltre che nel campo dell’istruzione e della giustizia intergenerazionale, nella prevenzione della povertà, superando paesi come il Regno Unito (che si colloca al quindicesimo posto in materia di povertà) e la Francia (che mostra una performance peggiore nel campo dell’istruzione). La Polonia è il paese che più di tutti gli altri ha migliorato la giustizia sociale nel periodo fra il 2008 e il 2011. Come risultato, questo paese si colloca ora a livello medio. I miglioramenti hanno riguardato principalmente la riduzione della povertà e la promozione dell’inclusione sociale; tuttavia anche rispetto alle altre dimensioni sono stati fatti numerosi passi in avanti.

Al terzo posto si collocano infine i paesi dell’Europa meridionale (Portogallo, Spagna, Italia, Grecia) ai quali si aggiungono la Slovacchia, l’Irlanda e la Lettonia. Questi paesi presentano enormi carenze praticamente lungo tutte le dimensione dell’indice e in alcuni casi mostrano anche un notevole peggioramento nell’arco degli ultimi anni. La Grecia si colloca all’ultimo posto registrando un tasso di disoccupazione giovanile vicino al 60%, una rapida crescita del rischio di povertà, un sistema sanitario duramente provato dalle misure di austerità, una significativa discriminazione delle minoranze (come risultato dell’affermazione di forze politiche radicali), un debito pubblico enorme che graverà sulle generazioni future.


La posizione degli autori

Nella visione degli autori, la coesione e la stabilità dell’Unione sono messe a dura prova dalla riduzione della giustizia sociale all’interno degli stati membri. Se i disequilibri sociali persisteranno, o peggio aumenteranno, l’intero progetto di integrazione europea sarà in pericolo. La futura strategia socio-economica dell’UE dovrebbe allora porsi anche l’obiettivo di combattere l’ingiustizia sociale oltre che risanare il bilancio e risolvere la crisi del debito.


Figura 1. L’indice di giustizia sociale nei paesi membri


Fonte: Schraad-Tischler D. e Kroll C. “Social Justice in the EU – A Cross-national Comparision. Social Inclusion Monitor Europe (SIM) – Index Report; 

Riferimenti

Il sito della Fondazione Bertelsmann Stiftung

Il progetto Social Inclusion Monitor Europe

Il rapporto sul Social Justice Index

 

 

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