CORTONA – sabato 21 settembre si è concluso l’incontro studi delle ACLI “Abitare la Storia”. La giornata si è aperta con l’intervento del Ministro Giovannini, che nella scorsa settimana ha presentato a Palazzo Madama la relazione del gruppo di studio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per sviluppare nuove misure di contrasto alla povertà, centrata sulla proposta del SIA – Sostegno per l’inclusione attiva.
Nell’intervento del Ministro, le parole chiave equità e sostenibilità segnano la rilevata necessità di rottura coi modelli economici e le politiche imprudenti che hanno portato alla crisi. Giovannini ha ricordato come “gli strumenti di tutela che sono stati sviluppati con grande fatica negli anni (ad es. la Cassa integrazione, nda)” siano ormai inadeguati a far fronte a crisi profonde e durature. “Abbiamo impropriamente stiracchiato gli istituti che avevamo […] perchè privi del pezzo centrale del sistema: quello della tutela contro la povertà”. Ad un aumento della vulnerabilità dei cittadini – sempre più spesso incapaci di accedere a un reddito sufficiente nel mercato del lavoro – deve quindi essere dato in risposta l’inserimento di questo tassello, che finalmente pare concretizzato nella proposta del SIA.
Tanti i punti in comune con il Reddito di inclusione sociale (Reis) formulato da ACLI e Caritas a luglio. In primo luogo ciò appare chiaro dalla configurazione del SIA come sostegno non soltanto monetario, ma – come chiaramente espresso dal nome scelto per la misura – forte di una componente attiva insita nel patto che cittadini in stato di bisogno e istituzioni andrebbero a siglare per sancire l’impegno nella ricerca di un lavoro e nella tutela dell’istruzione e della salute dei minori a carico. L’aspetto ancora non meglio definito sembra quello relativo all’auspicata collaborazione degli attori del Terzo Settore nell’erogazione dei servizi necessari per un’assistenza a tutto tondo e il reinserimento dei beneficiari del sussidio.
L’iter per la concretizzazione del SIA sembra procedere secondo le aspettative del Ministro: Giovannini ha ricordato che venerdì 20 settembre il Consiglio dei Ministri ha inserito tra i ddl collegati alla legge di Stabilità un collegato riservato al tema del contrasto alla povertà. La palla passerà quindi al Ministero diretto da Saccomanni: in base ai finanziamenti che saranno stanziati per il SIA, il percorso verso l’implementazione della misura verrà a definirsi in modo via via più chiaro.
Nel documento del gruppo di Lavoro presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il limite minimo individuato per garantire nell’immediato l’universalità del SIA (in rottura con la frammentazione delle misure categoriali che contraddistinguono ad oggi l’inefficacia dell’assistenza sociale italiana) è di 1,5 miliardi di Euro. Così si garantirebbe un reddito minimo ai cittadini indigenti con reddito fino al 50% della soglia di povertà assoluta ISTAT. Come d’altra parte prevedeva anche il Reis, il fondo andrebbe poi aumentato gradualmente fino a includere fra i beneficiari la totalità dei cittadini in stato di povertà assoluta, con un carico finanziario pari a 7/8 miliardi, se non si tiene conto del risparmio ottenibile da una necessaria razionalizzazione delle misure di sostegno alle famiglie. In caso di mancanza di risorse economiche, la relazione sul SIA prevede una sorta di “piano b”, ovvero la raccomandazione di estendere a tutto il paese il programma della Carta Acquisti, riducendone gli aspetti di categorialità.
Riferimenti:
L’incontro di studi nazionale della Acli "Abitare la Storia"
L’intervista al Ministro Giovannini a margine dell’incontro
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