Le organizzazioni di volontariato oggi più che mai giocano un ruolo di primo piano in diversi ambiti della vita civile del nostro Paese: sociale, culturale, ambientale, educativo, sanitario, civico. In questa situazione c’è quindi da chiedersi: in che modo un Comune può aiutare queste organizzazioni a finanziare le attività che promuovono? Possiamo ragionevolmente immaginare che con il proprio bilancio l’ente locale possa fronteggiare la progressiva riduzione delle risorse che i Centri Servizio Volontariato stanno cercando di gestire? Come pensare che un’amministrazione comunale sostenga in maniera efficiente ed efficace le realtà del volontariato che operano sui territori? Di seguito sono proposte alcune prime considerazioni sul tema, nella speranza di avviare una riflessione che tenga conto del problema delle risorse scarse in un contesto economico e sociale in forte trasformazione.
La questione del finanziamento
Nel caso avesse a disposizione risorse adeguate, per promuovere l’azione del volontariato il Comune potrebbe far riferimento al bilancio generale. Lo potrebbe fare sulla base di un indirizzo politico esplicito, in base a una previsione deliberata dal Consiglio comunale e secondo una specifica programmazione definita da un regolamento per l’assegnazione di contributi. Questo però sarebbe possibile se il flusso di risorse potesse essere mantenuto costante. Un requisito che la maggior parte degli enti locali non sono oggi in grado di garantire.
E’ allora ragionevole pensare che il finanziamento delle attività del volontariato passi, per esempio, dall’applicazione di un piccolo supplemento su ogni contratto di fornitura che il Comune assegna ai fornitori di servizi? Al di là del vincolo giuridico – quale fondamento normativo autorizza ad applicare una “imposta di scopo” o a ri-orientare risorse verso l’attività di volontariato, attingendole da fonti previste per altre attività? – tale “proposta” difficilmente potrebbe venire accettata dai soggetti economici che sarebbero di fatto “costretti” a donare; come sottolineando anche Douglas e Isherwood, (1984, p. 65).
Ma se questo non accade, i Comuni possono considerare il problema come una questione nella quale intervenire non tanto con risorse finanziarie dirette, ma piuttosto con idee, proposte, supporti ed azioni concrete. Ed è su questa seconda opzione che voglio portare l’attenzione.
Possibili nuovi ruoli
Quali azioni possono dunque intraprendere i Comuni per convogliare finanziamenti verso l’azione delle organizzazioni di volontariato? Quanti modi possono essere immaginati e concretamente praticati per contribuire a finanziare l’attività delle di queste realtà? Il Comune può sostenere le organizzazioni di volontariato con azioni che mirino a potenziare le loro iniziative, a sostenere quelle meno strutturate (ma non meno importanti) e a favorire il supporto reciproco.
Abbiamo più sopra accennato al regolamento per l’assegnazione di contributi: si tratta di uno strumento amministrativo che può favorire la sinergia fra organizzazioni – ad esempio riconoscendo risorse specifiche per iniziative sviluppate in partnership da più associazioni – e può valorizzarne l’intraprendenza. Ad esempio riconoscendo finanziamenti specifici a fronte di progetti con un budget già parzialmente coperto da risorse che le organizzazioni hanno reperito in autonomia.
Alcuni Comuni dispongono poi di regolamenti per l’amministrazione condivisa e la collaborazione civica che rendono disponibili supporti e risorse a fronte di impegni per la comunità, i quartieri, iniziative specifiche, attività concertate di gestione di spazi o attività di interesse comune, che le associazioni possono assumere.
Insieme al ruolo di raccordo, i Comuni possono assumere anche un ruolo di connessione verso finanziatori importanti: pensiamo a donatori locali o alle fondazioni di comunità, attori che hanno l’esigenza di incontrare sia interlocutori propositivi (le organizzazioni) che interlocutori legittimanti (le amministrazioni locali) per decidere di investire in progetti innovativi e impattanti.
Una quarta modalità facilitante che i Comuni possono attivare riguarda il supporto nello sviluppo di competenze. Pensiamo, ad esempio, a laboratori che promuovono la capacità di costruire progetti in partnership o a percorsi di formazione-intervento per estendere la capacità delle organizzazioni di promuovere raccolte fondi anche attraverso piattaforme online di fundraising e crowfunding.
Insieme per il 5×1000
Un’altra buona occasione di finanziamento per le associazioni di volontariato è sicuramente quella del 5×1000. Su questo fronte le grandi non profit ogni anno mettono in campo sforzi comunicativi enormi grazie ai quali ottengono risultati importanti. Le piccole organizzazioni che operano a livello locale potrebbero ambire a sfruttare lo stesso strumento e ottenere ritorni significativi proprio grazie al Comune?
Secondo chi scrive si. Un Comune potrebbe decidere di farsi co-promotore della campagna di raccolta fondi con le associazioni presenti e attive nelle comunità. Il Comune potrebbe essere il testimonial che mette in circolo l’opportunità di donare alle associazioni locali con manifesti, pubblicazioni sulla sua pagina istituzionale, conferenze stampa, articoli sul notiziario comunale, volantini fatti arrivare alle famiglie attraverso le scuole o con eventi dedicati. Il Comune potrebbe anche inviare una locandina che presenti il 5×1000 alle diversi istituzioni del territorio, proponendo alle diverse isituzioni di esporla in modo da ricordare ai cittadini la possibilità di devolvere parte della propria Irpef.
Momenti dedicati per allargare le reti
Cene, concerti e feste per la raccolta fondi sono forme tradizionali attraverso cui le organizzazioni si promuovono, ottengono finanziamenti, rendicontano i risultati e ringraziano per il supporto ricevuto. Questi momenti, tuttavia, non sono di facile realizzazione: chiedono un avvicinamento consistente e spesso non riescono ad andare superare i circuiti di prossimità di chi è impegnato nell’organizzazione. E’ possibile pensare a occasioni che riescano a garantire un momento piacevole per chi dona e, al tempo stesso, permetta all’organizzazione di allargare i propri orizzonti?
Un’idea potrebbe essere quella del trekking urbano: un giro dei parchi, una visita ai luoghi più belli, una camminata alla scoperta di angoli poco conosciuti (non c’è in Italia città, borgo o frazione che non abbia tesori o luoghi, spazi o monumenti da apprezzare). Si tratterebbe per il Comune di proporre percorsi ad hoc che potrebbero godere del supporto dei membri delle organizzazioni e garantirebbero il coinvolgimento piacevole, salutare e non troppo impegnativo di tante persone. Gli eventi potrebbero essere legati a forme di raccolta fondi in occasione del “5 x mille” o semplicemente volti a finanziare una iniziativa particolare partecipata. La camminata potrebbe finire con un pranzo, in un luogo simbolico, con un concerto e con una festa (Jesi, 1977, p. 178). E potrebbe avvenire in un giorno dedicato.
Insomma gli ingredienti per un evento di successo non mancherebbero e credo anche i risultati in termini di sostegno (risorse per le associazioni), di opportunità di sponsorship, di divertimento (il piacere di stare insieme e di fare qualcosa di buono) e di azione simbolica (promozione della comunità e delle sue energie).
Esempi concreti cercasi
Quelle riportate più sopra non sono che semplice idee e, naturalmente, si potrebbero pensare tanti altri modi attraverso cui le comunità possano offrire le proprie risorse, mescolare competenze e vitalità, dare slancio all’impegno volontario di tante persone in ambiti. Tuttavia, quel che appare chiaro è che oggi i Comuni, trovandosi nella necessità di individuare forme alternative al finanziamento diretto delle organizzazioni di volontariato, sono in una condizione privilegiata per sostenere e rafforzare questo genere di attività.
In questo senso sarebbe interessante raccogliere e dar conto di esperienze concrete messe in campo da quegli enti locali che sui territori hanno assunto un ruolo proattivo nei confronti delle realtà del volontariato locale.
Conoscete enti locali che hanno preso sul serio questo ruolo stimolante, inclusivo, creativo e partecipante che tanto sarebbero utili al nostro sistema sociale?
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