Dopo le grandi banche (Unicredit, UBI, Credem, BPER e recentemente Intesa San Paolo con la piattaforma “WelfareHub”) fa il suo ingresso nell’arena competitiva dei servizi di supporto al welfare aziendale anche Generali Italia che entra, così, in un mercato ormai presidiato da quasi un centinaio di realtà che, a vario titolo (e con le più varie provenienze settoriali), offrono servizi destinati alla gestione e all’ottimizzazione dei programmi di welfare d’impresa.
Quello dei servizi di supporto al welfare aziendale è un settore il cui sviluppo degli ultimi anni è ovviamente connesso alla non meno rilevante crescita del numero dei piani di welfare aziendale attivati dalle imprese, a loro volta favoriti sia dai recenti interventi normativi (che hanno ampliato il menu dei servizi oggetto di un trattamento fiscale e previdenziale particolarmente conveniente), sia dal diffondersi – e è ciò che più conta – di una più solida cultura del welfare aziendale sempre più tradotta in concreta e stabile prassi dalla contrattazione di secondo livello (a sua volta stimolata, almeno in alcuni settori trainanti come nel caso del CCNL metalmeccanico, da quella nazionale).
È un vero e proprio circolo virtuoso quello che si è creato intorno al welfare aziendale, sempre più ricco di esempi che oltre alle grandi imprese, tradizionali “luoghi” di maturazione delle prassi welfariste aziendali, sta coinvolgendo anche le nostre numerosissime PMI.
Generali Italia e il welfare aziendale
In questo contesto, l’ingresso di Generali Italia non va però registrato come quello della nascita di un ulteriore player, ancorché di rilevanti dimensioni, che intende offrire pacchetti di servizi fruibili via web da una piattaforma. E’ qualcosa di più e i competitor del settore dei servizi di sostegno al welfare aziendale ne dovranno certamente tenere conto nel quadro delle loro scelte strategiche future. L’articolazione data al suo ingresso nel settore di cui stiamo parlando renderà conto di quanto Generali Italia creda alla strategicità di tale operazione e di quali obiettivi commerciali e di ranking si sia prefissata.
Sul piano organizzativo (e a differenza di altri operatori che hanno visto nell’offerta dei servizi di sostegno al welfare aziendale solo un completamento del loro core-business), lo sviluppo dell’attività non è stato affidato ad una “divisione” o ad un “reparto” della società, ma è stata creata una legal entity specializzata: Generali Welion, la cui mission sarà quella di occuparsi di “welfare integrato” con l’obiettivo, dichiarato senza troppi giri di parole, di diventare il leader nazionale di mercato.
Come ha precisato Marco Sesana – Country Manager e AD di Generali Italia – in occasione della presentazione della nuova realtà operativa, “il welfare integrato è per noi un business strategico e in forte crescita ed è rappresentato dall’insieme dei servizi che con la nostra eccellenza e il nostro solido know-how siamo in grado di offrire al mercato della sanità integrativa, della previdenza complementare, delle assicurazioni LTC e del welfare aziendale”.
I numeri in gioco possono dare un’idea dell’investimento che la prima compagnia assicurativa italiana intende effettuare per dotare la sua nuova società dei mezzi necessari a conseguire i suoi ambiziosi target: 50 milioni di euro entro il 2021 saranno destinati all’innovazione dei servizi e al consolidamento del modello operativo e 100 saranno i giovani da assumere nei prossimi due anni. Parallelamente saranno sviluppate nuove tecnologie e attivate partnership strategiche con startup innovative, soprattutto nel settore della salute individuale e del welfare aziendale.
I servizi disponibili per le aziende
L’offerta, oltre ad avere l’obiettivo di incrementare i livelli di servizio nel quadro delle prestazioni sanitarie e di svolgere servizi di consulenza alle imprese che intendono attivare piani di welfare aziendale, intende espandere l’azione commerciale di Generali Welion anche verso nuovi servizi “non assicurativi” come carte dedicate, percorsi di cura, facilitazioni nell’accesso al network convenzionato (non solo sanitario, ma esteso anche ad altri servizi coerenti con le risposte attese dai beneficiari del “welfare integrato”).
Obiettivo iniziale è certamente il mercato dei clienti del Gruppo (1,8 milioni) che equivale ad una raccolta di 3 miliardi di euro di premi nei segmenti-pilastro della previdenza complementare e della salute (e in quest’ultimo “puntiamo ad aumentare entro il 2021 del 25% i premi e di 30 milioni di euro il risultato tecnico”, ha precisato Sesana). Importante anche il target rappresentato dalle 5.000 imprese valutate nel corso della ricerca “Welfare Index PMI” che ha trasformato Generali Italia in un “centro studi” delle pratiche di Welfare Aziendale in questa essenziale componente del tessuto produttivo nazionale.
Andrea Mencattini, anima ed organizzatore di Welfare Index PMI (che con la survey 2017 giungerà alla terza edizione) è stato nominato AD di Generali Welion ed è lui a ricordare che grazie “alla expertise nel welfare integrato, grazie anche ai vasti programmi di welfare dedicati ai nostri quindicimila dipendenti, alla conoscenza del mercato maturata con Welfare Index PMI e alla nostra ampia offerta assicurativa, Generali Welion sarà in grado di offrire consulenza e servizi su tutte le iniziative di welfare integrato” nel cui ambito rientrerà l’impiego di piattaforme web destinate non solo alla gestione dei piani di welfare aziendale e dei programmi di flexible benefit (in tal caso in partnership con EasyWelfare), ma anche alla realizzazione di programmi di engagement dei dipendenti delle aziende clienti.
La nuova società, ha proseguito Mencattini, “non si limiterà a gestire piani di flexible benefit, ma offrirà con le sue piattaforme tutti i servizi necessari alla realizzazione di piani sanitari sia per i dipendenti e per le loro famiglie, sia per le aziende presso le quali quei dipendenti operano, anche con servizi di prima diagnostica on site, sul luogo di lavoro. Ad esempio con i corner di telemedicina. Analogo approccio varrà per il tema long term care” sul quale ci sarà senz’altro da lavorare perché è ancora poco sentito dai lavoratori e dalle aziende che pure possono contare, entrambi, sulla defiscalizzazione dei premi assicurativi pagati per questo tipo di polizze.
Per centrare questi obiettivi Generali Welion (che sarà operativa da gennaio 2018) supporterà la capillare rete di vendita di Generali Italia chiamata ad espandere la sua azione per la diffusione del “welfare integrato” anche in settori che solo più recentemente si sono avvicinati a questo tema (come nel caso degli studi professionali).
Marco Sesana, concludendo la presentazione, ha infine chiarito che “se sanità integrativa e previdenza complementare saranno i due driver principali, almeno inizialmente, dell’azione di Generali Welion, non minore importanza prospettica avrà lo sviluppo dell’area dei servizi per il welfare aziendale nel quale lo scenario competitivo è destinato a semplificarsi con un minor numero di player tradizionali e l’affermarsi di player innovativi”. Tra questi ultimi, è il caso di dirlo, la parte del “leone” la vuol fare Generali Welion.