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Il nuovo accordo aziendale sottoscritto da Landoor, società di traduzioni e interpretariato con sede a Milano, e dalle rappresentanze sindacali del territorio è una notizia molto interessante. Come spesso vi abbiamo raccontato nei nostri approfondimenti, fare welfare nelle micro, piccole e medie aziende non è facile; e anche per la Landoor, che conta “solo” 14 dipendenti, non lo è stato.

Dopo alcuni mesi di trattativa e di confronto con le parti sociali, la società è riuscita a realizzare un’intesa innovativa nel suo genere che prevede misure importanti in tema di premio di risultato, flessibilità dell’orario di lavoro, smart working e welfare.

L’innovazione non è tanto nell’articolazione del piano welfare ma, piuttosto, in quelli che sono gli attori coinvolti. Come ha infatti evidenziato Ivan Notarnicola, operatore della Fisascat Cisl milanese che ha seguito da vicino la vicenda, “al di là dell’accordo in sé, è il percorso che ha portato alla sua stesura dell’intesa ad aprire un possibile nuovo capitolo. Le imprese con meno di 15 dipendenti sono infatti esonerate dall’obbligo di ‘far entrare i rappresentanti dei lavoratori in azienda’: una storia tradizionalmente intessuta di ostinata diffidenza e di una pressoché totale assenza di dialogo. Nel caso di Landoor si è invece creata un’alleanza decisamente insolita. Una disponibilità alla discussione e una trasparenza nella condivisione delle informazioni, anche di quelle più gelosamente custodite da un imprenditore, che hanno sorpreso anche noi di Fisascat Cisl”.

I contenuti dell’accordo di secondo livello

L’accordo siglato da Landoor, che avrà validità triennale, è il risultato di mesi di serrato e non sempre facile confronto. In primo luogo, le parti si sono messe fianco a fianco per analizzare fattori economici e finanziari, condizioni di mercato e sostenibilità per l’azienda di una negoziazione economica del premio di risultato. Il tutto alla luce delle novità introdotte dalle Leggi di Stabilità 2016 e del 2017, che – come più volte vi abbiamo raccontato – hanno incentivato la conversione del premio aziendale in un bonus da spendere in beni e servizi di welfare erogati dall’azienda.

Questo è però solo uno degli impegni presi dalle parti sociali. L’intesa introduce poi alcuni interventi in ottica di conciliazione vita-lavoro e flessibilità; in particolare, stando all’accordo, ciascun dipendente può organizzare la propria giornata lavorativa in ufficio gestendo in autonomia di pause e permessi. Proprio per consentire questa flessibilità, Landoor è dotata di un’infrastruttura tecnologica che consente l’accesso sicuro da remoto in cloud alla rete aziendale, da qualunque luogo e con qualunque dispositivo.

Grazie a tali opportunità, tutti i collaboratori della società hanno la possibilità di usufruire dello smart working per alcuni giorni al mese, lavorando così da casa o da spazi di co-working. L’adesione al lavoro agile è comunque volontaria e regolata da un accordo individuale tra lavoratore e azienda, come previsto dalla normativa vigente.

“Weldoor”, il programma di welfare aziendale

Per quanto riguarda i servizi di welfare in senso stretto, Adele Nardulli, CEO della società, afferma che “in Landoor abbiamo sempre creduto che la centralità e il benessere della persona nel luogo di lavoro costituiscano un punto di forza per l’azienda. Proprio per questo abbiamo sempre investito molto e, grazie al recente accordo, abbiamo messo a punto un piano di welfare che ha anche un nome: Weldoor”.

Questo programma spazia dai servizi salva-tempo – come il servizio di lavanderia e farmacia, lo sportello per avere informazioni sui servizi del territorio e altri servizi di disbrigo pratiche – all’accesso allo spazio fitness e relax; questo è possibile anche grazie alla particolare ubicazione degli uffici di Landoor, che sono situati presso il business hub di via Copernico 38, a Milano.

Attraverso il piano di welfare, i dipendenti hanno accesso anche a fisioterapisti, nutrizionisti, riflessologi plantari a prezzi convenzionati. Inoltre, sono garantite delle giornate di informazione sanitaria gratuite a cura di medici specialisti, dal dermatologo all’angiologo fino all’oculista.

“Il nostro progetto di welfare – conclude Nardulli – può e deve diventare un esempio per l’intero tessuto produttivo nazionale, fatto di piccole e piccolissime realtà nelle quali il sindacato fatica ad entrare e non è ben visto. La nostra esperienza dimostra che, anziché demonizzare la controparte, è possibile e auspicabile aprire le porte al confronto, perché dalla condivisione delle scelte non possono che derivare una maggiore soddisfazione e motivazione per tutti, lavoratori in primis”.