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Il 30 giugno 2014 sono scaduti i termini per presentare i progetti elaborati dalle alleanze territoriali e locali per poter accedere al finanziamento della Regione Lombardia per le Reti Territoriali di conciliazione (RTC), finalizzate a sviluppare e consolidare sul territorio regionale le politiche di conciliazione famiglia-lavoro. Le alleanze territoriali – costituite da associazioni di famiglie e dalle parti sociali, economiche e culturali che promuovono sul territorio le politiche di conciliazione – hanno inviato alla Regione i progetti, ora in fase di valutazione da parte dell’assessorato competente. A breve, i progetti che risulteranno idonei saranno pubblicati sul sito web della Regione e potranno quindi essere implementati grazie al co-finanziamento regionale. Prima di essere presentati alla Regione, i piani sono stati sottoposti a verifica da parte delle quindici ASL territoriali che hanno definito i bandi e sono le “capofila” delle RTC. In attesa di sapere quali saranno le iniziative finanziate dalla Regione, si presentano le principali caratteristiche dei bandi e – in base all’analisi di alcune recenti esperienze nel settore delle politiche di conciliazione – si delineano alcune possibili iniziative da implementare.


Le caratteristiche dei bandi

I quindici bandi delle RTC presentano – come riportato nella tabella 1 – alcune caratteristiche fondamentali, che riguardano in particolare le risorse messe a disposizione dalla Regione, la percentuale di cofinanziamento e l’importo minimo e massimo di finanziamento per progetto.
 

Tabella 1. Le caratteristiche dei bandi territoriali

Come previsto dalla Delibera della Giunta Regionale n. 1081 del 12 Dicembre 2013 sulla valorizzazione delle politiche territoriali di conciliazione e del welfare, le risorse destinate ai singoli piani di azione territoriale sono commisurate a una serie di criteri volti a individuare le aree di maggiore bisogno di misure di conciliazione famiglia-lavoro. Pertanto il finanziamento previsto per le varie aree territoriali varia da un minimo di 46.262,75 in Vallecamonica, a un massimo di 434.422 per la rete di Milano. Inoltre, il decreto n. 2058, che definisce le modalità attuative della delibera, non sancisce l’obbligatorietà del cofinanziamento; tuttavia tutti i bandi hanno previsto una percentuale minima di compartecipazione finanziaria, che varia da un valore del 10% per il bando di Brescia, a un massimo del 30% per quello della Vallecamonica, mentre Milano ha posto un limite minimo di cofinanziamento per piano almeno pari a 50.000 euro, e fino a un massimo di 240.000 euro. Rispetto al finanziamento dei piani, i bandi di Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Milano 2, Monza-Brianza e Varese hanno stabilito una limite massimo per progetto, mentre solo Bergamo ha inserito anche una soglia minima.

I criteri di valutazione dei progetti stabiliti dai soggetti capofila – indicati dettagliatamente nella tabella 2 (clicca qui per consultare) – mostrano alcuni requisiti comuni tra i diversi bandi. Tra tali requisiti si annoverano:

  1. la coerenza fra gli obiettivi prefissati nei progetti e le strategie che s’intendono porre in essere, presente in tutti i bandi a eccezione di quello bergamasco;
  2. il grado di sostenibilità nel tempo delle iniziative proposte nell’ottica di una futura messa a sistema a livello territoriale, richiesto in tutti i casi tranne tre, i bandi di Cremona, Vallecamonica e Sondrio;
  3. coerenza tra il progetto presentato e i bisogni territoriali ai quali si intende rispondere – presente in nove bandi (Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Milano 1, Milano 2, Varese, e Vallecamonica);
  4. la capacità di cofinanziamento espressa dall’alleanza locale – nei casi di Bergano, Brescia, Como, Lecco, Mantova, Milano, Milano 1, Milano 2, Pavia e Sondrio;
  5. la garanzia di qualità e affidabilità da parte delle alleanze – bandi di Brescia, Bergamo, Cremona, Lodi, Mantova, Monza-Brianza, Vallecamonica e Sondrio;
  6. il grado di innovazione delle misure previste nei piani di azione – menzionato nei casi di Brescia, Como, Cremona, Lodi, Mantova, Milano 2, Pavia e Varese;
  7. la capacità dei piani di integrare le azioni progettuali con la programmazione e le politiche territoriali – per i bandi di Lodi, Milano, Milano 1, Milano 2, Monza-Brianza, Pavia, Varese e Sondrio;
  8. il numero di beneficiari previsto dall’alleanza – criterio di valutazione per Sondrio, Como, Pavia, Monza-Brianza e Cremona. 

I bandi predisposti dalle ASL di Bergamo, Milano e Milano 2 individuano tra i criteri di valutazione anche gli strumenti che favoriscono la contrattazione di secondo livello. Altri criteri di valutazione, meno frequenti, sono riportati nella sopra citata tabella.


Quali progetti possibili?

In base a una ricognizione delle iniziative volte a favorire la conciliazione famiglia-lavoro già attuate in Lombardia – tratte dai progetti delle RTC e dalle misure di welfare aziendale raccolte dall’Osservatorio sulla contrattazione della Cisl Lombardia, ovvero riportate nei Programmi Regionali per favorire la conciliazione – si propongono una serie di misure che sembrano essere particolarmente rilevanti e che possono rappresentare fonte di ispirazione per la realizzazione di progetti sul territorio.

Gli interventi che seguono sono stati suddivisi rispetto al tipo di strumenti predisposti – servizi, risorse di tempo e risorse economiche – per favorire la conciliazione tra gli impegni lavorativi e quelli familiari. Particolare attenzione meritano i bisogni che si presentano nelle varie fasi della vita – quelli di cura dei bambini, in particolare nella prima infanzia, e delle persone in condizioni di fragilità, quali gli anziani, i disabili e le madri al momento del reinserimento al lavoro dopo la maternità.


Servizi

  • Piccolonido Carsana di Lecco – Realizzazione di un servizio di conciliazione (asilo nido) da parte di una media/grande azienda cui si sono associate realtà produttive di dimensioni inferiori, creando così un progetto inter-aziendale. Il servizio è a disposizione dei dipendenti della medesima azienda e la gestione dell’asilo nido è affidata a una scuola dell’infanzia situata nei pressi della medesima struttura. Apertura asilo: 9 ore e 15 minuti. Orari a tempo pieno, o part-time. Rette: proporzionali alle ore frequentate e al reddito familiare.
     
  • “Il villaggio dei folletti” di Lecco – Associazione di medio/piccole aziende che avviano un progetto interaziendale affidando a un soggetto del terzo settore la gestione del servizio di conciliazione. Ammessi al nido aziendale: figli dei dipendenti ed enti convenzionati, bambini residenti e non nel medesimo comune delle aziende. Orario: 7.30-18.00 con possibilità di orari flessibili (anche part-time). Per i bambini che frequentano tale nido vi sono iniziative flessibili: a) possibilità di frequentare il nido anche durante le ore pomeridiane (blocco di 10 ore ad un costo definito da utilizzare a proprio piacimento); apertura del nido di sabato mattina (8.00- 12.00 escluso il pranzo).
     
  • Regione Emilia Romagna – Sostegno alla creazione e all’implementazione di servizi per la prima infanzia tramite finanziamenti volti a soggetti pubblici e privati; interventi di prolungamento del tempo di apertura dei servizi (sia servizi educativi che scuole) per le attività in orari extrascolastici per i bambini.
     
  • Contrattazione aziendale di Patheon e Ferrero – Colonie estive per i figli dei dipendenti. Questo servizio è frutto della contrattazione aziendale e l’osservatorio sulla contrattazione della Cisl Lombardia riporta che Patheon e Ferrero hanno adottato questa misura: la prima ha stanziato un budget pari a 20.300 euro, prevedendo che il 15% del contributo sia a carico del dipendente, Ferrero ha previsto le colonie per i bambini dai 6 agli 11 anni.
     
  • Contrattazione territoriale di Saronno e Siziano – Mantenimento dei servizi agli anziani e ai disabili.
     

Risorse di Tempo (retribuite e non)

  • Contrattazione decentrata in Lombardia

– Un giorno di riposo per la nascita del figlio – misura a sostegno della paternità. In base all’analisi realizzata dall’osservatorio della contrattazione della Cisl Lombardia, alcune aziende hanno implementato tale misura tramite la contrattazione aziendale: tra queste Roche Diagnostic, Mythen, Henkel, Tesmec e Archimica. Quest’ultima ha previsto due giorni di riposo.

– Un giorno di riposo per i lavoratori che stanno per diventare papà. Questo è il caso della Sircatene, come rilevato dall’osservatorio sulla contrattazione della Cisl Lombardia.

– Permessi retribuiti di tre giorni per la nascita del figlio, destinati ai padri. Frutto della contrattazione aziendale in Philips.

– Permessi retribuiti per malattia del figlio fino a tre anni. L’osservatorio sulla contrattazione di Cisl Lombardia riporta che questa misura è stata implementata attraverso la contrattazione di secondo livello da diverse aziende, tra cui Krino.

– Ore retribuite per assistenza o visita pediatrica del figlio fino a 8 anni. Secondo l’osservatorio di Cisl Lombardia, questo intervento è stato introdotto attraverso la contrattazione aziendale in Merksharp.

– Permessi per la nascita del figlio, visite mediche e terapie – fruizione di un’ora alla volta di permessi retribuiti. Questo è il caso di Citroen, Reply e Exide tecnologies, che tramite la contrattazione aziendale hanno introdotto la possibilità di usufruire di questi permessi.

– Monte ore annuo per madri che devono assistere i figli inferiori a 3 anni. Questo intervento è stato l’esito della contrattazione di secondo livello per l’azienda M&M.

– Flessibilità in entrata/uscita con riduzione della pausa pranzo a mezz’ora per lavoratori con esigenze di cura di figli fino a 11 anni e/o altri familiari di primo e secondo grado. Attraverso l’osservatorio della Cisl Lombardia emerge che tale misura è stata frutto della contrattazione aziendale presso Metelli.

– Part-time post-maternità fino a 3 anni del figlio. Misura adottata attraverso la contrattazione aziendale dall’azienda Krino.

– Regolamentazione della banca delle ore. L’osservatorio sulla contrattazione della Cisl Lombardia ha evidenziato che tale misura è adottata abbastanza frequentemente nelle aziende tramite la contrattazione di secondo livello.

– Permessi per lutti familiari – fruizione di un’ora alla volta di permessi retribuiti. L’osservatorio sulla contrattazione della Cisl Lombardia identifica queste misure esito della contrattazione aziendale di Reply, Exide tecnologies e Citroen.

  • Regione Piemonte – Sostegno a modalità flessibili di organizzazione del lavoro: formule organizzative di lavoro decentrato per introdurre e/o rafforzare modelli flessibili di telelavoro. Attivazione dell’utilizzo di contratti part-time con modalità flessibili e reversibili, anche in posizioni medio/alte. Attivazione del job sharing, anche in posizioni medio-alte, e della job rotation. In tutti i casi verranno riconosciute le spese relative all’attività di adeguata formazione per il personale, nel periodo di realizzazione di progetti. Obiettivo: organizzazione del lavoro più flessibile e attenta alle esigenze di conciliazione, elemento indispensabile per la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro.
     

Risorse Economiche

  • Contrattazione decentrata in Lombardia

– Contributi o convenzioni aziendali per asili nido. L’osservatorio della Cisl Lombardia rileva che per mezzo della contrattazione aziendale questa misura è stata implementata daalcune realtà aziendali, tra cui Roche Diagnostic, Granarolo e Patheon.

– Agevolazioni per asili nido. Secondo l’osservatorio sulla contrattazione di Cisl Lombardia, tale misura è stata adottata nel comune di Pavia tramite la contrattazione con i sindacati.

– Voucher aziendali per la fruizione di servizi ricreativi (accreditati) del tempo libero nei periodi di vacanza per i figli dei dipendenti. L’utilizzo di tale strumento flessibile consente alle famiglie di scegliere liberamente la soluzione più opportuna e confacente alle proprie necessità di conciliazione. Questa esperienza è stata sperimentata a Lecco.

– Regolamento per il sostegno economico all’inserimento di anziani e disabili in strutture residenziali. Secondo l’osservatorio sulla contrattazione di Cisl Lombardia il regolamento è stato realizzato tramite la contrattazione tra i sindacati e il Comune di Bergamo.

  • Regione Piemonte – Incentivo all’utilizzo del congedo parentale da parte dei padri: forma di parziale integrazione al reddito rispetto al 30% previsto dalla normativa vigente per i padri lavoratori dipendenti di imprese private che fruiscono del congedo parentale in tutto o in parte al posto della madre lavoratrice dipendente. Questo incentivo è stato introdotto nel Programma della Regione Piemonte e gli attori principali saranno le Province e i Comuni.

Da ultime, ma non meno importanti, vi sono le azioni d’intervento per la tutela e la promozione dell’occupazione femminile, tra cui possiamo annoverare le misure per un buon reinserimento lavorativo per le lavoratrici dopo il periodo di maternità, presenti nel programma della regione Sicilia ma anche i percorso formativoi e di counselling per il rientro dalla maternità nei programmi delle regioni Toscana e Piemonte. L’analisi dei contenuti dei futuri progetti RTC costituirà – anche in relazione alle iniziative riportate sopra – un momento importante per valutare le potenzialità delle politiche di conciliazione nella prospettiva di forme di collaborazione pubblico-privato volte a contrastare le difficoltà e le tradizionali lacune del sistema di welfare italiano

 

Riferimenti

I criteri di valutrazione dei progetti presentati dalle alleanze territoriali alle Asl

Programmi Regionali per favorire la conciliazione

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