Gli artigiani lombardi solo nel 2016 hanno creato Wila, il welfare integrativo lombardo dell’artigianato che offre prestazioni di sanità complementare e altri servizi. «Per esempio se un lavoratore – racconta Roberto Benaglia, responsabile dell’Osservatorio Cisl sulla contrattazione di secondo livello – non ha nessuno che possa guardare l’anziano genitore malato, Wila gli offre l’assistenza gratuita per sei mesi».
Gli artigiani piemontesi da quest’anno, da quando non possono più accedere alla cassa integrazione in deroga, si sono addirittura costruiti un ammortizzatore sociale su misura. E dall’inizio di quest’anno possono beneficiare di un contributo pari al 40% della retribuzione per un massimo di 624 ore nel caso in cui la propria impresa dovesse entrare in crisi. Tutto ciò grazie a un accordo siglato tra l’Ebap (l’ente bilaterale dell’artigianato piemontese) e Cgil, Cisl e Uil. Non solo welfare aziendale, insomma. I benefit ai lavoratori delle piccolissime imprese, soprattutto in alcuni settori come il commercio, il turismo, l’edilizia, e l’artigianato, spesso arrivano attraverso gli enti territoriali e i fondi bilaterali, gestiti insieme da datori di lavoro e sindacati, che li finanziano versando dei contributi.
Dagli artigiani ai commercianti: nel Nord il welfare ormai dilaga
La Repubblica, 4 dicembre 2017