Realizzare un percorso formativo in grado di accompagnare chi vuole imparare a gestire reti sociali complesse e realizzare iniziative di welfare di comunità e di sviluppo territoriale con un approccio votato all’innovazione sociale.
È con questa idea che Percorsi di secondo welfare, Progetto Mirasole, Pares e CSV Milano hanno scelto di mettere a fattor comune le proprie specificità per realizzare WelCom – Manager del Welfare di Comunità. Adottando un’ottica cross-settoriale che unisce le loro competenze nel campo dell’imprenditoria sociale, del volontariato, del welfare, dell’animazione di reti e della ricerca accademica, con questo corso intendono formare nuovi professionisti che siano in grado di individuare, sostenere e diffondere risposte innovative ai bisogni delle loro comunità. Lanciata in ottobre, la prima edizione di WelCom ha raccolto un grande interesse, tanto che le iscrizioni per il corso in partenza a gennaio sono state chiuse ben prima della scadenza prevista.
Di fronte a un entusiasmo inaspettato e alla luce delle tante ulteriori richieste di partecipazione che sono arrivate, i promotori hanno scelto di organizzare rapidamente una nuova edizione del corso che potesse partire a stretto giro. Così è nata la Spring Edition 2025 di WelCom, che si svolgerà tra marzo e maggio 2025, a cui è già possibile pre-iscriversi fino al 15 febbraio prossimo.
Per capire meglio il perché di questo interesse e, più nel concreto, come funziona questo corso, abbiamo chiesto a Ivano Abbruzzi, referente attività formative di Progetto Mirasole e coordinatore di WelCom, di rispondere a qualche domanda.
Ivano, la prima edizione di WelCom ha riscosso un grande successo, tanto che si è scelto di lanciare subito la Spring Edition. Perché secondo te c’è questo grande interesse?
Il mondo del welfare è in grande fermento: il sistema tradizionale del welfare state italiano ha dimostrato grandi limiti, soprattutto di fronte a sfide sociali nuove e sempre più ampie; al contempo si sono diffusi tra gli operatori del Pubblico e del privato sociale nuovi approcci che mettono al centro parole come integrazione, multidimensionalità, prevenzione, capacitazione, attivazione,comunità, partecipazione.
Oggi esiste un movimento culturale in cui è possibile mettere a sistema diversi talenti e risorse e di rispondere ai problemi sociali in una logica meno prestazionale e più sostenibile. E che ora può anche contare sul Codice del Terzo Settore, che offre strumenti e modalità operative per lavorare di concerto tra i diversi attori del welfare locale, arricchendo e potenzialmente rivitalizzando quanto definito in temi di politiche e di concertazioni territoriali già dalla legge 328 nel 2000.
Capire come sfruttare tutto questo potenziale però non è facile, perché per agire un cambio di paradigma sociale che adotti logiche sistemiche servono preparazione e capacità. Ecco perché WelCom, che punta a fare tutte queste cose, credo abbia avuto un riscontro così positivo.
Dato questo contesto, ci spieghi meglio quali competenze intende formare il corso e a chi si rivolge?
WelCom vuole contribuire alla formazione degli attori chiave delle reti di welfare che sono chiamati a dare un contributo più determinante o che vogliono prepararsi per assumere un ruolo di promotore attivo.
Si rivolge quindi agli addetti del Pubblico e nel privato sociale che operano nei Comuni, nei distretti sociali e le aziende speciali, nelle cooperative e imprese sociali, nelle associazioni: si tratta principalmente di dipendenti e liberi professionisti con funzioni di coordinamento dei processi di welfare locale, ma abbiamo riservato qualche posto per accogliere anche volontari delle associazioni di base e neolaureati.
L’intento generale è quello di creare un contesto-classe capace di simulare la pluralità degli attori del lavoro di comunità ed essere esso stesso laboratorio per praticare i diversi apprendimenti sollecitati dal corso. Si tratta di conoscenze specifiche, sociali e giuridiche, nella formulazione concertata delle politiche territoriali e di competenze operative per la progettazione di interventi di welfare di comunità, per il coinvolgimento e la mobilitazione delle risorse territoriali e per l’impiego di strumenti innovativi per la comunicazione e la gestione di reti di welfare locali.
Andando più nello specifico, come si struttura l’offerta formativa?
L’offerta formativa di WelCom si sviluppa su un totale di 50 ore di attività didattiche, suddivise in tre aree tematiche principali.
La prima, Conoscere lo scenario, è dedicata a fornire una comprensione approfondita dei contesti sociali e delle evoluzioni politiche e normative che caratterizzano il sistema del welfare locale. Per farlo viene dato particolare rilievo agli strumenti introdotti dalla Riforma del Terzo Settore, offrendo una panoramica sulle opportunità e sulle nuove pratiche che essa ha reso possibili. La seconda area, Sviluppare reti e sostenere comunità, è incentrata sull’acquisizione di tecniche e metodologie per la co-programmazione, la co-progettazione e la valutazione di interventi territoriali; i partecipanti esplorano strumenti operativi per costruire e rafforzare reti di partenariato tra attori pubblici, privati e del Terzo Settore, con l’obiettivo di generare collaborazioni efficaci e sostenibili. Infine, la terza area, Raccontare, narrare, coinvolgere, si focalizza sulla comunicazione come leva strategica per il successo dei progetti sociali e intende insegnare a utilizzare piattaforme digitali per favorire l’engagement delle comunità, sviluppare identità collettive e promuovere iniziative di welfare attraverso narrazioni coinvolgenti e mirate.
La didattica si articola in 5 mattine in presenza presso il CSV di Milano, 4 giornate intere presso l’Abbazia di Mirasole e 5 incontri online. Le lezioni della Spring Edition svolgeranno tra marzo e maggio 2025.
Qual è a tuo avviso l’aspetto più innovativo del corso?
Credo che la vera innovazione sia l’aver puntato alla crescita di un profilo capace di lavorare a tutto tondo sulle diverse fasi e dinamiche del welfare di comunità, assumendo più consapevolmente le diverse responsabilità chiamate in gioco: leggere i contesti e i bisogni, prendere iniziativa nella ricerca delle soluzioni e delle proposte, avere uno slancio progettuale strutturato, attivare collaborazioni in modo instancabile, sollecitare partecipazione in modo magnetico e gestire proattivamente le dimensioni di complessità legate al lavoro nei territori.
Per certi aspetti sono le questioni che riguardano ogni forma di management, ma sono calate nel contesto del lavoro di rete e di comunità con le caratteristiche che gli sono proprie e che sono spesso ben diverse da altri contesti in cui la figura del manager si esprime. E questo richiede un impegno più consapevole soprattutto nella direzione dello sviluppo di alcune competenze relazionali che oggi sono quanto mai preziose per il più ampio e generale obiettivo di dare coesione al nostro mondo in grande movimento.
Se chi ci legge si fosse incuriosito e volesse partecipare al corso in partenza, cosa deve fare?
Se l’offerta formativa presente sul sito del corso è di interesse, basta che contatti la segreteria iscrizioni tramite il form disponibile online, così può ricevere informazioni per l’iscrizione e confrontarsi sulla modalità migliore con cui effettuarla. Il corso, infatti, prevede diverse agevolazioni categoriali e sconti early bird per chi si iscrive entro il 15 gennaio. E soprattutto, consente di utilizzare i finanziamenti regionali rivolti a liberi professionisti e lavoratori con sede in Regione Lombardia nell’ambito del dispositivo “Formazione Continua”, che sostiene tramite voucher individuali dal 50% al 100% della tariffa del corso. È un’opportunità preziosa che consente anche a chi non avrebbe la disponibilità economica di accedere ad un corso in grado di formare competenze che saranno sempre più importanti per chi opera nel campo del welfare locale e dello sviluppo territoriale.