In Italia, il mondo del volontariato coinvolge oltre 4,5 milioni di persone ma da alcuni anni sta affrontando sfide crescenti. Giulio Sensi ha approfondito il tema in un’inchiesta pubblicata sul Corriere della Sera, frutto della ormai lunga collaborazione tra Secondo Welfare e la sezione Buone Notizie del giornale di via Solferino. L’articolo include le voci di Elisabetta Cibinel, Referente Area Filantropia di Percorsi di secondo welfare, di Piero Fusco, Responsabile Business Unit Enti Religiosi e Terzo Settore di Generali, di Maddalena Recla di Csv Trentino e di Simone Bucchi, Presidente del Csv regionale.
L’articolo, citando i dati del Censimento permanente di Istat, spiega che il numero di volontari continuativi diminuisce, nonostante l’interesse resti alto, poiché impegnarsi gratuitamente oggi richiede sforzi maggiori rispetto al passato, soprattutto per alcune categorie. “Anche il volontariato – sostiene Elisabetta Cibinel – è figlio del nostro tempo. I dati raccontano che l’Italia invecchia, diminuiscono le persone e questo pesa anche qui. Ma anche che le donne sono molto attive, però da una certa età in poi sono più assorbite dai lavori di cura e hanno meno tempo da dedicare al volontariato. I giovani invece lo vivono in un modo diverso rispetto alle altre generazioni, soprattutto per le prospettive lavorative più precarie”.
Alla luce di queste trasformazione, il mondo del volontariato è chiamato ad adottare modelli più flessibili e inclusivi. Progetti innovativi in questo senso vengono da Trento, Capitale Europea del Volontariato 2024, dove il bando “Gic – Giovani Idee per la Comunità” (al centro della sesta puntata di Intrecci) promuove il protagonismo giovanile, mentre a Torino il progetto “Tu per Tu” aiuta i migranti a migliorare l’italiano attraverso tutor volontari. Anche iniziative come “People Raising 2024” puntano a coinvolgere nuovi volontari adattandosi a motivazioni ed esigenze contemporanee.
Sensi spiega poi come il volontariato rimanga fondamentale soprattutto nelle aree interne dove, gli ricorda Cibinel “le relazioni sociali devono essere rafforzate, per “ricucire” le persone e gli Enti del territorio. Il volontariato fa qualcosa che non può essere fatto da nessun altro, perché si basa su uno scambio gratuito che rafforza relazioni di fiducia su cui si possono creare le condizioni anche per invertire le dinamiche di sviluppo economico e sociale”. È il caso delle Marche dove, soprattutto nelle aree colpite dal terremoto del 2016, il volontariato è in prima linea.