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Concluse le consultazioni lanciate lo scorso maggio rispetto alle Linee Guida elaborate dal Governo annunciate nel corso del “Salone del Volontariato Italiano”, giovedì 10 luglio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Disegno di Legge Delega per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale, proposto dal Presidente Matteo Renzi e dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti.

 

Entro 6 mesi, il Governo dovrà dunque adottare uno o più decreti legislativi per il "riordino e la revisione organica della disciplina degli enti privati del Terzo settore e delle attività che promuovono e realizzano finalità solidaristiche e di interesse generale, anche attraverso la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale in attuazione del principio di sussidiarietà, al fine di sostenere la libera iniziativa dei cittadini associati per perseguire il bene comune, elevare i livelli di cittadinanza attiva, coesione e protezione civile, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona e valorizzando al contempo il potenziale di crescita ed occupazione del settore". I tempi previsti sono perciò ipotizzabili in circa 12 mesi.

 

Una riforma snella che dovrebbe mirare alla semplificazione, riorganizzazione e promozione del terzo settore, e attraverso cui si dovrebbe iniziare a riconoscerne la giusta rilevanza sia nel processo economico – in particolare per quanto riguarda l’impresa sociale – che in quello sociale, anche in vista di un maggiore coinvolgimento nella progettazione delle politiche sociali. "Il dato politico rilevante è che il terzo settore diventa parte integrante di un disegno di riforma dello Stato, di cui fanno parte anche la riforma del lavoro e quella istituzionale", ha dichiarato infatti il sottosegretario al Lavoro con delega al Terzo settore Luigi Bobba.
 

Servizio civile

Il testo approvato prevede l’istituzione di un Servizio civile universale finalizzato alla difesa non armata attraverso modalità rivolte a promuovere attività di solidarietà, inclusione sociale, cittadinanza attiva, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale della nazione, sviluppo della cultura dell’innovazione e della legalità nonché a realizzare un’effettiva cittadinanza europea e a favorire la pace tra i popoli. Sarà quindi aperto ai giovani tra i 18 e i 28 anni, italiani ma anche cittadini dell’Unione Europea e stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, e potrà essere svolto anche all’estero. La durata del Servizio civile dovrà inoltre essere compatibile con le esigenze di vita e di lavoro dei giovani e le competenze acquisite durante l’espletamento del servizio civile dovranno essere riconosciute e valorizzate in funzione del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo. In questo modo quindi, potrebbe diventare un’occasione di arricchimento personale ma anche professionale. Un aspetto importante è infatti che il servizio civile non diventi un espediente per assumere personale a costo ridotto, dimenticandosi del valore sociale che invece gli è proprio.

Imprese sociali

Le imprese sociali potranno ripartire utili “nel rispetto di condizioni e limiti prefissati” e sarà riformata in questo senso la disciplina dettata dal Decreto legislativo 155/2006. La normativa attuale non riconosce infatti incentivi fiscali a queste imprese, e impone loro una serie di vincoli, tra cui il divieto di distribuire utili e avanzi di gestione, anche in forma indiretta. Il Ddl di riforma prevede invece il superamento di questo vincolo, l’ampliamento dei campi di attività e l’”individuazione dei limiti di compatibilità con lo svolgimento di attività commerciali diverse da quelle di utilità sociale”. Attraverso queste azioni, le imprese sociali dovrebbero essere potenziate e diventare anch’esse un veicolo di crescita e occupazione – a fronte del fatto che invece, ad otto anni dall’introduzione di questo nuovo soggetto nel nostro ordinamento, il numero delle nuove nate è stato soltanto di 852 unità (si rimanda a questo proposito ad alcuni dati del Sole-24 Ore).

Al fine di accrescerne le risorse economiche, il progetto del Governo prevede inoltre l’introduzione di misure fiscali volte a favorire gli investimenti di capitale nelle imprese sociali attraverso la razionalizzazione e semplificazione del regime di deducibilità e detraibilità dal reddito delle persone fisiche e giuridiche delle erogazioni liberali, in denaro e in natura; la previsione per le imprese sociali di accedere a forme di raccolta di capitali di rischio tramite portali on line, in analogia a quanto previsto per le start-up innovative; l’introduzione di misure fiscali agevolative, volte anche a favorire gli investimenti di capitale, dell’istituzione di un apposito fondo rotativo destinato a finanziarle; l’introduzione di meccanismi volti alla diffusione dei titoli di solidarietà e di altre forme di finanza sociale finalizzate a obiettivi di solidarietà sociale (per informazione sui nuovi strumenti di finanza sociale si rimanda alla nostra sezione dedicata);

Cinque per mille

Si prospetta un riordino complessivo che porti a ridefinire i potenziali beneficiari, che ogni anno superano ormai quota 40 mila. "Tra gli enti non profit beneficiari del cinque per mille – sottolinea Luigi Bobba, – ci sono 70 circoli di golf e oltre 3 mila soggetti che non ricevono neanche un euro, in base alle scelte dei contribuenti. E’ opportuno rivedere le regole – continua – per premiare fiscalmente i soggetti più meritevoli". In effetti il disegno di legge prevede anche il riordino delle regole fiscali sugli enti non profit, con l’introduzione di un regime di tassazione che tenga conto delle finalità solidaristiche e di utilità sociale degli enti.
 

Semplificazione e riorganizzazione

Il progetto prevede la semplificazione e riorganizzazione della disciplina legislativa in materia – che conta ben 15 misure che vanno dalla legge sugli Enti ecclesiastici all’ultimo decreto legge sulle start up a vocazione sociale -, secondo quanto anticipato a Lucca in occasione del Festival del Volontariato: revisione del Libro primo, Titolo secondo, del Codice civile, scritto nel 1942; riordino e coordinamento delle altre disposizioni vigenti, compresa la disciplina tributaria anche con l’adozione di un Testo Unico; riorganizzazione del sistema di registrazione degli enti e di tutti gli atti di gestione rilevanti secondo criteri di semplificazione, attraverso la previsione di un registro unico del Terzo settore. Si prevede inoltre “di procedere al riordino” e alla revisione dell’attuale disciplina in materia di attività associative, di volontariato e di promozione sociale, in particolare della legge-quadro sul volontariato (legge 11 agosto 1991, n. 266) e della legge di disciplina delle associazioni di promozione sociale (legge 7 dicembre 2000, n. 383). L’obiettivo è, quindi, quello di modernizzare il sistema e superarne la frammentazione.

Un aspetto importante riguarda infine la valorizzazione del ruolo degli enti nella fase di programmazione, a livello territoriale, relativa anche al sistema integrato di interventi e servizi socio-assistenziali, di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale, secondo quanto sarebbe già dovuto avvenire da tempo, grazie all’istituzione dei Piani di Zona.

Beni immobili

Infine, per sostenere il Terzo settore si prevede la promozione dell’assegnazione in favore degli enti ad esso appartenenti degli immobili pubblici inutilizzati, nonché, tenuto conto della disciplina in materia, dei beni immobili e mobili confiscati alla criminalità organizzata, secondo criteri di semplificazione e di economicità, anche al fine di valorizzare in modo adeguato i beni culturali e ambientali. Un modo intelligente di ridare utilità e valore ai sempre più numerosi edifici pubblici in stato di abbandono o non utilizzati.

Riferimenti

Ecco la riforma del terzo settore, Vita.it, 10 luglio 2014

Terzo settore, via libera alla distribuzione degli utili nelle imprese sociali, Valentina Melis, Il Sole 24 Ore, 10 luglio 2014

Comunicato Stampa del Consiglio dei Ministri

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