Mercoledì 5 luglio presso l’aula magna dell’Università di Padova è stato assegnato il primo Premio Angelo Ferro, istituito da Cassa di Risparmio del Veneto e Banca Prossima in memoria dell’imprenditore padovano scomparso il 13 marzo 2016. Il premio era aperto a organizzazioni di volontariato, onlus, cooperative sociali, enti ecclesiastici, associazioni di promozione sociale, associazioni e fondazioni che si sono distinte per aver dato un contributo significativo allo sviluppo dell’economia sociale, introducendo servizi o processi innovativi nel loro ambito di intervento.
Le realtà che hanno partecipato sono state 90, ma solo 5 di esse sono giunte alla fase finale dopo una lunga selezione operata dalla giuria composta da docenti, operatori ed esperti. Le finaliste sono: l’Associazione Avvocato di strada onlus di Bologna, che si occupa di tutelare gratuitamente cittadini senza dimora, donne vittime di tratta e persone in gravi condizioni di disagio; la Fondazione La Casa Onlus, realtà veneta specializzata nell’housing sociale che sviluppa soluzioni che valorizzano il patrimonio immobiliare pubblico e privato favorendo l’abitare sostenibile e inclusivo; la Fondazione Santa Elisabetta di Bolzano, che offre servizi di accoglienza residendiale a anziani, malati, persone con disabilità e in condizione di svantaggio sociale; la cooperativa sociale Insieme, che nel vicentino gestisce una filiera commerciale che si basa sui beni usati intercettando e valorizzando i rifiuti urbani e favorendo il ricliclo; la Cooperativa Sociale QUID, realtà del veronese che produce abbigliamento favorendo l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.
Ad aggiudicarsi i 20.000 euro in palio è stata proprio quest’ultima. QUID recupera tessuti donati o ceduti a prezzo di stock da aziende italiane e li trasforma in prodotti di moda realizzati con tecniche innovative di up-cycling, rispettando i requisiti di sostenibilità ambientale e sociale. Un terzo dei 60 dipendenti della cooperativa è infatti composta da persone svantaggiate con problemi di disabilità, tossicodipendenza o violenza domestica, ma anche da soggetti detenuti o in regime di semi-libertà. Nel 2016 QUID ha fatturato più di un milione di euro (il doppio rispetto all’anno precedente) vendendo oltre 20.000 capi di abbigliamento e circa 150.000 accessori di moda.