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Le Società di Mutuo Soccorso (Sms) sono nate in Europa tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento. Si è trattato di una delle prime forme di solidarietà della classe lavoratrice – antielitarie, libere dal controllo statale e autogestite – istituite per affrontare le spese inerenti malattia, decessi e disoccupazione in tempi in cui non vi erano tutele universalistiche. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, le Sms si sono sviluppate sia su base territoriale che professionale, sia nei centri urbani che nelle campagne, erano di orientamento socialista e di orientamento cattolico.

Le Sms hanno visto ridursi il proprio ruolo con l’affermazione dello Stato Sociale nel Secondo Dopoguerra e per un lungo periodo i locali di queste Società si sono animate solo nei giorni di festa per occasioni ricreative e ludiche, trasformandosi in bar e ristoranti. Negli anni Novanta, le Sms sono riemerse come un fiume carsico. La loro storia si è infatti intrecciata con quella della crisi del welfare state (una sintesi di queste vicende storiche si trova qui): oggi infatti sono considerate un attore importante del secondo welfare.

Secondo la 2°Indagine Nazionale sulle Società di Mutuo Soccorso realizzata da Isnet in collaborazione con Confcooperative Sanità, Ansi (Associazione Nazionale Sanità Integrativa e Welfare) e Fimiv (Federazione Italiana della Mutualità Integrativa Volontaria) nel 2018 le Sms in Italia sono 995, in calo rispetto al numero del 2016 quando si è svolta la prima indagine (e di cui avevamo parlato qui).

Aumentano però le Sms che svolgono attività non occasionali (da 509 a 532) e tra queste quelle che svolgono attività socio-sanitarie (il 61%). Nel 2018 esse hanno erogato ai propri soci sussidi e prestazioni socio-sanitarie e assistenziali per 141 milioni di euro, pari al 63,3% dei contributi raccolti. Sono cresciute anche le aspettative: le Società che prevedono un aumento del numero dei soci sono passate dal 38% del 2016 al 42% del 2018.

Per parlare di queste realtà in crescita, tra il 10 e il 13 ottobre ha avuto luogo a Pinerolo e a Torino la prima edizione del Festival del Mutualismo. L’evento, realizzato con il supporto della Compagnia di San Paolo, è stato possibile grazie alla collaborazione tra l’associazione “Pensieri in Piazza”, la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Pinerolo e la Società di Mutuo Soccorso d’ambo i sessi “Edmondo De Amicis” con il coinvolgimento di tutte le istituzioni e le associazioni, sia del territorio che nazionali.

Il programma è stato ricco e ha offerto un assaggio delle diverse forme che sta assumendo il mutualismo oggi, mettendo a confronto l’esperienza delle storiche Sms con nuove realtà che si richiamano ai principi del mutualismo: dall’autorganizzazione dal basso in Grecia nel pieno della crisi economica al ruolo integrativo rispetto al welfare di grandi Sms presenti sul territorio nazionale. Tra queste, la Società Pinerolese è tra le più antiche d’Italia e tra le prime ad aver imboccato la trasformazione in Ente del Terzo settore: da piccolo operatore locale (2.500 soci) ha creato una rete di servizi in tutto il Piemonte. Se n’è parlato anche in un programma di approfondimento di RepubblicaTv – “L’unione fa la mutua” – dedicato alla crisi del welfare. Tra le recenti iniziative della Società Pinerolese si annovera la nascita di un ambulatorio sociale.

In tema di sanità integrativa, le mutue possono rappresentare l’unica alternativa alla logica for profit delle assicurazioni per le tante famiglie che sono costrette ad affrontare spese private per fronteggiare problemi di salute. La specificità delle Sms è importante: queste Società si compongono per statuto di soci con diritto di voto, non hanno scopo di lucro, offrono sussidi e prestazioni a soggetti in difficoltà economiche. Si pensi alla Società nazionale di mutuo soccorso Cesare Pozzo, con i suoi oltre 135mila soci, nata nel 1877, è oggi la più grande tra le realtà italiane che operano nel campo della mutualità integrativa sanitaria.

Durante le belle giornate del Festival si è parlato di questo, ma anche di molto altro. C’è stato spazio per affrontare i fondamenti filosofici ed etici dell’empatia, dell’altruismo e della solidarietà, per riflettere su come questi concetti si declinino oggi a fronte di un mondo dominato da nuove tecnologie e nuove forme di connessione. Diverse sono le sfide: come rifondare questi principi in una società dove spesso prevalgono il rancore e l’egoismo? Come ricostruire legami di solidarietà in un contesto nel quale viene meno il senso della prossimità e della comunità? Come coinvolgere le nuove generazioni, quel mondo di precari e partite IVA, che rimanendo ai margini del welfare e delle tutele fanno più fatica a organizzarsi?

Alcune risposte vengono dalle esperienze raccontate: come quella di Smart, Società Mutualistica per artisti presente in Italia e in tutta Europa. Si tratta giuridicamente di una cooperativa, e non di una Società di Mutuo Soccorso. Tuttavia questa realtà si richiama fortemente ai principi del mutualismo. Smart si propone come intermediario tra free lance e committenti, garantendo ai primi le tutele dei lavoratori dipendenti.

Dalla rinascita del mutualismo storico alle nuove forme di organizzazione dei lavoratori creativi e flessibili. La storia del mutualismo è ripartita.