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Nei mesi scorsi Spazio Aperto Servizi – cooperativa milanese che dal 1993 si occupa di persone che vivono in situazioni di fragilità attraverso servizi socio-sanitari, assistenziali, educativi e di accoglienza abitativa – ha dato vita a SAS Scuole, impresa sociale che ha recentemente assunto la gestione dell’istituto paritario Giovanni XXIII di Milano. Un dato che potrebbe apparire poco significativo viste le moltissime scuole paritarie che sono gestiste da organizzazioni di Terzo Settore – come cooperative, associazioni o fondazioni – ma che, alla luce del percorso che lo ha generato, a nostro avviso rappresenta una novità interessante per una parte importante del settore educativo italiano, che come sappiamo è duramente colpito dall’emergenza Covid-19.


Un’esperienza da mettere a frutto e l’imprevisto del Covid

In quasi 30 anni di attività Spazio Aperto Servizi ha accumulato molta esperienza nell’ambito educativo. Lo ha fatto anzitutto grazie al lavoro svolto a Milano e nell’hinterland con varie amministrazioni pubbliche e enti privati: gestendo asili nido e scuole dell’infanzia, attivando interventi di integrazione scolastica e progetti educativi, organizzando spazi per attività in orario pre e post scolastico, implementando centri estivi e campus durante i periodi di sospensione delle lezioni. Dialogando con la Presidente di Spazio Aperto Servizi Maria Grazia Campese è emerso come “col tempo all’interno della cooperativa, in particolare a seguito del lavoro svolto insieme alle scuole pubbliche di Milano, è cresciuta la volontà di investire maggiormente in questo settore, percepito come strategico anche a fronte dei crescenti fenomeni di abbandono ed esclusione”. Un’idea, dunque, che ha portato a una prima riorganizzazione interna, con la creazione di un settore specificamente dedicato all’educazione.

La pandemia si è paradossalmente dimostrata l’occasione per accelerare i processi collegati a questa volontà. Il lockdown è stato infatti l’“imprevisto” che, oltre alle nuove e complesse sfide poste dalle misure di contenimento dei contagi al nostro sistema educativo – che hanno rese ancora più palesi problematiche che colpiscono soprattutto le fasce più fragili -, ha portato Spazio Aperto Servizi a rafforzare i contatti con l’istituto paritario Giovanni XXIII di Milano. Nato negli anni Sessanta dall’esperienza della parrocchia “Gesù Maria Giuseppe”, questa realtà nota anche come “Giò 23” rappresenta un punto di riferimento importante per Villapizzone, quartiere della zona nord-occidentale della città delimitato da viale Certosa, il cavalcavia della Ghisolfa e la ferrovia che va verso Varese e Saronno. Oltre a una sezione primavera, una scuola dell’Infanzia e una scuola primaria, l’istituto offre infatti servizi educativi di vario genere – come laboratori e pre-post scuola – aperti a tutta la comunità. Eppure negli ultimi anni, nonostante l’impegno di docenti, educatori, genitori e parrocchiani, la Giò 23 ha dovuto affrontare crescenti difficoltà gestionali e, da ultime, tutte le incognite legate all’impatto del Covid-19. “In questa situazione complicata” spiega Campese “l’associazione di ex alunni Noi della Giò 23 ha pensato di rivolgersi proprio a Spazio Aperto Servizi per capire se e come potessero essere aiutati a rendere sostenibile la missione educativa della scuola in questa situazione”.

Per Spazio Aperto Servizi è stata l’occasione di “mettere a terra” la volontà di investimento nel settore educazione sviluppata in anni di attività e incrementatasi dopo l’arrivo del Coronavirus. E così, nei mesi del lockdown, i contatti si sono intensificati e “forti della sinergia che si è subito instaurata con la parrocchia e i docenti” sottolinea Campese “abbiamo assunto la gestione diretta dell’istituto costituendo a tal fine SAS Scuole”. 


SAS Scuole e il lavoro con la Giò 23

Poco prima dell’estate è stato avviato un percorso che il 1° settembre ha portato al “passaggio di consegne” ufficiale tra la parrocchia, che per quasi 50 anni ha gestito l’istituto, e la neonata impresa sociale. In questa fase sono state definite le linee pedagogiche dell’istituto, ma anche gli obiettivi che SAS Scuole intende perseguire: promuovere il riconoscimento dell’infanzia in relazione alle altre età della vita; migliorare la capacità dei docenti nell’individuare i bisogni legati al percorso di crescita degli alunni valorizzandone le differenze; promuovere l’adozione di approcci educativi e didattici basati sul rispetto dei diritti e sul coinvolgimento dei bambini in una logica di inclusione e di pari opportunità di apprendimento.

“Il nostro intento è salvaguardare la storia di un servizio di valore e punto di riferimento per le famiglie del territorio, puntando a fare della scuola un vettore di crescita per l’intera comunità”. L’obiettivo è quindi quello di sperimentare nuove forme di essere e stare con i bambini, ma anche sviluppare strumenti didattici innovativi capaci di far vivere i servizi educativi come momenti di incontro e confronto aperti al territorio. "Assieme alla Giò 23” continua la Presidente di Spazio Aperto Servizi “abbiamo l’occasione di sperimentare, proponendo e sviluppando la nostra idea di scuola come servizio dedicato non solo all’istruzione e all’educazione, ma uno spazio per costruire interventi relazionali più “ampi” a sostegno dei bambini e delle famiglie, promuovendo reti di reciprocità e rafforzando i legami e la partecipazione. Vogliamo costruire una scuola capace di dialogare con il territorio, un nuovo ‘spazio aperto’ ai bambini, alle famiglie e alla comunità”. Per farlo saranno adottate metodologie didattiche comuni basate sui principi del learning by doing, del lavoro in gruppo, della progettazione per obiettivi di didattica collaborativa capaci, appunto, di innescare processi partecipativi e inclusivi. 

Il tutto senza snaturare l’identità della scuola, il cui approccio educativo resterà ancorato ai principi di ispirazione cattolica. “Il fatto di prendere in gestione una scuola cattolica non è stato un problema” dice Campese. “Anzitutto abbiamo sentito da subito una grande affinità coi valori della cooperazione sociale e ci siamo resi conto di come la Giò 23 sia per il territorio uno spazio aperto e inclusivo, non settario, in cui l’elemento religioso genera libertà e accoglienza, non esclusione e chiusura come qualcuno potrebbe pensare. Pensiamo che la dimensione religiosa non strida ma sia invece una ricchezza”.


Perché si tratta di un percorso da tenere in considerazione

L’esperienza di SAS Scuole e della Giò 23 appare interessante sotto diversi punti di vista. C’è ovviamente l’approccio sperimentale, che mira a fare della scuola un luogo aperto al territorio anche oltre i normali orari delle lezioni, e attento tuttavia a non snaturare i principi e i valori da cui è nata l’esperienza della Giovanni XIII. Ma a meritare attenzione è anche la modalità con cui Spazio Aperto Servizi ha scelto di agire in tal senso.

Come detto all’inizio sono molte le scuole paritarie gestite da associazionicooperative o fondazioni. Queste organizzazioni, tuttavia, sono nella stragrande maggioranza dei casi l’esito di movimenti nati “dal basso”, ad esempio gruppi di educatori e/o genitori che per garantire la nascita costituzione o la continuità di un’esperienza educativa si mettono insieme adottando forme giuridiche che possano facilitare la loro azione. Talvolta può succedere che alcune di queste organizzazioni “allarghino” la propria operatività – prendendo ad esempio in gestione altre realtà educative che si trovano in difficoltà – ma resta sempre presente quella dimensione “originaria”, legata all’emersione di un bisogno diretto da parte di persone impegnate nella nascita e sviluppo di una data struttura educativa. Potremmo dire, per semplicità, che sono organizzazioni che si muovono per perseguire principalmente un obiettivo spiccatamente valoriale, in cui le questioni economiche e/o di business sono quasi sempre incidentali. 

La nascita di SAS Scuole è invece frutto di un percorso parzialmente diverso, in cui è chiaramente identificabile una dinamica che viene “dall’alto”. Spazio Aperto Servizi ha infatti costituito questa impresa sociale come esito di una chiara volontà di investire nel settore educativo; peraltro non tramite il potenziamento di un’area di intervento già presidiata dalla cooperativa, ma con la creazione di un soggetto autonomo che si occuperà specificamente dell’ambito scolastico. Anche se la “scinitilla” che ha portato alla nascita di SAS Scuole è scattata dal bisogno contingente della Giò 23, la scelta era covata da tempo dalla cooperativa, che vede questa come una possibilità di allargare le proprie attività nell’ambito educazione. Fermi i principi valoriali della cooperazione – che come detto appaiono peraltro sovrapponibili a quelli della Giò 23 – SAS Scuole si muove dunque con un’idea economica, di business e in autonomia rispetto alla "casa madre". Tanto che la stessa Presidente di Spazio Aperto Servizi parla di un vero e proprio investimento. “Crediamo” ci spiega Campese “che la scuola meriti investimenti importanti, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. Mai prima d’ora ci eravamo cimentati nella gestione diretta di una scuola. La scelta, in controtendenza, di investire in questo settore nel pieno di una pandemia risponde all’obiettivo e all’impegno di costruire un’offerta formativa accessibile e inclusiva”.

E in questo senso non stupisce che l’impresa sociale abbia un dialogo aperto con altre scuole paritarie. In una situazione in cui del resto tanti istituti si trovano in forte difficoltà a seguito del Covid-19 (ma molti registravano difficoltà economiche e gestionali già prima della pandemia), tanto che secondo alcuni esperti il 30% rischierebbe la chiusura, si aprono infatti possibilità interessanti e, probabilmente, impensabili fino a pochi mesi fa.

La domanda appare quindi lecita: siamo di fronte a un abbozzo di modello che potrebbe vedere una più stretta relazione tra imprese sociali e sistema scolastico paritario? Staremo a vedere.