L’ultimo numero del 2020 di Impresa Sociale, rivista edita da Iris Network e disponibile gratuitamente online, è interamente dedicato al tema della valutazione dell’impatto sociale. Come si legge nell’introduzione della rivista, i curatori hanno voluto dare spazio a voci e argomentazioni diverse, in alcuni casi contrastanti, che hanno permesso di delineare approcci e punti di vista differenti sul tema, nella speranza di offrire al lettore un quadro utile ad orientarsi su uno dei temi maggiormente discussi in questi anni, formandosi proprie opinioni.
Saggi e contributi per approfondire il tema della valutazione
Il Focus è aperto da un saggio di Sara Depedri che, a fronte del moltiplicarsi degli approcci proposti per la valutazione di impatto, sostiene la necessità di riflettere su quale risulti più utile in relazione agli obiettivi che un ente si pone. Seguono due contributi, rispettivamente di Gian Paolo Barbetta e di Marco Musella, che danno vita a un confronto a distanza sul tema della valutazione con metodo controfattuale: Barbetta auspicando e sostenendo, ogni qual volta possibile, l’adozione di un’impostazione controfattuale, Musella sollevando dubbi e perplessità su tale approccio.
I successivi due articoli guardano al tema della valutazione a partire dai lavori svolti: Luigi Corvo e Lavinia Pastore lo fanno sulla base di un’analisi di ampia portata che riassume gli esiti di oltre 300 report realizzati nei diversi continenti per trarre conclusioni sull’impatto sociale complessivo generato; Coda Moscarola e Demarie sviluppano considerazioni a partire dalle diverse iniziative di valutazione dei progetti di uno dei principali soggetti filantropici del nostro Paese, la Compagnia di San Paolo.
Infine, gli ultimi due contributi sviluppano il tema della valutazione nell’ambito di processi di apprendimento, non risparmiando critiche agli approcci oggi più diffusi. Marocchi individua l’urgenza di una valutazione in grado di contribuire all’evoluzione delle strategie delle organizzazioni e ancor più delle politiche; Stame fa emergere due diverse concezioni della valutazione, l’una tesa all’accountability, l’altra al miglioramento e quindi alle funzioni di learning.
In questa articolazione di punti di vista non sempre coincidenti, l’intento della rivista non è di sostenere una tesi a discapito di un’altra, ma di offrire spunti diversi lasciando al lettore le valutazioni del caso. Nei prossimi giorni, attraverso il sito di Percorsi di secondo welfare, riprenderemo alcuni di questi contributi allo scopo di continuare ad alimentare questo dibattito anche tra i nostri lettori.