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Lo scorso 9 ottobre è stata presentata al pubblico di Roma la Uman Fundation, organizzazione nata nel 2012 con l’obiettivo di “connettere l’Italia con la filantropia internazionale e promuovere un capitalismo più umano”. ll ruolo di UMAN Foundation è infatti proprio quello di facilitare l’incontro tra le idee imprenditoriali innovative e le risorse economiche necessarie per realizzare concreti progetti di impresa creativa e sociale, in Italia ma anche nei Paesi in via di sviluppo.

Tra le numerose personalità presenti, anche la “madrina” e presidente dell’Uman Foundation, Giovanna Melandri. L’onorevole ha aperto la manifestazione spiegando la genesi del progetto ed elencandone gli obiettivi. La crisi economica può essere una spinta per le nuove idee. E Uman Foundation – ha dichiarato la Melandri – nasce per perseguire l’obiettivo di un capitalismo filantropico e “più generoso”, e di una finanza più etica. Con lo scopo ultimo di porre rimedio ai fallimenti del mercato e di uno stato sociale troppo burocratico e spesso inefficiente, dando alle pratiche di innovazione sociale che generano valore non monetizzabile lo spazio e le risorse che meritano. Uman vuole spingere l’incontro tra profit e non-profit attraverso l’interiorizzazione etica nel primo mondo, e quella della cultura d’impresa nel secondo, nella convinzione che muovere capitali verso il sociale crei sviluppo attraverso la fornitura di nuovi servizi ma anche la creazione di occupazione.
Si può essere protagonisti del cambiamento senza contare sul supporto delle risorse pubbliche? Il welfare – ha ribadito Giovanna Melandri – non va certo smantellato, ma arricchito da una politica coerente di partnership pubblico-privato.

La mission
Come promotore di cambiamento e innovazione, Uman si propone di lavorare su quattro fronti:
1- promuovere la diffusione di un dibattito culturale su corporate venture philantrophy e innovazione sociale attraverso l’organizzazione di convegni, relazioni internazionali e borse di studio;
2- facilitare l’incontro tra chi ha le risorse economiche e chi invece è portatore di idee innovative da concretizzare, anche grazie alla sensibilizzazione delle aziende italiane verso i temi della responsabilità sociale d’impresa;
3- favorire l’innovazione finanziaria, con la costituzione di un Fondo di Investimento a Impatto sociale, UMAN Positive Impact Fund, gestito secondo criteri di redditività e basato sull’investimento in imprese remunerative ad alto impatto sociale, nei paesi in via di sviluppo e in Italia;
4- incoraggiare il rilancio di strumenti come il venture capital e gli incubatori d’impresa a sostegno del social business in Italia, per puntare sullo sviluppo di impresa creativa e innovativa come motore di crescita per uscire dalla crisi.

Il dibattito
Nel corso della presentazione, i numerosi ospiti presenti – tra cui anche il Presidente del Consiglio Mario Monti – hanno fornito diversi spunti di riflessione e dibattito.

Paola Menetti, Presidente di Legacoopsociali, ha sottolineato la necessità, accanto a quella più evidente di “immettere ossigeno privato” nel mondo dell’impresa sociale, di cambiare la visione del welfare come ambito che produce crescita e valore non solo sociale ma anche economico. La cooperazione sociale impiega infatti stabilmente circa 350 000 persone, e la domanda da parte della committenza privata – oggi intorno al 42% del totale del fatturato del settore secondo dati Censis – continua a crescere.

Johnny Dotti, Presidente di Welfare Italia, ha invece dichiarato che il “tempo del pubblico” è ormai concluso. Oggi abbiamo invece bisogno di creare un nuovo sistema di co-responsabilità attraverso un nuovo modello di governance per la gestione e ancor di più la “socializzazione” dei beni comuni.

Enzo Manes è stato chiamato poi a raccontare la propria esperienza di venture philantrophy, iniziata con Vita Magazine e proseguita con la nascita di Dynamo Camp e della Fondazione Dynamo. Dei 18 milioni di euro investiti nei 7 anni del progetto del Dynamo Camp – ha dichiarato Manes con orgoglio – solo 50.000 provenivano da sussidi pubblici.

Tra le esperienze citate, anche quella di Banca Prossima, istituto con criteri per il credito più inclusivi che sta studiando un meccanismo di sottoscrizione popolare con la banca a garanzia del prestito, di Vodafone, che ha investito a titolo donativo nel sociale circa 66 milioni di euro in 10 anni, e del sistema di welfare aziendale istituito da Renzo Rosso per la sua Diesel.

Aldo Bonomi, Fondatore e direttore del consorzio AASTER, ha ricordato l’enorme rilevanza delle PMI nel tessuto produttivo italiano, riferendosi a esse come ai piccoli “imprenditori molecolari” che devono essere raggiunti e incorporati in un nuovo modello di “capitalismo di territorio”.

Il Premier Mario Monti è intervenuto per ribadire l’importanza del capitalismo filantropico come soluzione rispetto all’ampliamento dei divari sociali ed economici causato dalla crisi. Se l’equità è alla base di ogni modello di sviluppo sostenibile, l’emergere di nuove idee e soluzioni per la coesione sociale è un elemento imprescindibile per affrontare la sfida collettiva della crescita.

Riferimenti

Il sito di Uman Foundation

Il programma dell’evento

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