Con “governance collaborativa” si intende quell’insieme di politiche e servizi che coinvolgono attori pubblici e privati, sia profit che non profit, in processi decisionali congiunti a livello locale. Proprio alla governance collaborativa è dedicato un articolo di Franca Maino e Valeria De Tommaso, del gruppo di ricerca di Percorsi di secondo welfare, pubblicato sul numero speciale 3/2022 della Rivista Italiana di Politiche Pubbliche.
I contenuti dell’articolo
L’articolo, intitolato “Le reti locali multiattore nel contrasto alla povertà alimentare minorile: i casi di Milano e Bergamo” analizza le dinamiche collaborative sviluppate a livello locale da due reti di stakeholder per combattere la povertà alimentare tra i bambini: il progetto Qubì sviluppato a Milano e la Food Policy di Bergamo. Partendo dalle sfide che riguardano nello specifico i minori e la povertà alimentare, il lavoro di Maino e De Tommaso analizza la tipologia di processo che, a sulla spinta della pandemia di Covid-19, ha interessato le forme di intervento messe in atto nei due contesti attraverso la governance collaborativa e, in secondo luogo, il rapporto tra attori pubblici e privati nella coproduzione e cogestione di iniziative in risposta all’irruenza dell’emergenza pandemica.
Lo speciale della Rivista Italiana di Politiche Pubbliche
L’articolo si inserisce in un numero speciale della Rivista Italiana di Politiche Pubbliche dedicato alla governance collaborativa delle politiche alimentari urbane in Italia curato da Renata Lizzi dell’Università degli Studi di Bologna e da Maria Stella Righettini dell’Università degli Studi di Padova. La rivista indaga e illustra la significativa variabilità di temi, assetti istituzionali e processi che caratterizzano la governance collaborativa delle food policy locali nel nostro Paese, con un’attenzione particolare alle città di Milano, Bergamo, Torino e Roma. I diversi contributi analizzano le relazioni e la collaborazione tra attori pubblici e privati mostrando come gli attori pubblici spesso non sono i primi promotori di queste politiche e non hanno un ruolo dominante o addirittura esclusivo nei processi di policy. Viceversa, gli attori privati sono tradizionalmente più attivi e progressivamente più coinvolti nella formulazione e nell’attuazione delle politiche alimentari locali.