«Gli altri ti raccontano l’Italia com’è, noi come sarà». È il progetto ambizioso di "Il Paese della Sera", nuova rivista quindicinale dedicata al mondo del volontariato e del sociale che, in un periodo storico così carico di paure e incertezze, vuole raccontare l’Italia della solidarietà dando uno spaccato veritiero di quella parte di Paese grande, forte e positiva che troppo spesso viene messa da parte dagli organi di informazione.
La rivista ospita a titolo volontario giornalisti, firme dei media e esponenti del mondo della cultura, che porteranno ai lettori contenuti, opinioni e notizie originali e di qualità sui temi dell’innovazione sociale: esempi concreti di soluzioni e buone pratiche che rispondono in modo creativo ai problemi sociali del nostro tempo. Il nome scelto, "Il Paese della Sera", è già tutto un programma. È anzitutto un omaggio al grande quaotidiano romano che ha chiuso i battenti nel 1994, ma è anche un riferimento a tutte quelle persone che ogni giorno si impegnano per cambiare la Pensionale.
Come ha spiegato Luca Mattiucci (responsabile di Corriere Sociale) nel corso della conferenza stampa di presentazione della rivista, la sera è il momento in cui ci si ritrova intorno a un tavolo, si discute, si riflette, ci si confronta; è quella parte della giornata in cui con maggiore facilità si trovano le idee più belle e interessanti che possono aiutare ad affrontare le vita e le sue sfide. Per questo il Paese della Sera è la voce di tutti coloro i quali vogliono offrire il proprio contributo per raccontare e realizzare l’Italia del futuro.
Un messaggio che viaggia in treno e aiuta i più giovani
Oltre che per questo compito divulgativo originale, "Il Paese della Sera" si distingue per almeno tre elementi peculiari.
In primo luogo per il numero e la qualità degli attori che hanno deciso di dar vita alla rivista, nata grazie all’organizzazione WSC, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Cariplo, Fondazione Bracco, Corriere Sociale (sezione sociale del Corriere della Sera) e Fondazione CON IL SUD. Attori del secondo welfare che hanno interesse non solo a fare, ma anche a raccontare quanto di buono e bello avviene ogni giorno nel Paese. Anche grazie al loro contributo.
Secondariamente, grazie alla collaborazione di NTV, la rivista sarà distribuita gratutitamente sui treni Italo. Il treno, ha spiegato sempre Mattiucci, è oggi una vera e propria piazza in movimento: è un posto in cui le persone, staccandosi per qualche momento dal tran tran frenetrico della vita moderna, hanno la possibilità di fermarsi qualche attimo per riflettere. La rivista offre spunti positivi proprio per quegli attimi, offrendo articoli che in poche battute possono raccontare storie che altrimenti resterebbero nell’ombra.
Da ultimo, la rivista, sarà distribuita da giovani in difficoltà. A coloro i quali si occuperanno di disporre le copie di "Il Paese della Sera" sui convogli in partenza da Milano e Napoli sarà così garantita una fonte di reddito utile per uscire dalla propria situazione di disagio.
Cosa c’è primo numero
La copertina del primo numero della rivista porta la firma di Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere della Sera, con un corsivo dal titolo “Siate felici”, ispirato al famoso discorso di Bob Kennedy sulla felicità. "Attraversiamo una fase cruciale della storia – scrive Cazzullo – in cui non possiamo e non dobbiamo smarrire la nostra umanità, in cui non ci è consentito ripiegarci su noi stessi, deprimerci, arrenderci, rassegnarci".
Un messaggio ripreso anche dall’editoriale di Luca Mattiucci, "Partite con noi", e che è ben rappresentato dalle diverse storie che compongono le quattro pagine della rivista: la periferia risorta del Trullo a Roma grazie ai murales colorati dei Pittori Anonimi; le nuove frontiere della grafica 3D delle protesi per disabili; i corridoi umanitari di Sant’Egidio, i giovani di Fondazione Cariplo con la sua “Factory”; i percorsi inclusivi per le donne della Fondazione Bracco; le infrastrutture sociali nel Mezzogiorno della Fondazione CON IL SUD.
Tutte iniziative che disegnano un ritratto a colori del nostro Paese, lontano dalla retorica e attento a quanti sono già impegnati a costruire le risposte ai vecchi e nuovi bisogni di chi vive alle prese con la fragilità.