Nel sistema carcerario italiano, 6 condannati su 10 sono già stati in carcere almeno una volta, mentre il tasso scende drasticamente al 2% tra coloro che svolgono un’attività lavorativa durante la detenzione. Nonostante ciò, solo il 6% dei detenuti attualmente partecipa a programmi di formazione professionale, e meno del 5% di questi corsi include lo sviluppo di competenze digitali.
Questi dati, recentemente evidenziati da un paper sul tema di The European House – Ambrosetti1 e da un Rapporto della Fondazione Censis2, evidenziano una situazione critica, ma anche un’opportunità di intervento mirato.
In questo contesto prende vita il bando Fuoriclasse, un’iniziativa innovativa pensata per sviluppare le competenze digitali dei detenuti e favorirne il reinserimento sociale e lavorativo.
Il bando è frutto della collaborazione tra il Fondo per la Repubblica Digitale, Acri (Associazione delle Fondazioni di origine bancaria), il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) del Ministero della Giustizia e il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), tramite il Segretariato permanente per l’inclusione economica e sociale dei detenuti. L’iniziativa dispone di un finanziamento di 5 milioni di euro destinati a progetti concreti che puntano alla formazione digitale per persone detenute.
L’impegno del Fondo per la Repubblica Digitale
Istituito nel 2022 grazie alla partnership tra Governo italiano e Acri, il Fondo per la Repubblica Digitale ha l’obiettivo di ridurre il digital divide3 e contrastare le disuguaglianze sociali attraverso lo sviluppo delle competenze digitali.
Il Fondo, che si ispira al modello positivo del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, dispone di una dotazione complessiva di 350 milioni di euro per il periodo 2022-20264. Finora ha finanziato 23 progetti dedicati a donne e NEET e 53 iniziative rivolte a persone ai margini del mercato del lavoro o a rischio di sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica.
Nel 2023, l’impegno del Fondo è proseguito con “CrescerAI”, un programma dedicato allo sviluppo di progetti basati sull’intelligenza artificiale, mentre nel 2024 l’attenzione si è concentrata sul Terzo Settore con “Digitale Sociale” e sulla formazione nelle materie STEM e ICT per studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado con il bando “Polaris”.
Ora l’attenzione del Fondo, come detto, si sposta sulle persone detenute.
Le competenze digitali in carcere
La trasformazione digitale sta cambiando rapidamente ogni aspetto della società e oramai le competenze digitali sono alla base del modo di interagire e di lavorare delle persone, ma l’Italia registra dati preoccupanti: secondo l’ultimo rapporto della Commissione Europea5, 26 milioni di italiani non possiedono competenze digitali di base.
Questa carenza è ancora più grave all’interno del sistema carcerario, dove le difficoltà non si limitano al digitale ma si estendono a competenze cognitive e relazionali fondamentali, come le life skills e soft skills. Tale situazione è un freno al reinserimento sociale e professionale dei detenuti, escludendoli sia dai servizi digitalizzati che dalle opportunità lavorative moderne, dove le competenze digitali sono essenziali.
In questo senso il bando “Fuoriclasse” mira a sostenere progetti in grado di sviluppare percorsi formativi digitali e di valorizzare le attitudini personali dei detenuti, facilitando così il loro reinserimento sociale e lavorativo e contribuendo a contrastare la recidiva.
Il bando “Fuoriclasse”: obiettivi e modalità di partecipazione
I destinatari delle attività sono detenuti con pena definitiva residua non superiore ai tre anni, sia intra che extra moenia, seguiti da istituti penitenziari o uffici di esecuzione penale esterna.
I progetti possono includere:
- percorsi di formazione digitale, integrati con lo sviluppo di competenze trasversali (life skills e soft skills);
- supporto linguistico, se necessario, per detenuti stranieri;
- opportunità concrete di accompagnamento e inserimento professionale, grazie alla collaborazione con stakeholder pubblici e privati;
- azioni di sensibilizzazione e promozione per creare un sistema inclusivo e virtuoso.
Le proposte devono essere presentate da partenariati composti da un minimo di 2 a un massimo di 5 soggetti, tra cui un soggetto responsabile che coordinerà il progetto e i rapporti con il Fondo. Nella seconda fase sarà obbligatorio coinvolgere almeno una struttura penitenziaria. Ogni proposta dovrà includere almeno un ente pubblico o privato senza scopo di lucro.
Le proposte progettuali devono essere inviate attraverso la piattaforma Re@dy entro le ore 13:00 del 7 febbraio 2025.
Note
- “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere: dalle esperienze progettuali alle azioni di sistema. (Paper)”, The European House – Ambrosetti, 16 aprile 2024.
- “Attività di supporto all’istituzione del Segretariato Permanente per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale, Primo Report – Fase empirica per la costruzione del Quadro informativo”, Fondazione Censis, aprile 2024.
- Il divario esistente – per ragioni economiche, educative, infrastrutturali, sociali, demografiche e di genere – tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione (come computer, tablet, connessione internet, etc.) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale.
- Le risorse sono garantite dalle Fondazioni di origine bancaria, che possono godere di un credito di imposta variabile tra il 65% e il 75% per le risorse versate nel fondo al fine di sostenere progetti rivolti alla formazione e all’inclusione digitale. Tali fondi sono gestiti da un’impresa sociale che si occupa della redazione e la pubblicazione di bandi, l’istruttoria ex ante delle proposte di progetto, il monitoraggio la selezione e approvazione delle iniziative idonee, che rientrano cioè nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
- 2030 Digital Decade – Report on the state of the digital decade 2023, Annex Italy, Commissione Europea (2023).