Svolgere attività formativa nel campo dei diritti umani significa accettare una sfida complessa e tenere insieme due livelli che si compenetrano: da un lato il contenuto formativo, ossia i diritti umani, dall’altro l’esercizio di questi diritti già durante la formazione. Pena l’incoerenza tra messaggio e esperienza. Su questo si concentra il libro “Accendiamo i diritti. Percorsi e attività per educare ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, che vuole offrire una possibile proposta di soluzione a questa sfida.
Perché un libro sulla formazione ai diritti umani
Il libro “Accendiamo i Diritti” è stato pensato e scritto per alimentare il dibattito sui diritti umani per l’infanzia e l’adolescenza e affrontare il tema in maniera molto pratica e funzionale.
Il libro è il frutto di una storia: quella di un gruppo di persone che lavorano nella cooperativa EDI e che negli ultimi 12 anni si sono interrogate e hanno agito per la promozione educativa e formativa dei diritti umani rivolti a bambine, bambini, ragazze e ragazzi. La scelta di raccontare quanto imparato in questa storia nasce dalla convinzione che oggi mettere al centro le persone e i loro diritti sia il presupposto da cui partire per agire un cambiamento nella società che assegni dignità e valore alle persone. L’intenzione è stata scrivere un libro che, da una parte, presentasse un approccio formativo offrendo una serie di spunti teorici e di strumenti pratici per l’azione e, dall’altra, fosse una porta aperta al dialogo, a una costruzione condivisa di passaggi ulteriori da percorre insieme per promuovere e tutelare i diritti per l’infanzia e l’adolescenza.
Se da un lato questo tipo di pubblicazione è naturalmente rivolta a docenti di scuola, dall’altro lato è ricca di attività che si adattano a contesti di tipo aziendale, dove la sensibilità per questi temi è sempre più diffusa anche se non scontata. Sempre più spesso, infatti, vediamo organizzazioni che vogliono approcciarsi alla Corporate Social Responsibility in modo nuovo, uscendo dall’idea del “solo Green” e aprendosi a temi chiave quali ad esempio l’accesso al mondo del lavoro, le questioni di genere, l’uso positivo delle tecnologie digitali. E, nel nostro caso, i diritti umani.
Per approfondire questi aspetti il volume è articolato in tre parti che, nel loro insieme, mostrano la proposta formativa chiamata “Approccio educativo-formativo ai diritti umani”.
Perché è importante formare sui e con i diritti umani
La prima parte del testo è dedicata alla discussione teorica circa la necessità di fare formazione partendo dalla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Nel volume, la Convenzione è considerata sia contenuto dell’intervento formativo (gli articoli da far conoscere) sia suo riferimento metodologico (svolgere interventi formativi coerenti con i diritti stessi). Porsi in questa visione significa effettuare una scelta molto chiara: le persone sono riconosciute tutte nel loro valore universale e quindi vanno tutelate e rispettate garantendogli l’esercizio dei loro diritti. Tradurre questo posizionamento all’interno di un’azione formativa implica pensare la formazione stessa come occasione non solo per conoscere i diritti, ma soprattutto per viverli nel “qui e ora” dell’esperienza formativa.
La modalità attraverso la quale si rende possibile questa esperienza è la relazione tra le persone. Le attività formative proposte dall’Approccio ai Diritti devono essere occasione per chi vi prende parte di potere esercitare pienamente i loro diritti. Questo significa che le persone devono essere ascoltate e messe nella condizione di potere partecipare attivamente alla costruzione dell’esperienza formativa, che devono essere trattate con il rispetto e la delicatezza che spetta ad ogni essere umano e che devono sentire di avere valore, quel valore che se (auto)percepito è il primo passo per agire un cambiamento in ottica di diritti per sé e per gli altri (mi riconosco valore e assegno valore alle altre persone). Questo riconoscimento può avvenire solo attraverso la relazione tra le persone: i diritti non hanno senso se non c’è un altro (istituzione e/o persona) che me li riconosce e fa esercitare.
Come si può fare formazione sui e con i diritti umani
La seconda parte del libro offre invece una serie di indicazioni operative che traducono il “perché” teorico prima descritto in un “come” pratico che si mantiene coerente con i diritti umani “su” e “con i quali” vuole svolgere l’azione formativa. Da qui deriva l’importanza assegnata alla fase della progettazione formativa: dedicare del tempo a progettare significa dare importanza alle persone che si incontreranno nel contesto d’aula. Il libro offre degli strumenti funzionali a svolgere un analisi di contesto che definisca gli obiettivi, i tempi e gli spazi della formazione e li traduca in uno schema di progettazione.
Inoltre, l’azione formativa deve mettere le persone in condizione di parità relazionale e di riconoscimento ed esercizio dei propri diritti. Anche in questo caso il libro propone una serie di indicazioni pratiche (come il mettersi in cerchio senza darsi le spalle, l’uso del nome come riconoscimento delle singole identità) oltre che suggerire modalità relazionali e formative (l’importanza della delicatezza, l’inclusività della proposta formativa). Su questi presupposti si attiva un percorso che prevede l’uso di pratiche laboratoriali, spesso proposte con modalità ludiche (il gioco come relazione e apprendimento), che vedono l’alternarsi di momenti di riflessione individuale o in piccoli gruppi, con momenti esperienziali e di successivo confronto e condivisione di pensieri ed emozioni.
Questo tipo di approccio è efficace con adulti e con persone minorenni, nelle relazioni tra pari e non, è un modus operandi che può trasformare il contesto e l’ambiente di lavoro, mettendo al centro la partecipazione e la non-discriminazione come principi chiave imprescindibili.
Schede attività di formazione
La terza parte del libro mette a disposizione di lettrici e lettori 22 schede di attività che consentono di svolgere attività formativa ed educativa sugli articoli della Convenzione Onu dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Queste schede sono distinte in base al tema che trattano e ai diversi diritti della Convenzione. Nelle schede è spiegato come condurre l’attività e sono indicati i materiali necessari oltre che la durata e gli spunti utili per la riflessione in aula. Le attività sono pensate per essere rivolte sia a persone adulte sia a bambine, bambini e adolescenti. Infine ogni singola scheda può costituire un momento formativo dotato di senso in sé, oppure può essere parte di una sequenza scelta in base al percorso che si vuole sviluppare con il proprio gruppo d’aula.
Una finestra aperta al dialogo e allo scambio
Il libro non si chiude con le schede, ma rimanda a una pagina on-line presente sul sito della cooperativa EDI che si presenta “aperta”, in continua evoluzione, per raccogliere e condividere con tutte le persone interessate altre schede-attività sui diritti umani per l’infanzia e l’adolescenza. È una pagina pensata perché chiunque sia interessato al tema possa inviare alla cooperativa le sue proposte di attività, se le ritiene coerenti e in linea con l’Approccio ai Diritti. L’idea di un libro che si chiuda con una pagina aperta in continua costruzione (quindi di un libro che non si chiude) vuole lanciare una sfida in primis a noi stesse e noi stessi per ricordarci che il piccolo sarà anche bello, ma è insieme, nel grande che viene da un movimento collettivo che è possibile cambiare il mondo.