Il progetto “Talenti Latenti: rete per un welfare di comunità” è finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo nell’ambito della Misura A del Bando “Cantiere Nuovo Welfare 2015”, che mira a sostenere l’attivazione di interventi sperimentali e innovativi, volti a sviluppare risposte più adeguate per fronteggiare uno specifico problema sociale individuato sul territorio a partire dall’analisi dell’offerta dei servizi esistenti. Talenti Latenti – presentato il 16 giugno nel corso di un convegno a Pollenzo – parte proprio da un’approfondita analisi del territorio di riferimento dell’Azienda Sanitaria Locale CN2 da parte di due enti gestori che lo “accudiscono”: i Servizi Sociali di Bra e il Consorzio Socio-Assistenziale di Alba, Langhe e Roero. Dall’analisi scaturisce in modo evidente l’impoverimento economico e relazionale che come un’onda inesorabile arriva a lambire anche questo territorio di provincia, con un ritardo fisiologico rispetto ai grandi centri urbani. Diventa quindi improrogabile individuare soluzioni a sostegno della tenuta del sistema famiglia.
L’idea è sperimentare un nuovo modello di welfare che coinvolga più soggetti territoriali, costruendo una “rete” d’imprese pubbliche e private che si uniscono e si organizzano per proporre iniziative di welfare a vantaggio dei dipendenti delle aziende aderenti e delle loro famiglie, attraverso la sinergia con gli attori pubblici del territorio (ASL, Enti Gestori, Comuni). La sinergia tra il pubblico e il privato può infatti attivare strategie virtuose a supporto delle aziende creando ricchezza per l’azienda (in produttività, reputazione) per i dipendenti (nuovi e migliori servizi), per il contesto territoriale (sussidiarietà per le istituzioni pubbliche).
Il progetto vuole far condividere differenti competenze e risorse, ma anche modalità innovative di relazione tra i diversi soggetti, per trovare soluzioni ai bisogni sociali in un’ottica di innovazione sociale territoriale. Questo modello prefigura la diffusione della cultura del welfare aziendale nel tessuto imprenditoriale albese e braidese e nelle organizzazioni datoriali di riferimento, nonché, l’avvio tra le aziende partner di primi interventi che facilitino nell’arco del triennio l’attivazione di servizi a beneficio dei dipendenti della rete e delle loro famiglie. Stimolare e sostenere le aziende a conoscere e sviluppare delle azioni di welfare aziendale coordinate e integrate con quelle esistenti di welfare pubblico, potrebbe contaminare il territorio con primi segni di welfare di comunità. Le aziende profit coinvolte nella partnership sono quattro, di dimensione e mission completamente differenti tra loro: Dimar Spa, azienda di distribuzione e vendita con più di 3.000 dipendenti, Sebaste Golosità dal 1885 azienda familiare di lunga tradizione nel settore dolciario, con una cinquantina di dipendenti, Slow Food Associazione Internazionale con sede a Bra e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo entrambe con un centinaio di dipendenti.
Il confronto tra i partner ha fatto emergere bisogni latenti che difficilmente possono essere intercettati e arginati, prima che conclamino, da un Pubblico che a fatica riesce a tenere le posizioni di trincea contro le difficoltà più esacerbate. In questo senso è necessario che la Pubblica Amministrazione inizi a creare condizioni di cambiamento con la riorganizzazione dei suoi servizi e delle attuali misure, sviluppando una fattiva collaborazione con i vari soggetti della comunità e con il privato, al fine di intercettare l’area della vulnerabilità e contrastare le nuove e vecchie povertà, con nuovi interventi non assistenziali, erogando e promuovendo azioni condivise, atte a dare sostegno, informazione, orientamento e accompagnamento alle persone e famiglie in difficoltà e ai lavoratori delle imprese che vivono condizioni di disagio, in relazione ai bisogni anche intercettati dalle imprese stesse. Inoltre, occorrerebbe favorire le condizioni atte a promuovere e a sviluppare un sistema di welfare aziendale attraverso supporti, erogazioni di servizi e interventi capaci sia di ridurre la pressione in termini di domanda sul sistema attuale pubblico, sia di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, che contribuire alla costruzione condivisa di un nuovo welfare locale di comunità.
Obiettivi e target
L’obiettivo principlae è di migliorare la sinergia fra il territorio albese (65 Comuni, alcuni molto piccoli con un totale di popolazione pari a 105.000 abitanti) e quello braidese (11 Comuni più grandi con una popolazione di circa 70.000 abitanti), coinvolgendo altresì l’Azienda Sanitaria CN2 che comprende – nei due distretti 1 (Alba) e 2 (Bra) – tutte le 76 amministrazioni comunali. Si tratta di zone che storicamente, pur essendo vicine e confinanti, non hanno sempre promosso un modello unitario di intervento. La scelta dei due enti gestori di partecipare insieme alla realizzazione del progetto intende essere un primo passo verso l’innovazione e la sinergia concreta. Il fatto poi che la gestione del servizio sociale braidese sia stato delegato dai Sindaci all’ASL CN2 comporta un automatico coinvolgimento della componente sanitaria che, sebbene titolata ad occuparsi della salute della comunità, non sempre è direttamente partecipe in percorsi considerati di natura più “assistenziale”.
Il target individuato per le azioni del progetto sono i lavoratori delle aziende parter che vivono una condizione di vulnerabilità e le loro famiglie (per un totale stimato di 12.224 persone), i lavoratori delle cooperative presenti nella partnership, anch’essi a rischio di vulnerabilità, le persone del territorio che vivono una condizione di fragilità e che sono attualmente in carico ai Servizi Sociali del territorio albese-braidese (che al 31.12.2014 erano circa 15.000).
Le azioni da sviluppare
La prima e fondamentale azione è la creazione di due strumenti fondamentali per la Governance del progetto: la Cabina di Regia e il Team Operativo, due gruppi di persone che porteranno avanti le strategie e le azioni necessarie per il progetto e per il raggiungimento degli obiettivi definiti di questo. Nei due gruppi saranno rappresentati tutte le varie tipologie di partner.
La seconda fondamentale azione del primo anno di sperimentazione è la condivisione con le aziende di un’analisi precisa del benessere sociale della popolazione dipendente e dei bisogni specifici di welfare che emergeranno per ogni azienda. Sui risultati di questa analisi verranno sviluppate le azioni progettate di informazione/formazione sui bisogni di welfare: genitorialità, bilancio familiare, fondi sanitari integrativi, consumo sano e consapevole, benessere personale e sociale.
Contestualmente verranno individuate forme di integrazione tra i servizi propri del territorio e i sistemi di welfare aziendale già attivi, in una forma osmotica di scambio e di reciproco arricchimento. Questa nuova modalità operativa può rappresentare l’inizio di una trasformazione del rapporto tra gli Enti Gestori Pubblici e la propria utenza: da meri destinatari passivi di interventi assistenziali, in particolare economici, ad attori di un patto che li vede in uno scambio reciproco di risorse, competenze e responsabilità. Gli interventi saranno studiati secondo forme di compartecipazione da parte dei soggetti beneficiari sulla base di un livello di equità selettiva, su indicatore ISEE, attraverso l’utilizzo dello strumento voucher e/o di restituzione lavorativa come ritorno per i benefici ottenuti.
L’utilizzo dello strumento voucher “titoli sociali sostitutivi delle prestazioni economiche” (introdotti in questi termini dall’Art. 17 della Legge 328/2000) diventa in questo senso un meccanismo di sostegno centrale del nuovo processo di trasformazione dei servizi.
Risultati attesi nei tre anni del progetto
Nei prossimi tre anni i promotori si aspettano di raggiungere i seguenti risultati:
- condivisione delle strategie messe in campo nelle aziende partner a favore dei dipendenti e contemporaneamente per i cittadini in carico ai servizi;
- azioni di coinvolgimento della comunità con eventi di promozione della cittadinanza attiva, in particolare verso i dipendenti e cittadini prossimi alla quiescenza;
- diffusione della conoscenza delle associazioni attive sul territorio;
- attivazione di un percorso dedicato alla promozione di una nuova figura di tutor sociale: l’Amministratore Civico di Sostegno, figura che si differenzia da quella normata e prevista dalla legge istitutiva dell’Amministratore di Sostegno, persona formata e individuata dai servizi da un elenco dei disponibili a supportare, accompagnare, informare e orientare le persone fragili e in difficoltà.
Nel corso dei tre anni le attività e le azioni del progetto saranno condivise e diffuse alla comunità attraverso il Convegno annuale di Talenti Latenti – che avrà un obiettivo specifico da raggiungere -oltre a quello di comunicare e diffondere l’evoluzione del progetto. A giugno 2016 si svolgerà il primo dei tre previsti con l’obiettivo principale di stimolare e consolidare l’interesse delle aziende profit allo sviluppo di azioni di welfare aziendale, anche alla luce delle novità sul tema, introdotte dalla nuova Legge di Stabilità 2016. Nell’ultimo anno (2018) si lavorerà in particolare per convogliare i risultati del progetto, si spera positivi e cospicui, verso la costituzione di un Comitato promotore per la nascita di una Fondazione di Comunità.
Attori coinvolti
L’ASL CN2 ha vinto il bando in qualità di ente capofila, attraverso la propria struttura di Servizi Sociali, ma nella realizzazione del progetto sono state coinvolte numerose organizzazioni e realtà, primo tra tutti il Consorzio Socio-Assistenziale di Alba, Langhe e Roero in qualità di co-coordinatore del progetto.
Enti di partenariato del privato sociale: Consorzio CIS, Consorzio Sinergie Sociali, Cooperativa Insieme, Cooperativa Progetto Emmaus, Cooperativa Valdocco e Socialcoop.
Volontariato: Associazione La Cordata, Associazione La Bottega del Possibile, Caritas, l’Associazione Libera di Cuneo.
Profit: Dimar SpA, Sebaste Golosità dal 1885, Slow Food e Università di Scienze Gastronomiche.
Per la realizzazione del progetto “Talenti Latenti: rete per un welfare di comunità” il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo ha deliberato un contributo complessivo di 199.000 euro.