Negli stessi giorni in cui a Nairobi si è tenuto un ennesimo meeting sull’efficacia di un sistema tradizionale di aiuti allo sviluppo che continua a dimostrare obsolescenza e incapacità di affrontare in modo innovativo la complessità dei problemi delle diseguaglianze tra paesi e all’interno dei paesi, dei diversi tipi di povertà, di uno sviluppo sostenibile in ogni senso, a Johannesburg (1-2 dicembre 2016) si è svolto il primo Summit mondiale della Filantropia di comunità (di cui abbiamo parlato qui), un movimento, nato negli USA cent’anni fa e, nel corso degli ultimi vent’anni, sviluppatosi ovunque in Europa e nel mondo.
Oggi esistono 1800 fondazioni di comunità in tutto il mondo. In Italia ce ne sono attualmente 26 e, nel 2017, il numero aumenterà probabilmente a 30. Rispetto al sistema tradizione di “aiuti” attraverso il quale dei 25 miliardi di dollari l’anno di ODA (Official Development Assistance) nel 2016 sono arrivati alle organizzazioni della società civile locale meno del 2%, il Summit mondiale della filantropia di comunità ha lanciato un messaggio chiarissimo: il processo decisionale e l’ownership dello sviluppo, per essere sostenibili, devono essere locali.
Centinaia gli esempi concreti e le buone pratiche presentati al Summit a Johannesburg: le fondazioni di comunità sono – è già dimostrato – attori chiave nel processo di rafforzamento delle capacità delle comunità locali perché prendano parte in maniera attiva e significativa a processi di partecipazione e decisione. La filantropia comunitaria è una strategia efficace per abbattere i silos tra donatori e "beneficiari" verso un’idea di co-investimento in cui diversi attori portano sul tavolo diversi punti di forza ed esigenze; una strategia efficace perché la gente partecipi allo sviluppo locale in un’ottica di responsabilità reciproca, di ownership e, alla fine, di sostenibilità.
Le organizzazioni filantropiche di comunità sono piattaforme fondamentali per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e per supportare una partecipazione attiva e determinante al raggiungimento dell’Agenda 2030 a livello locale. E questo, sia chiaro, ovunque, non solo nei paesi cosiddetti in "via di sviluppo" ma anche in quelli cosiddetti "paesi sviluppati".
L’impegno delle fondazioni filantropiche di comunità sugli SDGs: addio silos di settore e bolle professionali
Carola Carazzone, Asvis.it, 26 gennaio 2017