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Il Consiglio Generale di Fondazione Cariparma ha recentemente approvato il Piano Strategico Pluriennale 2021-2023 e il Documento Programmatico Previsionale dell’Esercizio 2021, cioè i documenti che inquadrano e definiscono le scelte filantropiche dell’ente parmense per i prossimi anni.

Per il prossimo triennio è prevista un’erogazione complessiva di 45 milioni di euro per il territorio. Queste risorse, nell’ambito delle tre macro-aree di intervento della Fondazione – Servizi alla Persona, Arte e Ambiente e Ricerca Scientifica – andranno a sostenere azioni e interventi che si caratterizzano per il forte radicamento territoriale, la conoscenza ravvicinata dei bisogni e delle risorse della comunità, nonché lo stretto rapporto con le istituzioni e le organizzazioni locali. In questo senso, la Fondazione intende di non limitarsi all’erogazione di risorse economiche, ma sviluppare una mission sempre più orientata a promuovere processi di innovazione e cambiamento sociale, partecipati e sostenibili nel tempo, non tralasciando di contemplare i nuovi scenari che lo sviluppo della pandemia sta designando nell’organizzazione sociale ed economica.


La visione nel medio periodo sui servizi alla persona

Il Piano pluriennale, che nella sua parte dedicata alla dimensione sociale è stato redatto anche grazie al contributo di Percorsi di secondo welfare, per l’area Servizi alla Persona individua quattro assi portanti su cui si concentrerà l’azione di Fondazione Cariparma nel medio periodo: natalità, educazione, inclusione e salute. Ad essi sono associati un obiettivo strategico e alcuni obiettivi specifici, che riportiamo di seguito. 

Natalità

Sostenere la natalità come antidoto all’invecchiamento demografico, per garantire un futuro sostenibile al territorio e al suo sistema di welfare.

  1. Promuovere la crescita dell’occupazione femminile, l’uguaglianza di genere e le pari opportunità fra uomini e donne.
  2. Sostenere l’esperienza della genitorialità nei cosiddetti “primi 1000 giorni” ovvero nel periodo che va dall’inizio della gravidanza fino ai 2 anni di vita del bambino.
  3. Promuovere la conciliazione vita privata-vita lavorativa sostenendo interventi e servizi che mirano a sollevare i genitori dagli oneri di cura dei bambini.

Educazione

Promuovere l’educazione, l’istruzione e la formazione a tutti i livelli e in integrazione con le istituzioni pubbliche deputate a questo scopo.

  1. Contrastare la povertà educativa dei bambini fin dalla primissima infanzia promuovendo lo sviluppo di servizi educativi rivolti alla prima infanzia (0-3 anni) e di «comunità educanti» a sostegno di bambini e ragazzi delle varie fasce di età.
  2. Contrastare la dispersione scolastica e promuovere l’integrazione scuola-lavoro.
  3. Promuovere la formazione e l’apprendimento per tutto l’arco della vita lavorativa tramite iniziative dirette sia a chi è escluso dal mercato del lavoro sia a chi rischia di uscirne.

Inclusione

Promuovere lo sviluppo di una comunità maggiormente inclusiva, che ponga particolare attenzione alle categorie più vulnerabili del territorio.

  1. Contrastare la crescita della povertà in interazione con le misure nazionali e gli attori pubblici competenti, anche attraverso interventi diretti verso specifiche tipologie povertà (alimentare, abitativa, sanitaria).
  2. Promuovere l’inclusione sociale e lavorativa dei soggetti fragili in sinergia col mondo produttivo e il non profit.

Salute

Promuovere la salute e sostenere il sistema sanitario anche alla luce degli effetti generati dalla pandemia di Covid 19, con l’obiettivo chiave di porre la “centralità del paziente” al primo posto nel sistema di cura.

  1. Promuovere modalità innovative di assistenza domiciliare alle fragilità privilegiando la continuità del percorso dalla degenza verso la domiciliarizzazione; sostenere il “sistema di comunità” promuovendo punti di ascolto, accoglienza e risposte ai bisogni, sia all’interno dei luoghi di degenza che sul territorio (es. Case della Salute).
  2. Promuovere la salute delle persone e della comunità nelle varie età della vita, intercettando anche la domanda che non si esprime.
  3. Dare risposte di alta professionalità e avanzata tecnologia per un ospedale di “eccellenza”.
  4. Potenziare luoghi di cura e creare servizi per una risposta sanitaria “di prossimità”.
  5. Facilitare l’accesso alle cure.


Gli interventi previsti per il 2021 sul welfare

Per il prossimo anno la Fondazione intende indirizzare la propria azione sulla base di un approccio che, in piena libertà e autonomia e senza svolgere un ruolo di sostituzione o supplenza di altre istituzioni, guarda ai principi di equità territoriale, ascolto, orientamento all’innovazione, networking e disseminazione.

Nonostante il mancato incasso dei dividendi dalle partecipazioni bancarie, grazie ad operazioni straordinarie e alla disponibilità di un consistente fondo di stabilizzazione delle erogazioni che Fondazione Cariparma ha prudentemente alimentato negli anni, prevede – per il 2021 il Documento Programatico Previsionale prevede lo stanziamento di 15 milioni di euro destinati per almeno l’85% ai seguenti settori rilevanti: “Volontariato, filantropia e beneficenza”, “Educazione, istruzione e formazione”, “Salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa”, “Arte, attività e beni culturali”, “Ricerca scientifica e tecnologica”; per un massimo del 15% dei fondi disponibili ai settori ammessi: “Protezione e qualità ambientale”, “Crescita e formazione giovanile”, “Assistenza agli Anziani”, “Famiglia e valori connessi”.

Per quel che riguarda le misure che interessano l’area Servizi alla Persona:

Natalità

  1. Promuovere la crescita dell’occupazione femminile, mediante ad esempio:
    • interventi volti a promuovere l’occupazione femminile, come servizi di accompagnamento e/o incentivi all’imprenditorialità e al lavoro autonomo e misure di inserimento lavorativo, con particolare attenzione alla blue economy e al terziario sociale.
  2. Sostenere l’esperienza della genitorialità, mediante ad esempio:
    • servizi rivolti ai neo-genitori nei cosiddetti «primi mille giorni» ovvero nel periodo che va dall’inizio della gravidanza fino ai 2 anni di vita del bambino, (spazi mamma; sportelli per genitori, incontri formativi ecc.).
  3. Promuovere la conciliazione vita privata – vita lavorativa, mediante ad esempio:
    • interventi che vedono protagoniste le imprese, basati su esperienze di “welfare aziendale e territoriale”;
    • servizi integrativi rispetto alle attività prescolari e scolastiche che coinvolgono bambini e ragazzi, come campus estivi e invernali, ludoteche, servizi pre e post scuola, ecc.;
    • interventi innovativi a sostegno dei genitori per la cura dei bambini e il disbrigo di faccende che li riguardano (maggiordomo/tata di quartiere).

Educazione

  1. Contrastare la povertà educativa dei bambini fin dalla primissima infanzia promuovendo lo sviluppo di servizi educativi rivolti alla prima infanzia (0-3 anni) e di “comunità educanti” a sostegno di bambini e ragazzi delle varie fasce di età, mediante ad esempio:
    • sviluppo di servizi educativi rivolti alla prima infanzia (0-6 anni);
    • programmi volti allo sviluppo di “comunità educanti”sul territorio, che possano accompagnare lo sviluppo e la crescita di bambini e ragazzi delle varie fasce di età.
  2. Contrastare la dispersione scolastica e promuovere l’integrazione scuola-lavoro, mediante ad esempio:
    • interventi volti a prevenire gli abbandoni scolastici attraverso il sostegno allo studio e l’accompagnamento di ragazzi a rischio;
    • interventi volti a favorire l’integrazione tra scuola e lavoro attraverso tirocini, percorsi formativi professionalizzanti, IFTS e ITS.
  3. Promuovere la formazione e l’apprendimento per tutto l’arco della vita lavorativa tramite iniziative dirette sia a chi è escluso dal mercato del lavoro sia a chi rischia di uscirne, mediante ad esempio:
    • programmi di formazione continua e di apprendimento permanente per adulti occupati che rischiano di perdere il lavoro e per neo-disoccupati;
    • il rafforzamento delle competenze di soggetti fragili in un’ottica di inserimento lavorativo attraverso orientamento, formazione e tirocini per: disabili, migranti, Neet, disoccupati di lungo periodo, disoccupati a bassa qualifica.

Inclusione

  1. Contrastare la crescita della povertà in interazione con le misure nazionali e gli attori pubblici competenti, anche attraverso interventi diretti verso specifiche tipologie di povertà (alimentare, abitativa, sanitaria), mediante ad esempio:
    • progetti di contrasto alla povertà basati sull’interazione con le misure nazionali e gli attori pubblici competenti in materia, come enti locali e Centri per l’Impiego;
    • interventi mirati di contrasto della povertà alimentare (empori solidali; Food policy locali; hub di aiuto alimentare);
    • interventi innovativi di sostegno all’abitare (social housing; programmi di intermediazione abitativa; sportelli di accompagnamento abitativo; ecc.);
    • interventi a contrasto della povertà sanitaria, da realizzare in coordinamento con gli enti pubblici e privati che si occupano di salute in un’ottica integrazione e supporto al Sistema Sanitario Nazionale.
  2. Promuovere l’inclusione sociale e lavorativa dei soggetti fragili in sinergia col mondo produttivo e il non profit, mediante ad esempio:
    • progetti di inclusione sociale e lavorativa condivisi con il mondo del non profit e con le imprese;
    • percorsi personalizzati di accompagnamento e sostegno di soggetti svantaggiati come persone con disabilità, migranti, Neet, disoccupati di lungo periodo e disoccupati a bassa qualifica.

Si conferma inoltre l’adesione anche per l’anno 2021 al “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”, in partenariato con il sistema della Fondazioni ed il Governo, iniziativa che sostiene, mediante contributi assegnati attraverso bandi pubblici, interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori.

Salute

  1. Valorizzare i servizi socio-sanitari di prossimità, mediante ad esempio: progetti che mettano in rete soggetti di natura diversa (volontari e operatori dei servizi sociali, sanitari, ospedalieri) e finalizzati ad erogare interventi multidimensionali che valorizzino la domiciliarità e la medicina territoriale.
  2. Promuovere modalità innovative di assistenza domiciliare alle fragilità privilegiando la continuità del percorso dalla degenza verso la domiciliarizzazione; sostenere il “sistema di comunità” promuovendo punti di ascolto, accoglienza e risposte ai bisogni, sia all’interno dei luoghi di degenza che sul territorio (es. Case della Salute).
  3. Promuovere la salute delle persone e della comunità nelle varie età della vita, intercettando anche la domanda che non si esprime.
  4. Dare risposte di alta professionalità e avanzata tecnologia per un ospedale di “eccellenza”.
  5. Potenziare luoghi di cura e creare servizi per una risposta sanitaria “di prossimità”.
  6. Facilitare l’accesso alle cure.

 

Riferimenti

I documenti sul sito di Fondazione Cariparma