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Per gli enti locali, il PNRR ha due facce.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza sostenuto da prestiti e contributi UE è innanzitutto un’opportunità. Ma, al tempo stesso, è anche una fonte di preoccupazione, fatica e difficoltà. E più il tempo passa, con la scadenza del 2026 per spendere i fondi del piano che si avvicina, e più la seconda sembra oscurare la prima.

Viù, in provincia di Torino Foto: unionealpigraie.it
Viù, in provincia di Torino Foto: unionealpigraie.it

Quando si parla con gli amministratori locali, qualcuno usa la parola “rallentamenti”, qualcun altro addirittura “tsunami”, altri ancora confessano di avvertire la responsabilità investire bene i fondi presi in prestito dall’Unione Europea, dicendo di sentire “un gravame sulle spalle per le generazioni future”.

Sindaci e assessori sottolineano come sia difficile seguire tutti i bandi in uscita, preparare progetti di senso in fretta, metterli in pratica nel caso vengano finanziati, e ancora monitorare e rendicontare quanto fatto nei tempi e modi richiesti dall’Unione Europea.

87 miliardi di euro

È un problema che sta emergendo, che si è visto in casi eclatanti come i bandi per gli asili nido e che mette a rischio la buona riuscita dell’intero PNRR. Nell’attuazione del piano, infatti, le pubbliche amministrazioni territoriali ricoprono un ruolo essenziale: a esse competono investimenti per oltre 87 miliardi di euro dei 191,5 miliardi (più 30,6 miliardi di fondi complementari italiani) complessivi.

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” spiega un documento del Dipartimento della funzione pubblica del Ministro per la pubblica amministrazione “prevede un ampio spettro di investimenti e riforme a favore dei Comuni italiani, che vanno dal digitale al turismo, dal miglioramento dell’organizzazione interna agli interventi sociali”.

Eppure, in un quadro complessivamente difficile, ci sono anche le eccezioni. Ci sono amministrazioni locali che riescono a cogliere le opportunità limitando le difficoltà, anche grazie al sostegno di Fondazioni di origine bancaria.

È il caso del Comune di Viù e dell’Unione montana delle Alpi Graie, poco più di 1.000 abitanti il primo e circa 6.300 la seconda, una cinquantina di chilometri a nord ovest di Torino. “In quindici anni non ho mai visto una congiuntura così favorevole”, dice Daniela Majrano, che è al terzo mandato come sindaca di Viù ed è anche la vice presidente dell’Unione montana.

Next Generation We

A definire la congiuntura favorevole di cui parla Majrano ha contribuito anche Next Generation We, un bando della Fondazione Compagnia di San Paolo lanciato nel 2021 per aiutare gli enti pubblici territoriali del Nord-Ovest a cogliere e gestire in maniera efficace le opportunità di finanziamento rese disponibili dal PNRR.

L’Unione montana delle Alpi Graie, infatti, è uno degli 88 enti pubblici selezionati per la prima edizione del bando, per il quale Compagnia di San Paolo ha ricevuto 180 candidature da Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. In totale si è trattato di un impegno di circa 6 milioni di euro, cui si sono aggiunti altri 3,8 per la seconda edizione, tutt’ora in corso.

I fondi sono stati stanziati, spiega il presidente della Fondazione Francesco Profumo, con l’obiettivo di “rendere le comunità co-promotrici di processi di cambiamento permettendo agli enti beneficiari di coinvolgerle attivamente tramite tavoli e altre forme partecipative sin dalla fase di progettazione di iniziative finanziabili nell’ambito del PNRR”.

La Casa delle associazioni alla ex Caserma Musso di Saluzzo - Foto: facebook.com/ilquartieresaluzzo
La Casa delle associazioni alla ex Caserma Musso di Saluzzo - Foto: facebook.com/ilquartieresaluzzo

I progetti presentati dagli enti locali sono stati finanziati fino a un massimo di 80.000 euro ciascuno, ma Compagnia di San Paolo ha messo a disposizione dei vincitori anche un percorso di accompagnamento con esperti orizzontali (su aspetti legali/amministrativi, sugli strumenti finanziari e sulla progettazione partecipata) ed esperti verticali (concentrati su ciascuna delle 6 missioni del PNRR), tra cui anche Percorsi di secondo welfare per la Missione 5 sui i temi dell’inclusione e coesione.

“Molte amministrazioni che hanno beneficiato e stanno beneficiando dei contributi PNRR su diverse linee di investimento - continua Profumo - hanno manifestato alla Compagnia la necessità di un supporto tecnico-organizzativo gestionale, indispensabile per poter “mettere a terra” gli investimenti nel rispetto dei tempi stringenti del Piano. Ciò significa: conoscere le tecnicalità del PNRR per quanto riguarda le procedure di monitoraggio, rendicontazione e appalto; dotarsi di competenze gestionali e organizzative di project management necessarie a gestire progetti complessi con diverse linee di attività e soggetti coinvolti”.

Le competenze

La questione delle competenze e, più in generale dell’organico degli enti locali, è ancora una volta centrale, con il PNRR che ha aggiunto nuove sfide a problemi strutturali.

“I nodi sono venuti al pettine”, commenta Chiara Lodi Rizzini, che per Secondo Welfare ha seguito gli enti locali che hanno partecipato a Next Generation We. “Questioni come il blocco delle assunzioni nei Comuni o l’età media elevata della pubblica amministrazione, con tutto ciò che questo comporta in termini di competenze, sono emerse con maggiore urgenza davanti a un piano straordinario come il PNRR”.

Il complesso delle casermette di Usseglio - Foto: Città metropolitana di Torino
Il complesso delle casermette di Usseglio - Foto: Città metropolitana di Torino

La società di consulenza Intellera consulting ha pubblicato nell’ottobre del 2022 un rapporto sul tema, intitolato Skills4PNRR. “Oltre a presentare un impianto di gestione articolato, al pari di quello dei fondi strutturali europei, il PNRR impone una maggiore attenzione alla verifica dei risultati (milestones e target) in un’ottica performance-based, al fine di ottenere le risorse finanziarie del Next Generation EU. Il quadro così definito richiede profili professionali adatti a lavorare in una logica, appunto, di forte orientamento al risultato”, si legge nel documento.

“Le maggiori difficoltà - continua il rapporto - sono lamentate dagli Enti Locali, in modo particolare dai Comuni. […] Sono soprattutto le realtà territoriali più piccole che si trovano spesso “sprovviste” delle competenze necessarie ad attuare gli investimenti nei diversi settori interessati”.

L’esperienza di Lodi Rizzini conferma l’allarme. “I grandi centri urbani ce la fanno perché hanno personale, tempo, competenze e conoscenze. La grande sfida sono le periferie, i centri più piccoli che rappresentano gran parte del nostro Paese”, commenta. Per questo esperienze come quella dell’Unione montana delle Alpi Graie, per quanto limitate, sono significative.

Ripensiamo il nostro futuro

L’Unione montana ha vinto il bando Next Generation We con un progetto chiamato Ripensiamo il nostro futuro che, spiega la sindaca Majrano, “tocca tutti i temi della vita comunitaria, con una serie di azioni che andavano dall’ambiente ai trasporti, dai servizi diffusi al turismo sostenibile e al rinnovamento dell’assetto economico del territorio con uno sguardo all’agricoltura e al commercio”.

Anche grazie al sostegno di Next Generation We, con in fondi del PNRR, sono partiti interventi nel settore della sanità, come infermieri di comunità e telemedicina, e dei trasporti, con un servizio a chiamata per esigenze sanitarie e sociali. L’Unione montana è anche tra i soggetti che ha ottenuto un finanziamento da 1,9 milioni di euro per la rigenerazione urbana del complesso delle Casermette “Rocciamelone” nel comune di Usseglio, uno di quelli che fanno parte dell’Unione.

Il complesso delle casermette di Usseglio - Foto: Città metropolitana di Torino
Il complesso delle casermette di Usseglio - Foto: Città metropolitana di Torino

Il progetto, che è stato selezionato dalla Città metropolitana di Torino e rientra nella Missione 5 del PNRR, punta a creare un vero e proprio hub metromontano centrato su due assi strategici, legati il primo all’educazione e alla formazione e il secondo alla funzione della montagna per la promozione del benessere sociale e psicofisico.

Inoltre, sia Viù sia gli altri Comuni dell’unione montana si sono aggiudicati anche altri fondi tramite il PNRR, per scuole, farmacie ed esercizi commerciali. E in tutto questo il supporto fornito da Next Generation We è stato molto importante, secondo la Majrano “Accipicchia”, risponde convinta quando le si chiede se è stato utile. “Il bando è stato importante sul profilo formativo, per imparare a usare le piattaforme del PNRR e a rendicontare le spese”, spiega. A concorrere alla buona performance di Comune e Unione montana hanno però contribuito anche altri fattori, come il rinnovo generazionale del personale con cui Majrano oggi lavora.

“Per via di diversi pensionamenti, abbiamo dipendenti giovani e duttili, tra i 35 e i 40 anni, molto svegli sotto il profilo della digitalizzazione”, dice la sindaca. Non avviene spesso. E non è l’unica eccezione.

Dati, dati, dati

L’Unione montana Alpi Graie è un territorio inserito nella Strategia nazionale aree interne (SNAI), nata nel 2013 dall'allora ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca. La SNAI, si legge sul sito dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, “rappresenta una politica nazionale innovativa di sviluppo e coesione territoriale che mira a contrastare la marginalizzazione ed i fenomeni di declino demografico propri delle aree interne del nostro Paese”.

“Grazie alla SNAI - riprende Majrano - avevamo alle spalle due anni di lavoro con tutte le categorie sociali ed economiche del territorio”, che hanno consentito di avere “una serie di dati molto precisi”. L’Unione montana aveva “ben chiari i bisogni del territorio” e, prosegue la sindaca, “siamo stati facilitati nel predisporre i bandi. Abbiamo giocato facile”.

La Casa delle associazioni alla ex Caserma Musso di Saluzzo - Foto: facebook.com/ilquartieresaluzzo
La Casa delle associazioni alla ex Caserma Musso di Saluzzo - Foto: facebook.com/ilquartieresaluzzo

Quanto i dati siano cruciali per disegnare le politiche e poi trovare le risorse per metterle in pratica lo sanno anche a Saluzzo. Questo Comune di 17.000 abitanti in provincia di Cuneo e anch’esso tra i vincitori di Next Generation We, con il progetto per le politiche giovanili Una montagna di futuro.

Uno degli aspetti di maggiore interesse dell’intervento di Saluzzo, che punta a coinvolgere anche altri Comuni della zona metromontana del Monviso, è la realizzazione di strumenti di analisi di contesto e valutazione ex ante e di una banca dati territoriale finalizzati a supportare processi di pianificazione locale degli interventi sociali per la coesione territoriale. “L’obiettivo è migliorare la progettazione, che non significa intercettare più fondi possibili senza una strategia, ma pianificare il cambiamento e quindi dotare gli enti locali di basi comuni con le quali potersi orientare”, spiega Paolo Caraccio, referente operativo per Next Generation We del Comune di Saluzzo.

A prova di futuro

In tal senso, la banca dati territoriale, che è in corso di sviluppo e dovrebbe vedere la luce in una prima versione sperimentare dopo l’estate, sarà uno strumento centrale. “È il valore aggiunto che ci lascia Next Generation We, sostiene l'Assessore alle Politiche Giovanili Andrea Momberto. “Senza il contributo di Compagnia di San Paolo, sarebbe stato difficilissimo immaginare questo database nell'ambito degli interventi ordinari del Comune”, aggiunge.

Così, invece, se tutto andrà come previsto, l’amministrazione e il territorio avranno a disposizione uno strumento che potrà essere usato non solo, e non tanto, per partecipare ai bandi del PNRR, ma per tutte le future progettazioni. Proprio come auspicato da Compagnia di San Paolo.

Uno degli obiettivi di medio termine di Next Generation We, infatti, sottolinea Francesco Profumo, è proprio far si che “l’apporto di competenze e le progettazioni sviluppate in questi due anni del bando siano funzionali per l’acquisizione di risorse da parte degli enti locali anche in cornici di funding diverse rispetto a quella del PNRR”. “Vogliamo - conclude il presidente di Compagnia di San Paolo - contribuire a rendere le amministrazioni locali maggiormente ‘a prova di futuro’”.

 

Foto di copertina: La Casa delle associazioni alla ex Caserma Musso di Saluzzo - Foto: facebook.com/ilquartieresaluzzo