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Per riassumere la logica seguita negli ultimi quattro anni dalla Compagnia di San Paolo per innovare se stessa e il sistema territoriale di cui la fondazione torinese è un attore-chiave, il presidente Profumo ha scelto la parola “mescolare”: mescolare le due “mani” con cui opera la Compagnia – patrimonio ed erogazioni –, mescolare fra i propri collaboratori persone con competenze e provenienze diverse (oggi nella Fondazione lavorano insieme matematici, fisici, ingegneri, scienziati umani e sociali), mescolare le aree tematiche di intervento adottando un’organizzazione per obiettivi che superi l’impostazione burocratica per silos e faciliti la comunicazione intersettoriale. Perché solo mescolando – ha spiegato Profumo – si pongono le basi per provare a dare risposte a problemi complessi.

L’occasione per la Compagnia di San Paolo per fare il punto sul Piano Strategico quadriennale lanciato a gennaio 2017 e delineare le linee programmatiche per il 2020 è stata la Diciottesima Giornata della Compagnia, organizzata presso il Teatro Carignano di Torino lo scorso 24 gennaio. Una mattinata concepita come una vera e propria “rappresentazione”, intesa sia come presentazione di ciò che la fondazione ha realizzato e intende realizzare, sia come relazione fra palco e pubblico, Compagnia e territorio.

Come in una pièce teatrale, la Diciottesima Giornata della Compagnia ha quindi visto la successione di due “atti" – l’intervento del Segretario Generale della Compagnia, Alberto Anfossi e quello del Presidente, Francesco Profumo – con un “intermezzo musicale” in cui il moderatore della mattinata, Massimo Temporelli, ha dialogato con la direttrice d’orchestra Silvia Massarelli, costruendo con lei un parallelo fra il rapporto del direttore con i propri musicisti – “non una leadership solitaria, ma un lavoro d’équipe” – e quello che la Compagnia coltiva con il proprio ecosistema territoriale.


3 obiettivi, 14 missioni

L’intervento di Alberto Anfossi ha dato conto della profonda riorganizzazione interna alla Compagnia di San Paolo, realizzata con l’intento di integrare nel proprio funzionamento ordinario il perseguimento dei 17 SDGs – Sustainable Development Goals (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) promossi dall’ONU tramite l’Agenda 2030, che la fondazione ha ritenuto di adottare come vero e proprio strumento di programmazione strategica, oltreché come chiave di lettura per acquisire più consapevolezza sul proprio operato. Il vantaggio, secondo Anfossi, è che gli SDGs – costruiti attraverso l’adozione di un quadro multidisciplinare e metodologicamente molto robusto – riconoscono la natura complessa e interconnessa dei problemi sociali, economici e ambientali; offrono un vocabolario comune che facilita la cooperazione fra attori diversi, pubblici e privati, nazionali e internazionali; invitano le organizzazioni a prestare maggiore attenzione all’impatto che le loro azioni generano in termini di sostenibilità. L’adozione della mappa analitica offerta dagli SDGs come strumento di riorganizzazione si allinea con la decisione della Compagnia di San Paolo di utilizzare una programmazione strategica maggiormente orientata all’impatto, di rafforzare la propria dimensione internazionale, di operare per obiettivi e missioni.

Quale ruolo può dunque giocare la filantropia nel perseguimento degli SDGs? Da un’analisi di 4.411 progetti sostenuti dalla Fondazione torinese negli ultimi 5 anni emerge che l’obiettivo perseguito più frequentemente è stato l’SDG#1, ovvero combattere la povertà in ogni sua forma (cfr. figura 1).

 

Figura 1. I progetti di CSP in base agli SDGs

Fonte: presentazione del Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo, Alberto Anfossi (24/01/2019).

 

Ora gli obiettivi intorno ai quali si articola la nuova struttura della Fondazione sono 3 – Cultura, Persone, Pianeta – cui nel complesso corrispondono 14 missioni specifiche:

  • Cultura. Arte, Patrimonio, Partecipazione: secondo la definizione della Compagnia, “abbiamo la fortuna di vivere immersi in un’inestimabile ricchezza, che ci offre l’occasione di progettare una società più accogliente, per il benessere di tutti. Promuovere la cultura al fianco delle istituzioni ci permette di attingere alla creatività e all’arte per rendere più attrattivi i nostri territori, pensare e reinterpretare spazi in cui le persone diventano protagoniste, coltivare nuove competenze e rapportarsi ai beni culturali con spirito di custodia”.  Quattro le missioni legate a questo obiettivo: (1) creare attrattività, (2) sviluppare competenze, (3) custodire la bellezza e (4) favorire partecipazione attiva.
  • Persone. Opportunità, Autonomia, Inclusione: la missione consiste nel contribuire a “migliorare la vita delle persone fragili, aiutandole a diventare autonome e protagoniste del proprio futuro, in una società migliore per tutti. [La Compagnia promuove] alleanze locali e internazionali, collaborando con tutte le realtà che mettono l’essere umano al centro. [E accompagna] il progetto di vita delle persone in ogni sua dimensione: un luogo in cui abitare con serenità, un lavoro che garantisca dignità e sicurezza, un’educazione per crescere cittadini consapevoli e responsabili, una comunità che si rinnova in modo resiliente e territori che diventano inclusivi”. Cinque le missioni specifiche per raggiungere questo obiettivo: (1) abitare tra casa e Territorio, (2) favorire il lavoro dignitoso, (3) educare per crescere insieme, (4) diventare comunità, (5) collaborare per l’inclusione.
  • Pianeta. Conoscenza, Sviluppo, Qualità di vita: la missione è riassunta nell’affermazione secondo la quale “siamo chiamati ad assumerci la responsabilità di pensare e proteggere il futuro del nostro Pianeta e delle prossime generazioni, con azioni dal forte impatto: promuovere una ricerca sempre più competitiva, accelerare l’innovazione per trovare nuove soluzioni, favorire opportunità internazionali di confronto, rendere accessibile una nuova idea di benessere delle persone attraverso stili di vita sani e proteggere l’ambiente”. L’obiettivo si articola in cinque missioni: (1) valorizzare la ricerca, (2) accelerare l’innovazione, (3) aprire scenari internazionali, (4) promuovere il benessere e (5) proteggere l’ambiente.

I 3 obiettivi sono esplicitamente ricollegati ai 17 SDGs, secondo lo schema sottostante (figura 2), e identificati graficamente da tre quadrati – rosa, giallo e azzurro – ora integrati nel nuovo logo della fondazione, a sottolineare l’orientamento dell’intera organizzazione verso l’orizzonte dello sviluppo sostenibile e dell’equità, intesa non solo in senso verticale, ma anche orizzontale, cioè fra generazioni.
 

Figura 2. I 3 Obiettivi della Compagnia di San Paolo e i 17 SDGs.

Fonte: presentazione del Segretario Generale della Fondazione Compagnia di San Paolo, Alberto Anfossi (24/01/2019).

 


Il patrimonio e le erogazioni

Per raggiungere questi obiettivi la Compagnia può contare su un patrimonio che ammonta oggi a 7,2 miliardi di euro. La componente diversificata vale circa 4 miliardi di euro, mentre la componente strategica vale circa 3,2 miliardi, di cui 2,8 rappresentati dalla partecipazione in Intesa Sanpaolo, che, al netto delle imposte, nel 2019 e nel 2020 garantisce il 60% dei proventi su cui può fare affidamento la fondazione torinese. Il Segretario Generale ha sottolineato che, a fronte di una diminuzione del valore patrimoniale complessivo del sistema delle Fondazioni di Origine Bancaria (FOB) (-19%), fra 2008 e 2018 il patrimonio della Compagnia è invece cresciuto del 12%, portando la Compagnia a possedere il 15% del patrimonio complessivo del sistema delle FOB italiane (contro l’11% del 2008).

Nel decennio preso in esame il valore delle erogazioni – circa 1,6 miliardi di euro distribuiti sul territorio – è cresciuto del 33%, tanto da costituire nel 2018 il 18% delle erogazioni totali delle FOB italiane (nel 2008 era il 7,6%). Il budget stanziato per il 2020 prevede 151 milioni di euro di erogazioni, distribuiti fra Cultura (27,1%), Persone (38,7%), Pianeta (33%), Pianificazione, Studi e Valutazione (1,2%), cui si aggiungeranno circa 30 milioni tra utilizzi di accantonamenti e fondi pluriennali, che saranno declinati sulle missioni degli Obiettivi Cultura, Persone, Pianeta.


Ripartire dalla responsabilità, personale e collettiva: il ruolo delle Fondazioni come corpi intermedi

Secondo il Presidente Profumo, rispetto al 2017, quando la Compagnia lanciò il proprio piano quadriennale, molte sfide – sul piano sociale, economico, culturale e ambientale – si sono ulteriormente aggravate. Questo chiama ancora più direttamente in causa la responsabilità di tutti, individui e soggetti collettivi. In questo scenario, oltre alla solidità del patrimonio e alla stabilità delle erogazioni, una terza condizione per l’efficacia degli enti filantropici è l’adozione di un approccio che li porti ad agire come facilitatori del dialogo fra attori diversi del tessuto sociale, enzimi catalizzatori di innovazione, apripista di soluzioni nuove e abilitatori di tavoli complessi. Questa dimensione è probabilmente quella che meglio connota l’agire della fondazione, consapevole che le risorse di cui dispone “non saranno mai sufficienti per rispondere a tutti i bisogni dei territori su cui [lavora]”. Si tratta peraltro di un approccio che secondo Profumo raccoglie l’auspicio espresso recentemente tanto da Papa Francesco quanto dal Presidente Mattarella, ovvero che “il nuovo decennio segni il confine tra la mediocrità e la miseria recenti e la responsabilità per fronteggiare gli enormi problemi che abbiamo davanti”.

L’istituzione creata a Torino nel 1563 intende infatti ispirarsi sempre più alla visione secondo cui le fondazioni sono “soggetti di organizzazione delle libertà civili […] “veri e propri enti intermedi – ha detto Profumo – non mere agenzie espressione di interessi raccolti nelle istituzioni locali [ma] la manifestazione più plurale della società civile”. La Compagnia – ha affermato il Presidente – ambisce ad andare “ben oltre il concetto di fondazione erogatrice, verso un modello di fondazione indirizzata allo sviluppo sostenibile e integrato, con un’organizzazione e strumenti di gestione adeguati”.


Il percorso fatto dalla Compagnia attraverso una passeggiata per Torino in cinque tappe

Profumo ha quindi illustrato il percorso fatto negli ultimi quattro anni accompagnando il pubblico in un’immaginaria passeggiata per Torino, in cinque tappe rappresentative di quanto realizzato.

La prima tappa – le sedi della Compagnia – ha richiamato l’attenzione sull’evoluzione della fondazione come vero e proprio “gruppo”, sempre più allineato agli SDGs attraverso una “rivoluzione gentile” che riconosce la centralità della valutazione di impatto e dell’approccio sperimentale e vede nell’educazione uno dei pilastri su cui investire per promuovere lo sviluppo (sostenibile) e combattere le disuguaglianze. Una rivoluzione che la Compagnia si è sforzata di spiegare al territorio e ai suoi attori.

La seconda tappa dell’itinerario è stata quindi Borgo Filadelfia, sede dell’ex MOI ed ex villaggio olimpico, occupato da migranti: quello realizzato è stato un intervento complesso che – grazie all’azione di rete della Compagnia insieme al Comune, alla Prefettura, alla Regione, alla Diocesi e alla Città Metropolitana – non si è limitato alla liberazione delle palazzine, ma ha colto la sfida delle necessità legate alle formazione, al lavoro e all’abitazione ai migranti, nel tentativo di favorirne la progressiva autonomia. Una vera e propria iniziativa pilota per affrontare la cosiddetta “terza accoglienza”, che la Compagnia presenta come modello di riferimento per progettare soluzioni integrate, attraverso la collaborazione tra enti pubblici e privati, e di cui ha fatto tesoro per altre iniziative come Articolo +1 (lanciato nel 2016) e il social housing di Cascina Fossata.

Dall’ex MOI Profumo ha quindi portato il pubblico del Teatro Carignano alle Scuole Enrico Fermi e Giovanni Pascoli, oggetto del progetto “Torino fa scuola” che – grazie alla collaborazione fra Fondazione per la Scuola, Fondazione Agnelli, MIUR, Città di Torino, Xchè, Regione Piemonte, e alcuni privati, oltreché fra pedagogisti e architetti – le ha ristrutturate dotandole di spazi luminosi, strumentazioni tecnologiche e servizi “in grado di sviluppare il potenziale che i nostri ragazzi sanno di avere”. Un risultato che ha fatto propri gli apprendimenti realizzati negli anni grazie a progetti come "ZeroSei" (avviato nel 2014), "Provaci ancora, Sam!" (che punta al contrasto della dispersione scolastica dal 1992) e "Perocrsi".

La prosecuzione della passeggiata lungo il cosiddetto “Miglio dell’innovazione” è stato un modo per mettere a fuoco il ruolo che la Compagnia ha esercitato e intende esercitare per promuovere l’innovazione, intesa in senso olistico (tanto tecnologica quanto sociale), tramite la collaborazione non solo con chi produce innovazione (Politecnico, Università, Incubatori, Intesa Sanpaolo Innovation Center, Links, Social Fare, IIGM) ma anche con chi la finanzia (ISP, LIFTT, Social Fare, Seed, BEI).

La passeggiata si è quindi conclusa nel centro città, nel Distretto Culturale torinese, a sottolineare l’impegno della fondazione a sostegno degli enti culturali, non solo tramite l’erogazione di risorse, ma anche con azioni di accompagnamento (capacity building) e la messa a disposizione di competenze specifiche per migliorare gli aspetti gestionali del settore.


Verso un nuovo modello di filantropia, che promuove l’innovazione facendo leva sulle relazioni

Se l’obiettivo di fondo che si pone la Compagnia è quindi quello di promuovere l’innovazione in direzione dello sviluppo sostenibile (“che non è una moda”), la sua funzione – come visto – sarà sempre più quella di porsi come apripista, “sperimentatrice di modelli” scalabili e replicabili, anche su scala nazionale. Secondo Profumo, il cuore dell’innovazione sta proprio nelle relazioni. L’innovazione è “una questione di connessioni a tutti i livelli”.  “Le fondazioni filantropiche moderne vogliono e possono contribuire a questo passaggio”, ha sostenuto il presidente della Compagnia. La sua riorganizzazione sulla falsariga degli SDGs e dei loro indicatori segnala il suo progressivo spostamento verso un modello di fondazione dotata di “strumenti di gestione più evoluti in grado di oggettivare i risultati dei modelli di sostenibilità messi in atto”.

Per farlo, ha concluso Profumo, la Compagnia intende diversificare anche il proprio sistema di finanziamento, mettendo a punto insieme a Intesa San Paolo un modello che le consenta di operare come “una infrastruttura filantropica aperta a chi, dopo una vita di successo, intende destinare alla collettività parte del proprio patrimonio”, rendendo disponibile una valida alternativa – in termini di costi, velocità ed efficacia – alla creazione di una fondazione. È quindi in corso la creazione di tre fondi finalizzati al sostegno dei tre obiettivi Persone, Cultura e Pianeta; il loro rendimento sarà messo – in aggiunta ai budget ordinari – al servizio di progetti con finalità di sviluppo sociale, civile, culturale ed economico. Sarà inoltre prevista la possibilità di costituire fondi dedicati. Si irrobustiscono infine le relazioni con Cassa Depositi e Prestiti, sul tema della rigenerazione urbana, dell’innovazione e delle infrastrutture sociali, con la Banca Europea degli Investimenti, a favore di start-up e aziende innovative, con la Commissione Europea, in particolare la Direzione Ricerca e Innovazione, sul tema European Innovation Council di Horizon Europe (2021-2027) e “su come valorizzare l’esperienza del modello Torino a livello Europeo sul tema innovazione e blending di finanziamenti”.
 

 

Foto di copertina: credits Andrea Guermani