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Il 25 febbraio 2025 è stato pubblicato dalla Fondazione CRC di Cuneo il Bando Fiducia, presentato al territorio l’11 marzo 2025 attraverso un webinar dedicato. Il bando, esplicitamente ispirato alla filantropia trust-based, è parte del Programma Operativo 2025 e contribuisce a concretizzare il ruolo della Fondazione come “coach” per gli enti del territorio, “esploratrice” di pratiche innovative e “designer del cambiamento” nella provincia cuneese. Abbiamo analizzato il bando e approfondito alcuni passaggi con la Fondazione CRC, per comprendere più da vicino la sperimentazione che la Fondazione intende realizzare con questo strumento.

Logo Focus Filantropia e FiducidaQuesto articolo è parte del Focus Filantropia e Fiducia, spazio online curato da Secondo Welfare che raccoglie riflessioni, interviste e ricerche sulla filantropia trust-based e sull’impatto che potrebbe avere nel nostro Paese.

I principi ispiratori: la filantropia basata sulla fiducia

Il Bando Fiducia richiama, in apertura, l’approccio della filantropia trust-based, recente oggetto di indagine attraverso il rapporto “Filantropia basata sulla fiducia: promuovere l’innovazione e il cambiamento sociale investendo sulle relazioni”. Questo approccio – nato e diffusosi nel panorama filantropico internazionale, in particolare a partire dalla crisi pandemica – è al centro di un dibattito quanto mai attuale in merito al ruolo della filantropia, alla sua credibilità e legittimità, recentemente sintetizzato e contestualizzato da Carola Carazzone nell’articolo “Trust-Based Philanthropy: lezioni apprese e scenari di futuro”.

Al centro del dibattito vi è la relazione tra donatori (tra cui le fondazioni e gli enti filantropici) e cosiddetti beneficiari (gli enti del Terzo Settore): un rapporto che tradisce profondi disequilibri di potere e che si traduce spesso in dinamiche di controllo, scarsa reciprocità e burocratizzazione delle procedure che precedono e seguono l’erogazione di un contributo. Secondo le prospettive più critiche, il tradizionale sistema dei finanziamenti tramite bando può produrre delle distorsioni, rendendo gli enti non profit dei “progettifici”, dipendenti dai contributi filantropici, poco efficienti e impossibilitati a investire nella crescita e nel rafforzamento della propria capacità organizzativa.

La filantropia basata sulla fiducia ambisce a generare un cambio di paradigma, che valorizza le competenze delle organizzazioni non profit e pone le condizioni affinché esse possano perseguire al meglio la propria mission a beneficio della società. Per farlo, il modello prevede l’erogazione di finanziamenti pluriennali, flessibili e non vincolati a progetti, ma a sostegno di tutte le attività e le spese dell’ente (inclusi i costi di gestione, oggi sottodimensionati). Anche le procedure di rendicontazione e reportistica, particolarmente onerose per gli enti che spesso debbono rendere conto a più finanziatori, sono trasformate, alleggerite e sostituite ove possibile da un dialogo trasparente e bidirezionale, valorizzando anche il punto di vista degli enti sul tipo di supporto ricevuto dalle fondazioni. Infine, il modello trust-based valorizza la valutazione come processo di apprendimento reciproco, anziché come operazione di verifica della compliance rispetto a parametri stabiliti a monte dal solo ente finanziatore.

Gli obiettivi del bando

A partire dagli spunti suggeriti dal movimento della filantropia trust-based, la Fondazione CRC ha scelto di investire sulla fiducia, presentando un bando dedicato che rappresenta una sperimentazione e che si pone i seguenti obiettivi:

  • consolidare e migliorare l’attività delle organizzazioni del Terzo Settore della provincia di Cuneo che erogano servizi a beneficio della comunità;
  • promuovere la crescita e l’innovazione delle organizzazioni del Terzo Settore con attenzione ad alcune aree di miglioramento specifiche (ad esempio, organizzazione interna e management, progettazione, fundraising, comunicazione, ecc.);
  • superare la logica del finanziamento a progetti puntuali prediligendo un sostegno più strutturale e sistemico delle organizzazioni per lo sviluppo di un piano di sostenibilità di medio-lungo periodo.

Il Bando Fiducia rappresenta, per il Cuneese, un’iniziativa unica nel suo genere, ma anche uno dei primi interventi esplicitamente trust-based in Italia portati avanti da una Fondazione di origine bancaria. In Piemonte, i temi della fiducia, della flessibilità e dell’alleggerimento del carico amministrativo sono stati recentemente oggetto del Documento di Programmazione Pluriennale 2025-2028 della Fondazione Compagnia di San Paolo, a testimonianza di quanto, nella regione e nel Paese, il paradigma della filantropia basata sulla fiducia stia raccogliendo consensi, sensibilizzando gli enti filantropici e stimolando nuove iniziative.

Le opportunità per gli enti del Terzo Settore

Analizzando più da vicino il Bando Fiducia è possibile identificare alcuni elementi chiave che, coerentemente con la prospettiva trust-based adottata, possono costituire opportunità di sviluppo concrete per il Terzo Settore cuneese.

Innanzitutto, il bando prevede di offrire un contributo economico pluriennale, articolato su quattro annualità (2025-2028) e dunque coerente con un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, per il quale non è richiesta all’ente una quota di cofinanziamento. Tale contributo non è vincolato a un progetto specifico, ma volto a sostenere le attività degli enti in modo strategico, nella direzione di una maggiore sostenibilità e solidità.

Al contributo economico si aggiunge un supporto non finanziario, costituito da un percorso di accompagnamento e di formazione che intende affiancare ciascun ente nel percorso di crescita e, in particolare, nello sviluppo della propria capacità organizzativa e di un’area strategica di propria scelta (per esempio, l’area del project management, del fundraising, della gestione finanziaria, ecc.). Tale accompagnamento, costruito in maniera sartoriale per ciascuna organizzazione sulla base della mission e delle aree di attività specifiche in cui opera, è funzionale anche in un’ottica di sostenibilità, ovvero per fare sì che l’ente sviluppi una serie di asset strategici che possano essere mantenuti dopo il termine del quadriennio coperto attraverso questo bando.

Nelle fasi iniziali del percorso di accompagnamento ciascun ente elaborerà insieme alla Fondazione un grant agreement: un “accordo di fiducia” esplicita gli obiettivi e gli indicatori di risultato individuati dalle due parti. Gli elementi contenuti nell’accordo saranno oggetto di un processo di monitoraggio e valutazione, finalizzato a garantire l’accountability della sperimentazione e l’effettivo raggiungimento degli obiettivi preposti. L’accompagnamento, improntato al dialogo e allo scambio costante, sarà cadenzato da incontri periodici che prevedono il coinvolgimento di un partner tecnico preposto ad affiancare gli enti verso i risultati auspicati per la propria organizzazione. Ciascun grant agreement sarà rivisto ed eventualmente rimodulato annualmente, per consentire di indirizzare al meglio il percorso a partire dai risultati sperimentati.

La transizione dalle pratiche di filantropia tradizionale a quelle trust-based

Il processo di acquisizione di una prospettiva e di prassi maggiormente basate sulla fiducia è inevitabilmente un movimento trasformativo lento, che – come sottolineato dall’iniziativa corale del Trust-Based Philanthropy Project – richiede un profondo ripensamento delle strutture, della cultura e delle pratiche delle organizzazioni filantropiche. Il cambiamento richiede, in quanto tale, il coraggio e la disponibilità a correre un rischio, allontanandosi dalle modalità di intervento tradizionali a favore di una innovazione dagli esiti incerti. Il tema della fiducia solleva, in questo senso, perplessità ulteriori legate alle ambiguità che culturalmente connotano il termine stesso, facilmente associabile a un immaginario popolato di favoritismi, rapporti di interesse e opacità. In tal senso, risulta necessario bilanciare le iniziative più innovative e quelle sperimentali, che si realizzano in deroga alle procedure erogative tradizionali, con adeguati meccanismi di accountability.

Lungi dal proporre finanziamenti “a pioggia” o in maniera aprioristica, la filantropia basata sulla fiducia presuppone una scelta strategica delle organizzazioni da supportare e con le quali collaborare, nonché un lavoro costante di dialogo e scambio che consenta a fondazioni ed enti non profit di costituire partnership realmente strategiche e orientate a produrre cambiamenti tangibili. Attraverso queste lenti possono essere letti i requisiti di partecipazione (tra cui l’aver ricevuto almeno un contributo a valere sui Bandi di Ascolto e Attivazione del territorio1 nel triennio 2022-2024, e dunque aver già costruito una relazione con la Fondazione) e i criteri di valutazione delle proposte previsti dal Bando Fiducia, tra cui l’accuratezza dell’auto-analisi dell’ente, il suo impatto sul territorio e l’innovatività delle azioni che ha in animo di realizzare (laddove la scarsità di risorse per i costi di struttura e la conseguente precarietà rendono di norma difficile per le organizzazioni investire realmente in logiche e pratiche innovative).

Dal punto di vista dell’innovatività e del coraggio di intraprendere strade nuove, il Bando Fiducia sperimenta non soltanto l’erogazione di contributi pluriennali (per un quadriennio che si estende oltre i termini degli attuali Organi istituzionali della Fondazione) e non vincolati a progetti (unrestricted funding), ma anche modalità di erogazione svincolate dalla rendicontazione tradizionale, legate al raggiungimento dei risultati stabiliti annualmente attraverso i grant agreement all’interno del percorso di accompagnamento.

Allo scopo di garantire un supporto il più possibile distribuito all’interno della comunità territoriale, dal momento che la sperimentazione potrà sostenere in questa prima edizione un numero limitato di enti, il Bando Fiducia prevede che le organizzazioni vincitrici non potranno accedere, per tutto il quadriennio di supporto, ai Bandi di Ascolto e Attivazione del territorio (potranno invece candidarsi agli altri bandi tematici della Fondazione). La scelta è coerente con una importante nonché inedita opportunità che il Bando Fiducia offre: quella di sollevare per quattro anni gli enti dagli oneri legati alla partecipazione a uno o più bandi annuali (onerosi in termini di tempo, risorse umane, lavoro amministrativo nelle fasi di progettazione, candidatura e rendicontazione), rompendo la modalità di lavoro “per progetti” da cui gran parte del Terzo Settore dipende. Al tempo stesso, il Bando Fiducia prevede un contributo e una garanzia di estensione temporale che gli altri bandi non offrirebbero, consentendo realmente agli enti di investire sulla propria crescita organizzativa.

Nel delicato passaggio da un orientamento valoriale alla pratica filantropica concreta, specie in un momento storico di crisi globale e di generale de-prioritarizzazione delle cause e delle politiche sociali, l’impegno a sperimentare pratiche filantropiche nuove che mettono al centro la fiducia è motivo di incoraggiamento, specie nel contesto di una filantropia italiana che mostra i primi segnali di avvicinamento al modello trust-based. Sarà fondamentale comprendere, nei mesi a venire, le ricadute effettive di questa sperimentazione sui territori e sull’espressione delle potenzialità di un Terzo Settore in evoluzione, mentre per la Fondazione si tratterà di un vero e proprio banco di prova utile a considerare o meno di rinnovare il Bando Fiducia e/o di estendere l’approccio trust-based ad altre aree della propria pratica filantropica.

 

Note

  1. Si tratta di bandi non tematici attraverso cui le organizzazioni del territorio possono chiedere il finanziamento di progetti specifici che non rientrano in altri bandi.
Foto di copertina: Valery Fedotov, Unsplash.com