Cos’è il Capitale Naturale? Cosa sono i Servizi Ecosistemici? Perché dare loro un valore può aiutare a far vivere meglio le comunità e preservare il Pianeta? Sono alcune delle questioni approfondite nalla nostra inchiesta pubblicata su Corriere Buone Notizie del 20 agosto, in cui è messo a tema, tra le altre cose, il ruolo giocato da Fondazione Cariplo per sostenere la collaborazione tra soggetti pubblici e privati che operano in questo campo. Di seguito trovate l’articolo Lorenzo Bandera sull’importanza di queste nuove alleanze territoriali nate in questo ambito; qui invece potete leggere l’articolo di contesto scritto da Paolo Riva e consultare l’infografica realizzata per l’inchiesta.
Quando si parla di tutela della natura si tende a farlo in astratto, partendo da principi etici e di responsabilità personale e quasi mai da elementi concreti. Questo perché i cosiddetti “servizi ecosistemici” in cui rientrano elementi fondamentali per la nostra vita – gli approvvigionamenti necessari alla sopravvivenza (cibo, acqua, materie prime), la regolazione del sistema naturale (contrasto al dissesto idrogeologico, purificazione di aria e acqua) e quelli legati a cultura e tempo libero – sono considerati come qualcosa di sostanzialmente illimitato, a cui quindi non è (sempre) necessario dare un valore. La realtà negli ultimi anni ci ha però dimostrato che questi elementi sono molto più fragili di quanto si immaginasse e, pertanto, necessitano di policies adeguate che ne garantiscano una maggior tutela, anche attraverso meccanismi di valorizzazione e regolazione che spingano verso una gestione più corretta e consapevole.
Il bando “Capitale Naturale” di Fondazione Cariplo, giunto alla sua terza edizione, va proprio in questa direzione e si propone di promuovere la funzionalità ecosistemica di aree naturalistiche importanti per il mantenimento della biodiversità (e quindi dei suoi servizi) ma anche di attribuire un valore agli elementi ambientali che non sono solitamente considerati negli scambi di mercato. Ad oggi l’iniziativa ha sostenuto 10 progetti – e altri 5 dovrebbero essere selezionati con la nuova edizione – realizzati grazie ad alleanze locali tra attori pubblici e privati che hanno intuito l’importanza di dare alla natura il valore che si merita.
L’idea è che una maggior tutela delle aree protette favorisca la conservazione degli stock di risorse ambientali e possa assicurare una tutela di quei servizi ecosistemici che come detto sono fondamentali, nel piccolo, per il benessere delle persone e delle comunità e, nel grande, per la sopravvivenza degli esseri umani e del pianeta. Il bando mira in questo senso a potenziare e rafforzare il patrimonio naturale – ampliando le superfici degli ambienti naturali, riqualificando gli habitat e sviluppando corridoi ecologici di collegamento in favore degli organismi viventi – ma anche a promuovere l’elaborazione di studi e analisi dei servizi ecosistemici per definirne “schemi di pagamento”. Riconoscere un valore di mercato a questi elementi permette infatti di attribuire loro rilevanza e unicità, consentendo di offrire incentivi finanziari agli attori locali per sostenere il mantenimento delle funzioni ecologiche del capitale naturale, di contabilizzarle nei bilanci gestionali e di remunerare azioni normalmente non riconosciute a livello finanziario.
Il bando sta dunque aiutando a tutelare le biodiversità esistente, ma anche a gettare le basi per promuovere un mercato nuovo e virtuoso che riconosca un’incidenza (anche) economica alla natura. E guardando ad un recente studio condotto da Paolo Canino e Stefano Cima di Fondazione Cariplo sui parchi coinvolti dal bando la strada sembra essere quella corretta. I cittadini intervistati riconoscono, infatti, un grande valore a ambiente naturali per questioni etiche e personali e ogni anno investono risorse economiche significative per raggiungere queste aree protette, visitarle e conoscerle meglio. La domanda di natura c’è, per questo serve strutturare al meglio l’offerta.
Questo articolo è stato pubblicato su Buone Notizie del 20 agosto 2019 ed è stato realizzato nell’ambito della collaborazione tra Percorsi di secondo welfare e il settimanale del Corriere della Sera.