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Per chi vuole saperne di più - non solo degli ammortizzatori sociali, ma dell’intero sistema di welfare oggi in vigore nel nostro Paese – Michele Salvati presenta il libro della collana storica della Banca d’Italia: "Alle radici del Welfare all’italiana. Origini e futuro di un modello sociale squilibrato", di M. Ferrera, V. Fargion e M. Jessoula. Un libro di storia, che percorre le principali tappe degli istituti che compongono il nostro welfare dalla loro origine sino ai nostri giorni, ma storia ragionata, che non si limita a descrivere in modo accurato come le cose sono andate, ma cerca di spiegare perché sono andate nel modo in cui andarono e perché oggi siamo di fronte a uno snodo decisionale cruciale.
Una recente ricerca curata da Sebastiano Citroni per conto dal Ciessevi ha analizzato l’evoluzione del mondo del volontariato milanese nel corso degli ultimi anni. Il rapporto riporta numerosi dati riguardanti le modalità operative seguite dalle organizzazioni volontarie, le risorse a loro disposizione, l’approccio alla problematiche contingenti e la natura del territorio in cui esse operano. Ne proponiamo una breve sintesi.
“Noi offriamo! Noi domandiamo! Noi abbiamo realizzato!”. Inizia così il manifesto della Großmütter Revolution, la Rivoluzione delle nonne, nata per armonizzare le relazioni tra le diverse generazioni e rivendicare il riconoscimento sociale e economico del ruolo di nonna.
Attraverso l'intervista a Silvio Valtorta, Segretario Generale della Fondazione della Comunità Bresciana, continuano i nostri approfondimenti sulla filantropia comunitaria nel nostro Paese. Nata nell’ambito del progetto Fondazioni di Comunità di Cariplo, la Fondazione della Comunità Bresciana negli anni ha favorito lo sviluppo di misure innovative di risposta ai bisogni sociali, e garantito forme di intervento sempre più attente alle esigenze della sua comunità. Valtorta ha ripercorso con noi le tappe fondamentali che hanno caratterizzato lo sviluppo della Fondazione, soffermandosi sugli aspetti più significati che ne hanno determinato le modalità operative nel corso di questi primi 10 anni di attività.
In gran parte d’Europa sui temi del welfare va formandosi un nuovo consenso “post-neoliberista”, nel quale si intrecciano, in versione aggiornata, elementi classici delle tradizioni liberal-democratica, social-democratica e in parte cristiamo-popolare. Maurizio Ferrera ha identificato questa emergente sintesi ideologica col termine neowelfarismo liberale.
Il governo cerca soluzioni al problema occupazionale ipotizzando una “staffetta” che spinga i lavoratori anziani ad accettare soluzioni part-time, prevedendo contributi aggiuntivi su base regionale che impediscano perdite pensionistiche, e consenta ai giovani di entrare nel mondo del lavoro. Si prospetterebbe così una sorta di “patto fra generazioni” incentivato dallo Stato, ma sarebbe una buona idea?
Nel corso degli ultimi anni le politiche sociali e occupazionali europee hanno evidenziato come la società vada verso un progressivo prolungamento della vita lavorativa e dell’età di pensionamento reale. Nei paesi dell’Unione Europea il tasso di occupazione tra i 65 e i 69 anni di età è salito dall’8,8% al 10,5% tra il 2005 e il 2011. Ma chi sono oggi i pensionati lavoratori? Quali attività svolgono? Quali iniziative possono intraprendere policy-makers, datori di lavoro e pensionati per gestire al meglio l’impatto di questa tendenza sull'intera società?
La Fondazione San Benedetto di Brescia ha organizzato un incontro pubblico dal titolo "Dal welfare pubblico locale alla welfare society: non lasciamoli soli". Al dibattito ha contribuito Julian Le Grand, Professore di Politiche sociali alla London School of Economics and Political Science, attraverso una video intervista concessa per l'occasione.
Continuano i nostri approfondimenti sulla filantropia comunitaria nel nostro Paese. Dopo l'intervista a Piermario Vello, Segretario Generale di Cariplo, il dialogo con Bernardino Casadei, Segretario Generale di Assifero, e l'analisi di alcune esperienze presenti sul territorio, abbiamo incontrato i vertici della Fondazione della Comunità Veronese, giovane realtà sviluppatasi a Verona nel 2010.
La Rete Banco Alimentare raccoglie annualmente migliaia di tonnellate di cibo da destinare a chi si trova in stato di indigenza, rispondendo a bisogni crescenti cui il settore pubblico fatica a far fronte. La struttura, le modalità operative e le iniziative varate da tale realtà, in particolare l'annuale appuntamento della Colletta Alimentare, rappresentano un interessante esempio di secondo welfare in cui corpi intermedi, istituzioni e cittadini collaborano attivamente per aiutare chi ha bisogno.