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Il prezzo del difficile equilibrio tra vita e lavoro in Italia è pagato soprattutto dalle donne. Gli uomini che si dedicano ai compiti di cura sono però in crescita: tra politiche insufficienti, buone pratiche e cambiamenti culturali, anche loro sono alla ricerca dell’unicorno della conciliazione.
Grazie all'innovazione sociale e alla governance partecipata sostenute dall'Unione Europea, l'economia sociale si sta consolidando come modello di sviluppo inclusivo, basato sulla collaborazione tra Pubblico e privato, per rispondere ai nuovi bisogni sociali. È quanto sostiene Maurizio Ferrera nel suo contributo per "Sussidiarietà e... welfare territoriale", il 18° Rapporto sulla sussidiarietà.
Oggi il cosiddetto social well-being è rilevato attraverso un’ampia gamma di misure, metriche e indici che, tuttavia, non riescono a cogliere a pieno la multidimensionalità di questo concetto. Per migliorarne la rilevazione, e la conoscenza, il progetto CITYBLE lancia una survey aperta a cittadini e cittadine per sapere cosa pensino del rapporto tra sostenibilità e benessere.
La Rete Italiana di Cultura Popolare ha scritto un libro molto agile che, attraverso il racconto di esperienze concrete, descrive i cambiamenti che rinnovati legami comunitari possono portare sui territori. Riuscendo (anche) a influenzare le politiche pubbliche di welfare.
Ad Ascoli Piceno la locale Fondazione di origine bancaria ha ristrutturato un cinema abbandonato in centro città. Qui è nata la Bottega del Terzo Settore: una “casa” per le organizzazioni non profit del territorio e per la Fondazione stessa, in cui le pratiche collaborative trovano terreno fertile.
Un report sul lavoro povero curato dall'associazione Adesso! e dal think tank Tortuga mette in luce come in città i più colpiti siano i giovani e le famiglie con figli. Guardando all’esperienza di Londra e puntando sulla contrattazione, il documento identifica alcune soluzioni concrete per affrontare la situazione.
Per anni il tema è stato ignorato, ma da qualche tempo si registra la volontà istituzioni pubbliche, ma anche di alcuni attori privati, di quantificare il problema per concentrarsi su di esso.
Il kick-off meeting del progetto Interreg “Keep in Touch” ha riunito partner italiani e svizzeri per avviare un percorso di collaborazione volto a contrastare la marginalità giovanile. Attraverso un approccio integrato e innovativo, KiT mira a creare opportunità concrete per chi è in condizioni di vulnerabilità.
Fuori dalle grandi città vita e lavoro si riescono a bilanciare meglio? Molto dipende dai servizi, come gli asili nido. Lo Stato infatti fatica a farli arrivare anche nelle aree meno abitate, ma dove partono è spesso merito degli attori del secondo welfare.
A partire dal congelamento dei fondi USAID, Carola Carazzone sviluppa una riflessione sulle debolezze strutturali della società civile e del “sistema di finanziamenti” che la sostengono, individuando nella fiducia l’elemento chiave per una filantropia trasformativa capace di fare la differenza.