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A luglio sono stati pubblicati appena 3 bandi, a conferma della stasi degli ultimi mesi che riguarda tutto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In attesa del via libera di Bruxelles alla "nuova" quarta rata, occorre forse ripensare il modo in cui analizzare l'andamento del PNRR.
Il Forum nazionale Terzo settore e la Fondazione Openpolis hanno deciso di dare vita insieme al progetto per il “Monitoraggio delle riforme e degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, prestando attenzione alle misure di maggiore interesse per gli enti del Terzo Settore.
In queste settimane il dibattito è tornato centrale. Cosa pensano partiti e parti sociali della misura? E quali sono opportunità e rischi di cui tenere conto?
A confermarlo ci sono i dati sui bandi e sulle risorse stanziate, ma anche l'atteggiamo sempre meno chiaro del Governo. L'Esecutivo continua a paventare l'ipotesi di una rimodulazione ma, intanto, la tabella di marcia è sempre meno rispettata. E rispettabile.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina 87 miliardi alle amministrazioni locali, che spesso vanno in difficoltà. Ma ci sono anche Comuni che riescono a cogliere le opportunità grazie al sostegno delle fondazioni di origine bancaria. L’esperienza del bando Next Generation We.
Le risorse stanziate sono rimaste sostanzialmente le stesse di un mese fa. Sul fronte delle riforme qualcosa si è mosso anche se gli obiettivi di fine luglio restano distanti.
Le modifiche alla governance sono completate, ma i ritardi continuano ad accumularsi. Dopo il no della Commissione al trasferimento delle risorse sui fondi di coesione, la possibilità di modificare il piano è legata a REPowerEU. Ma il 31 agosto è sempre più vicino.
I dati di "Il Punto sul PNRR" ci dicono che, dopo l'apparente cambio di passo del mese di marzo, ad aprile il Piano si è arenato ancora. I bandi pubblicati sono stati solo 3 e hanno stanziato appena 300 milioni di euro. E anche a livello generale le cose non vanno meglio.
L'European Institute for Gender Equality ha analizzato come il lavoro di cura delle persone non autosufficienti sia cambiato nel periodo pandemico. Il quadro sembra presentare una condizione di parità tra uomini e donne, ma la situazione è in realtà molto più complessa.
I dati dicono che a marzo i bandi del Piano hanno stanziato più risorse degli ultimi sei mesi messi assieme. La speranza è che si tratti dell'atteso cambio di passo, ma il ritardo è ormai evidente su tutti i fronti: riforme, investimenti e realizzazione dei progetti. E la cosa peggiore è che non è una sorpresa.
In questa lezione di "Pillole di Conciliazione" di WorkLife Community, la professoressa Ilaria Madama dell'Università degli Studi di Milano passa in rassegna i principali dati sull'occupazione femminile in Europa e alcune delle misure adottate dalla UE sul fronte della conciliazione.
In questa lezione di "Pillole di Conciliazione" di WorkLife Community, la professoressa Cristina Solera dell'Università di Torino passa in rassegna i cambiamenti socio-economici che hanno influito sugli assunti che oggi stanno dietro alle politiche di conciliazione.
A seguito di alcune scelte del Governo Meloni, nelle ultime settimane c’è stato un certo fermento intorno ai fondi europei. Andiamo a capire a cosa è dovuto e come, probabilmente, saranno spese le risorse europee per la coesione nei prossimi anni.
I numeri del mese scorso confermano l'andamento a rilento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Cosa non sta funzionando? Se ne parlerà in un webinar organizzato da Excursus Plus il 16 marzo prossimo.
La diminuzione delle emissioni prevista dal Green Deal europeo chiede alle istituzioni nazionali e regionali di trovare soluzioni adeguate per affrontare gli effetti occupazionali e sociali. Regione Lombardia ha recentemente adottato un piano dedicato, che andrà implementato attraverso una governance il più possibile partecipata e collaborativa.