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secondo welfare

Il prezzo del difficile equilibrio tra vita e lavoro in Italia è pagato soprattutto dalle donne. Gli uomini che si dedicano ai compiti di cura sono però in crescita: tra politiche insufficienti, buone pratiche e cambiamenti culturali, anche loro sono alla ricerca dell’unicorno della conciliazione.
Grazie all'innovazione sociale e alla governance partecipata sostenute dall'Unione Europea, l'economia sociale si sta consolidando come modello di sviluppo inclusivo, basato sulla collaborazione tra Pubblico e privato, per rispondere ai nuovi bisogni sociali. È quanto sostiene Maurizio Ferrera nel suo contributo per "Sussidiarietà e... welfare territoriale", il 18° Rapporto sulla sussidiarietà.
La Rete Italiana di Cultura Popolare ha scritto un libro molto agile che, attraverso il racconto di esperienze concrete, descrive i cambiamenti che rinnovati legami comunitari possono portare sui territori. Riuscendo (anche) a influenzare le politiche pubbliche di welfare.
Ad Ascoli Piceno la locale Fondazione di origine bancaria ha ristrutturato un cinema abbandonato in centro città. Qui è nata la Bottega del Terzo Settore: una “casa” per le organizzazioni non profit del territorio e per la Fondazione stessa, in cui le pratiche collaborative trovano terreno fertile.
Riceviamo e pubblichiamo questo contributo di Flaviano Zandonai che riflette su apprendimenti, ostacoli e strategie che riguardano i rapporti, esistenti e potenziali, tra Comunità energetiche rinnovabili e processi di community building.
La Fondazione ha presentato il suo Piano Strategico per i prossimi quattro anni. A colpire non è solo l’importo elevato destinato all’azione filantropica (1 miliardo di euro), ma anche gli approcci e le modalità d’intervento individuati.
Paolo Foschini sul Corriere della Sera approfondisce il tema del volontariato negli istituti penitenziari italiani, un pilastro indispensabile ma ancora poco riconosciuto.
La Città metropolitana di Bologna, grazie a un’ampia concertazione trasversale, ha elaborato un proprio Piano che identifica l’economia sociale come una opportunità per tutto il sistema locale. Quattro le macroaree strategiche di lavoro: abitare, lavoro di qualità, welfare di prossimità e turismo sostenibile.
Il kick-off meeting del progetto Interreg “Keep in Touch” ha riunito partner italiani e svizzeri per avviare un percorso di collaborazione volto a contrastare la marginalità giovanile. Attraverso un approccio integrato e innovativo, KiT mira a creare opportunità concrete per chi è in condizioni di vulnerabilità.
Fuori dalle grandi città vita e lavoro si riescono a bilanciare meglio? Molto dipende dai servizi, come gli asili nido. Lo Stato infatti fatica a farli arrivare anche nelle aree meno abitate, ma dove partono è spesso merito degli attori del secondo welfare.