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Una ricerca realizzata dall’Università degli Studi di Palermo sul caso del movimento AddioPizzo fornisce spunti interessanti su cosa muova le scelte dei consumatori etici
Microimprese e PMI hanno un ruolo cruciale nell’economia italiana. Ma devono superare i limiti imposti dalle loro dimensioni, attraverso reti, alleanze o piattaforme. Ne va del loro futuro.
Grazie ad un finanziamento dell’Unione dei Comuni della Marca Senone, nelle Marche è nato un progetto che cerca di favorire la diffusione del welfare aziendale tra le imprese del territorio, coinvolgendo anche piccole attività commerciali e fornitori di servizi.
Crescono i provider che spingono le imprese clienti a utilizzare le risorse del welfare aziendale, tra cui i fringe benefit, nei circuiti territoriali. Ma soprattutto tra le PMI è difficile superare diffidenze e resistenze.
Celebrata a Chiusi la ricorrenza dell’associazione di volontariato che raccoglie oltre 1.400 soci. Il presidente Talozzi: "Alleanza con politica e sanità per continuare a garantire diritti e dignità". Tra gli ospiti, Valentino Santoni di Percorsi di secondo welfare.
More and more companies are choosing to pursue sustainability. An excellent example of this new sensibility is corporate welfare, especially when it involves local stakeholders.
Il 9 gennaio la legge Stanca sulla accessibilità digitale ha compiuto vent'anni. Due decenni nei quali la tecnologia ha cambiato (e continua a cambiare) il mondo e il modo in cui facciamo le cose. Antonio Palmieri ci spiega perché diffondere la cultura dell'accessibilità non è più un optional ma un dovere.
Facciamo il punto sulle esperienze di imprese in crisi salvate dai propri lavoratori attraverso la creazione di cooperative, un modello nato in Italia quasi 40 anni fa che ora è adottato in molti Paesi. E che avrebbe un grande potenziale per sviluppare l’economia sociale.
Con una piattaforma di e-commerce innovativa, la società benefit TreCuori prova a rilanciare l’economia di prossimità, puntando sul ruolo sociale di commercio locale e piccole e medie imprese.
Si tratta di organizzazioni che hanno sviluppato una cultura del lavoro differente, per cui l'attuale struttura dei contratti nazionali, pur utilizzando la normativa per lo smart working, rappresenta un elemento "distonico" e in qualche caso problematico.