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povertà

Nel corso dell'incontro nazionale di studi delle Acli “Abitare la Storia”, svoltosi a Cortona dal 19 al 21 settembre, il Ministro del Welfare Giovannini ha avuto modo di parlare del Sostegno per l'inclusione attiva (SIA,) proposta che presenta diversi punti in comune col Reddito di Inclusione Sociale (Reis) presentato congiuntamente da Acli e Caritas nel luglio scorso.
L’impiego e la conoscenza del social housing nel nostro Paese sono ancora piuttosto limitati. Marco Gerevini e Giordana Ferri, della Fondazione Housing Sociale, ci spiegano come opera la Fondazione e perché la diffusione di queste esperienze può avere effetti positivi sulla questione abitativa italiana.
La Fondazione Welfare Ambrosiano vara ufficialmente il fondo destinato a sostenere i lavoratori di Milano e provincia che si trovano in cassa integrazione. Il progetto è stato presentato il 16 settembre presso la Camera di commercio di Milano dal sindaco Giuliano Pisapia, che in forza del suo ruolo istituzionale ricopre la carica di Presidente della Fondazione.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha presentato la proposta per il SIA - Sostegno per l'inclusione attiva - ovvero forme di aiuto economico per coloro che si trovano in situazione di grave difficoltà erogate a condizione che i beneficiari stipulino con i servizi sociali locali un accordo che li vincoli ad attività che favoriscano la loro inclusione sociale.
Cresce il numero di persone che non hanno accesso a un’abitazione ma, contemporaneamente, anche il numero delle abitazioni sfitte o invendute. Una possibile soluzione viene da AISA, una speciale agenzia di intermediazione sociale che cerca di conciliare domanda e offerta abitativa.
Mercoledì 24 luglio le ACLI, in collaborazione con la Caritas italiana, hanno presentato la proposta per un “Patto aperto contro la povertà” fondato sulla collaborazione tra attori pubblici e Terzo Settore. Un'altra proposta per colmare quella lacuna che caratterizza il nostro Paese in materia di povertà ed esclusione sociale.
Il progetto “Reis” (Reddito di Inclusione Sociale), presentato dalle Acli, costituisce un’interessante proposta per costruire anche nel nostro Paese un moderno sistema di sicurezza sociale. Un sistema non più riservato ai soli insiders, ma in grado di promuovere l'inserimento sociale degli esclusi. Maurizo Ferrera ci spiega perché.
Stoccolma, maggio 2013. Londra, agosto 2011. Prima ancora, Parigi, autunno 2005. Tre periodi diversi, tre Paesi diversi, tre modelli sociali diversi, ma la medesima esplosione di un conflitto che nasce dalla crisi della coesione sociale. Un fenomeno da guardare con attenzione, anche per evitare che eventi simili accadano anche nel nostro Paese.
Le recenti elezioni hanno portato alla ribalta l'opportunità di introdurre nel nostro sistema di welfare uno schema di reddito minimo garantito. Se da una parte è indubbio il merito di aver portato il tema fra i primi punti dell'agenda politica nazionale, i tratti spesso superficiali impiegati nel dibattito rischiano di produrre una certa confusione. Ma che cos’è il reddito minimo? Perché in Italia è completamente assente? Quale applicabilità ha nel nostro Paese?
Qualcuno passeggiando per le grandi città si sarà stupito nell’incontrare delle sagome di cartone con le fattezze di bambini che, con la faccia triste, denunciano furti culturali, economici e formativi a cui i più piccoli del nostro Paese sono continuamente soggetti. La nuova campagna di Save The Children "Allarme infanzia".
Presentata a Parigi una ricerca su Tafeln - rete di food banks attiva in Germania - secondo la quale i banchi alimentari rispondo efficacemente alle situazioni di emergenza, ma non sarebbero in grado di aiutare i poveri a trovare una reale via di uscita dalla povertà, correndo, anzi, il rischio di istituzionalizzarla.
Si è svolta a Parigi dal 18 al 20 aprile la quinta European Public Policy Conference, “Breaking the Cycle: Rethinking Poverty in the Developed World”. Tra i temi trattati l’idea audace, ma molto interessante, con cui Philippe Van Parijs, fondatore del Basic European Income Network, ha aperto i lavori: “l’Euro dividendo”.
Che la povertà in Italia sia drasticamente in aumento è ormai chiaro per tutti. Ma chi sono i poveri oggi? Capirlo è fondamentale, al fine di potere implementare politiche di contrasto veramente efficaci. Se ne è discusso a Parma, al convegno "Nuovi poveri: la crisi e le capacità di risposta".
Con la crisi economica torna la povertà abitativa, un problema che deve essere affrontato attraverso l’uso di strumenti nuovi, tra cui il social housing, politica abitativa ancora poco diffusa, ma con un grande potenziale di aspetti virtuosi. Come dimostra Parma Social House, un ambizioso progetto che dovrebbe portare alla costruzione di 852 alloggi a prezzo sostenibile.
Portato in primo piano dalla crisi finanziaria, il fenomeno della povertà non può essere arginato attraverso misure destinate unicamente ai più bisognosi, ma richiede che l’intera società sia incoraggiata a partecipare attraverso progetti innovativi. A Strasburgo il convegno “Poverty and Inequality in Societies of Human Rights: the paradox of democracies”.
Creare nuove soluzioni abitative migliorando il tessuto socio-economico del territorio. Offrire non solo un alloggio, ma anche servizi. Sono alcuni degli obiettivi dello Sharing Hotel Residence di Torino, un esempio virtuoso di housing sociale temporaneo, un “condominio solidale” dove trova casa una popolazione eterogenea: da chi si trova in emergenza abitativa alla giovane coppia, dal padre separato al turista, a conferma che il disagio abitativo sta acquisendo forme sempre più diverse e mutevoli nel tempo.
La cultura dominante del no limits che ci fa desiderare più di quanto ci serve e la crisi della partecipazione determinano una crescita esponenziale delle nuove vulnerabilità. Intercettando queste vulnerabilità e re-includendole nella società attraverso processi partecipativi di tipo innovativo si può recuperare risorse importanti ed attivare un circolo virtuoso che può aiutare a superare sia i problemi del welfare che quelli della democrazia. E’ questo l’assunto di fondo di Spazio Comune, rete di esperienze di cittadinanza attiva che dal 2010 connette laboratori, persone e organizzazioni di diverse regioni italiane sui temi del welfare. Abbiamo intervistato Gino Mazzoli, uno dei suoi promotori, che ci ha spiegato come la crisi possa costituire anche un’opportunità per riprogettare i sistemi di welfare.
Con l’aggravarsi della crisi economica sono molte le esperienze, soprattutto nel mondo del volontariato, che cercano di affrontare il problema della povertà e dell’esclusione sociale. Tra queste c’è anche l’Emporio di Parma, che dal 2010 cerca di assistere le persone in difficoltà economica e sociale con modalità per molti aspetti innovative. Abbiamo incontrato Sandro Coccoi, coordinatore del progetto Lotta alla povertà di Forum Solidarietà di Parma) e Giacomo Vezzani, vicepresidente dell’associazione CentoperUno Onlus, che si occupa della gestione dell’Emporio.