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povertà

“Io non mi arrendo. Bambini e Famiglie in lotta contro la Povertà” è il titolo della ricerca realizzata dalla Fondazione Emanuela Zancan e promossa dalla Fondazione L’Albero della Vita. Lo studio ha approfondito la condizione di vita delle famiglie fragili con figli minori e si è posto l’obiettivo di cogliere la multidimensionalità dei problemi che interessano le famiglie in povertà approfondendo la questione dell’utilità degli aiuti ricevuti e della mancanza di aiuti di cui invece le famiglie avrebbero bisogno.
Senza un intervento sui servizi per l’impiego che abbia come obiettivo adeguare in modo sostanziale il numero di operatori, rafforzare la loro capacità d’intermediare la domanda e l'offerta di lavoro e di ridurre i tempi di collocamento dei beneficiari delle prestazioni, la nuova legge per il contrasto alla povertà rischia di ridursi alla sola erogazione di misure assistenziali passive, per l’impossibilità di offrire servizi per l’inclusione attiva.
Per la sperimentazione della Nuova Carta Acquisti le amministrazioni comunali coinvolte hanno impegnato una quota che va dalla metà ai due terzi del totale delle risorse disponibili. Questo è accaduto anche a Napoli, dove la restrittività del target definito a livello ministeriale ha portato ad escludere fette importanti di potenziali utenti. Il caso napoletano offre allora uno spunto per riflettere sull’adeguatezza delle misure messe in campo per far fronte alle nuove forme di povertà.
Il 5 febbraio si è celebrata la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare e contestualmente ha preso avvio la campagna europea di sensibilizzazione «Spreco zero 2016 - Un anno contro lo spreco» che pone l'accento sulla conservazione del cibo come misura essenziale di educazione alimentare. Ma qual è il legame tra spreco e povertà alimentare? Proviamo a capire il contributo di alcune esperienze in atto per rispondere a questa importantissima domanda.
Come salvaguardare alti standard di welfare in modo sostenibile, trasformando il “libro dei sogni” in politiche concrete e realizzabili? Quali sono i modelli e le idee innovative che possono offrire soluzioni? Qual è il contributo del Terzo Settore a questo processo? Sono queste le domande che aprono il percorso di Share2016, un laboratorio aperto di idee e buone pratiche per Torino, promosso da amministratori pubblici e persone appassionate di politica.
Il CILAP EAPN Italia, sezione italiana dell’European Anti Poverty Network (EAPN), ha di recente pubblicato un rapporto di ricerca interamente dedicato alle donne in povertà in Italia e in Spagna. La ricerca, realizzata attraverso un’analisi documentale e una serie di interviste in profondità, è stata finanziata dalla Commissione Europea e ha visto la partecipazione, oltre che del CILAP EAPN, di EAPN Spagna.
Il 14 dicembre a Torino è andato in scena lo spettacolo di Teatro forum “Dindi, grana, spiccioli e altre quisquilie!”. La serata è il frutto di un percorso teatrale sul tema delle difficoltà economiche svolto nell’ambito del progetto Contiamo Insieme, sviluppato da ActionAid in partnership con l'Associazione TeatroContesto, il CEPSI, il Dipartimento di Psicologia dell'Università degli Studi di Torino e realizzato grazie alla collaborazione della Città Metropolitana di Torino e il sostegno della Compagnia di San Paolo.
Il Governo stanzierà 300 milioni per dare ai diciottenni 500 euro da spendere in attività culturali: teatri, musei, cinema e libri. Un incentivo positivo, visto l'interesse reale dei giovani per questi ambiti. La misura però non tiene conto delle grandi disparità sociali e territoriali che vedono il Sud e gli immigrati profondamente svantaggiati, violando così il principio dell’eguaglianza di opportunità. A Renzi piacciono molto queste misure "universali", facili ed elettoralmente premianti, ma non è detto che siano corrette rispetto agli scopi che si vogliono raggiungere.A Renzi piacciono molto queste misure "universali", facili ed elettoralmente premianti, ma non è detto che siano corrette rispetto agli scopi che si vogliono raggiungere.
Sabato 28 novembre davanti ai supermercati di tutta Italia migliaia di volontari con la pettorina gialla chiederanno agli italiani di donare parte della propria spesa per rispondere ai bisogni di chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena. Si tratta della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, tradizionale appuntamento che dal 1997 viene organizzato dalla Fondazione Banco Alimentare per raccogliere cibo da destinare alle oltre 8.000 realtà caritative che ogni giorno sostengono i più poveri del nostro Paese.
Prevedendo nuovi finanziamenti e una legge delega che unificherà le prestazioni esistenti, la Legge di Stabilità apre nuove prospettive in materia di lotta alla povertà. Per la prima volta, l’Italia è vicina all’introduzione di una misura universalistica di contrasto al fenomeno, ed è inoltre probabile che nei prossimi mesi il Governo si impegnerà a definirne i contorni dialogando con l’Alleanza Contro la Povertà. Ne abbiamo parlato con Maurizio Bernava, Segretario Confederale Cisl e Responsabile delle Politiche Sociali, della Salute e di Riforma delle PA.
Chiara Agostini ha intervistato Stefano Sacchi, docente dell’Università degli Studi di Milano e consigliere del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, chiedendogli di raccontarci le principali novità introdotte dalla Legge di Stabilità sul fronte del contrasto alla povertà. Il testo attuale, che rende strutturale interventi da oltre un miliardo e mezzo per le fasce più deboli della popolazione, unificherà le prestazioni esistenti per arrivare a una misura unica di contrasto alla povertà, migliorando l’equità dell’assistenza sociale italiana.
Un finanziamento di 600 milioni di euro dallo Stato, più 100 milioni derivanti da Fondazioni, Comuni e Terzo Settore. E' quanto la Legge di stabilità, secondo le anticipazioni fatte dal Premier Renzi, destinerà alle misure di contrasto alla povertà nel nostro Paese. Se la misura sarà confermata in sede parlamentare, rappresenterà un passo decisivo verso l'implementazione di una politica di lotta alla povertà più efficace, strutturale e ricca di risorse.
Un milione e mezzo di famiglie vive nel nostro paese in povertà assoluta. Di queste, 600.000 comprendono minorenni, per un totale di un milione di bambini e ragazzi poveri che non sono in grado di accedere a beni e servizi considerati essenziali per vivere in modo dignitoso: cibo, abiti, la disponibilità di un’abitazione. Proprio per superare tale situazione, nella prossima legge di stabilità potrebbe essere previsto un finanziamento strutturale di un miliardo di euro all’anno. Una cifra mai vista per la lotta alla povertà in Italia.
“In Italia l’accesso alla conoscenza e alla cultura rimane un problema per tanti bambini, in particolare per chi nasce in contesti familiari svantaggiati”. E’ questa l’amara considerazione che emerge dal rapporto “Illuminiamo il futuro 2030” di Save the Children pubblicato negli scorsi giorni e frutto di una ricerca partita nel 2014, dedicata interamente alle povertà educative. Secondo Save the Children eliminare la povertà educativa e spezzare le catene della diseguaglianza tra minori sono obiettivi possibili.
Il Rapporto di Save the Children punta il dito su una vera e propria piaga scoperta del nostro modello sociale e di intervento pubblico. I livelli di povertà educativa degli studenti sono troppo bassi e nel Mezzogiorno sono addirittura indecenti. Save the Children formula raccomandazioni molto ragionevoli e alla nostra portata: più scuole, insegnanti più motivati e attenti al problema, azioni mirate nei confronti di chi rischia di più, tempo pieno, attività extracurriculari. Dovrebbe essere già tutto previsto dalla «Buona Scuola». Purtroppo però le leggi non bastano.
L'emergere di nuovi bisogni e la crescita della domanda di prestazioni e tutele sociali ha determinato negli ultimi anni una trasformazione quantitativa e qualitativa del fenomeno povertà. In Europa, oggi, 123 milioni di persone (il 24,5% della popolazione) sono a rischio povertà. In questo contesto risultano sempre più necessarie misure innovative di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale per assicurare nuove forme di tutela, per contribuire alla crescita e allo sviluppo, e per garantire stabilità sociale.
Il dibattito sul Sud deve oggi liberarsi completamente dai luoghi comuni, dalla rassegnazione gattopardesca, dall'illusione che i contrasti siano un valore. Siamo di fronte a un fallimento storico enorme, che coinvolge élite politiche di ogni colore e grandissima parte della classe dirigente meridionale. Non sembra esagerato dire che le debolezze di questa metà dell’Italia restano ancora oggi la madre di tutti i nostri problemi.