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invecchiamento

Sul Corriere della Sera, Maurizio Ferrera e Sergio Harari affrontano il tema del finanziamento del SSN tra vincoli di bilancio, invecchiamento demografico e nuove strategie per garantire universalismo ed equità.
Bilanciare vita e lavoro è un bisogno sempre più avvertito ma ancora molto difficile da soddisfare adeguatamente in Italia. A tratti sembra qualcosa di raro ed eccezionale, soprattutto per alcune categorie.
Se ne è discusso all'Università degli Studi di Milano durante un evento parte del Festival “Il Tempo delle Donne” del Corriere della Sera. A confrontarsi sul tema la nostra direttrice scientifica Franca Maino insieme a Maurizio Ferrera, Ilaria Madama, Claudia Moneta, Marzia Sica e Barbara Farina.
Una possibile risposta sono i senior housing come “Villaggio Novoli”, inaugurato ad aprile a Firenze. Si tratta di esperienze che cercano di affrontare in modo innovativo il problema dell’isolamento sociale degli anziani.
Una residenza collaborativa per la longevità attiva in cui gli anziani non sono solo beneficiari di servizi abitativi e di welfare, ma anche attivatori di comunità. È il modello di Villa Mater, ex casa di riposo per in ristrutturazione a Rivoli.
Sempre più Paesi europei stanno varando riforme per assistere gli anziani non autosufficienti nel lungo periodo. Andiamo a conoscere il contesto continentale guardando in particolare ai casi di Austria, Inghilterra e Slovenia. Anche per capire come si colloca l’Italia a livello europeo.
Prova a rispondere il rapporto "Abitare e anziani (fragili): evidenze e spunti per coprogettare nuove forme di housing", realizzato da Percorsi di secondo welfare in collaborazione con Fondazione Turati
Secondo il 6° rapporto dell'Osservatorio Long Term Care di CERGAS SDA Bocconi sono necessari interventi strutturali per affrontare problemi di sostenibilità economica, del personale e dei modelli di servizio nel settore LTC. A differenza di Paesi come Francia, Germania e Svezia che hanno già avviato riforme, l'Italia è ancora lontana dall'adottare cambiamenti simili.
Un nuovo studio di Fondazione Cariplo stima il valore dei lasciti testamentari a favore di organizzazioni benefiche: nel caso più realistico si tratterebbe di quasi 36 miliardi nel 2030. Ma a chiedere attenzione sono soprattutto gli 88 miliardi di patrimoni senza eredi, a cui dovrebbero dedicarsi programmi e campagne degli enti.