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Le aziende che considerano la felicità dei loro dipendenti come una priorità strategica hanno una maggiore produttività e un miglior rendimento economico. Inoltre, molte organizzazioni hanno capito che i soldi e la carriera non bastano più per assicurare coinvolgimento e motivazione da parte di chi vi lavora. Anche per queste ragioni, negli ultimi anni è nata una nuova figura professionale: il Chief Happiness Officer.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato il Report sull'andamento dei Premi di Produttività relativo al mese di aprile 2020. Secondo quanto affermato dal documento, attualmente sono 11.150 gli accordi di secondo livello che regolamentano forme premiali legate alla produttività: di questi, 6.300 (il 57% circa) prevedono la possibilità di conversione del premio in benefit e servizi di welfare aziendale.
Il 16 aprile scorso su Buone Notizie Enzo Manes, Presidente della Fondazione Italia Sociale, ha proposto di introdurre una "donazione obbligatoria" una tantum da parte di chi dichiara più di 1 milione di euro di patrimonio finanziario. Tali risorse andrebbero a sostenere, attraverso un apposito fondo di recovery, tutte le organizzazioni non profit escluse dai provvedimenti del Governo, che nei prossimi mesi senza sostegni adeguati rischierebbero di scomparire. Abbiamo chiesto a Manes di spiegarci meglio la sua proposta.
Negli ultimi anni si è parlato molto del fenomeno dell'economia delle piattaforme anche in ambito sociale. In questa direzione, anche grazie alla diffusione del welfare aziendale, la platform economy può rappresentare un'opportunità importante per il mondo della cooperazione e dell'impresa sociale. Per approfondire il tema, il Gruppo Cooperativo CGM ha pubblicato il position paper "A cosa servono le piattaforme. Come scalare l’innovazione sociale e tecnologica del welfare aziendale".
Attraverso la contrattazione collettiva nell'ambito della sanità integrativa, le parti sociali si stanno attivando per promuovere misure ad hoc per fornire maggiore sicurezza ai lavoratori e alle imprese in questo periodo di crisi. Alcuni esempi arrivano dagli interventi realizzati dai Fondi sanitari integrativi dei settori metalmeccanico, della cooperazione, dell’artigianato, della moda e della logistica. Ne parliamo in questo approfondimento.
In questi giorni in cui lavorare, collaborare e seguire incontri formativi a distanza è divenuta una prassi comune crediamo sia importante conoscere quali sono gli strumenti che meglio di adattano ad ogni situazione. Sempre più sentiamo infatti parlare di webinar, web-incontri, laboratori digitali, webcast, dirette, tutorial e altro ancora. Ma di cosa si tratta? Quali sono le proposte più adeguate alle nostre esigenze?
Come spesso sottolineiamo, nel corso degli ultimi anni il mercato del welfare aziendale si è arricchito di nuovi attori di diversa natura. Tra questi c’è ComeBack Welfare, start-up nata lo scorso gennaio dopo due anni di progettazione e lavoro. ComeBack non è un vero e proprio provider ma un operatore che propone un metodo per certi versi innovativo per "creare" un budget da investire nella creazione di un piano di welfare aziendale.
Valoriamo è un progetto realizzato nella provincia lecchese per favorire la diffusione di esperienze di welfare aziendale territoriale e promuovere percorsi di inclusione lavorativa. Come in molti altri casi, i promotori dell'iniziativa si trovano oggi a dover sostenere la popolazione nella crisi legata alla pandemia, impegnandosi nel contempo a tutelare la salute dei propri lavoratori. Ecco quali strategie sono state messe in campo per affrontare la situazione.
Nell'attuale condizione di emergenza parlare di welfare aziendale non è facile. Il mondo del lavoro e della contrattazione si sta (giustamente) concentrando soprattutto su altre tematiche. Ci sono però alcune imprese che hanno fatto uno sforzo per introdurre piani e prestazioni di welfare volti a mitigare gli effetti della pandemia. In questo articolo vi parliamo di alcune di queste esperienze.
Negli ultimi giorni sono stati molteplici gli interventi e le donazioni promosse da enti filantropici, imprese e privati cittadini allo scopo di contrastare gli effetti legati alla pandemia di Covid-19. Tra le realtà che si sono mosse in questa direzione c'è Intesa Sanpaolo, che ha stanziato circa 115 milioni per l'emergenza e ha previsto misure ad hoc per i suoi dipendenti. Ve ne parliamo qui.
Valoriamo è un progetto finanziato da Fondazione Cariplo attraverso il bando "Welfare in azione", che intende creare un sistema di welfare "a km 0" sul territorio lecchese, coinvolgendo le imprese locali per realizzare progetti sociali a livello locale. A circa un anno dall'avvio della progettualità abbiamo incontrato i rappresentanti di tre degli attori promotori di Valoriamo e ci siamo fatti raccontare i principali sviluppi dell'iniziativa.
La Regione Lazio ha recentemente pubblicato un avviso pubblico per favorire e sostenere le imprese che vogliono avviare azioni di smart working. Il bando mette in campo 2 milioni di euro ed è stato elaborato per rispondere in modo immediato alle crescenti necessità e richieste delle aziende di far lavorare i propri dipendenti utilizzando il lavoro agile in questo momento di emergenza epidemiologica.
Vi segnaliamo l'Avviso pubblico promosso da Regione Lombardia allo scopo di promuovere iniziative di smart working nelle imprese lombarde. In totale la Regione ha stanziato 4,5 milioni di euro per finanziare servizi di consulenza e formazione e l'acquisto di strumenti tecnologici finalizzati a diffondere pratiche di lavoro agile. Le imprese interessate potranno presentare domanda fino al 15 dicembre 2021.
In Lombardia, le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, insieme a Confcooperative e Legacoop hanno sottoscritto un accordo allo scopo di tutelare le imprese sociali e i loro lavoratori in crisi per l'emergenza sanitaria legata al diffondersi del Coronavirus. L'intesa garantisce alle realtà cooperative di tutti i settori la possibilità di accesso agli ammortizzatori sociali. Si tratta di un provvedimento importante perché al momento si stima una perdita per le imprese cooperative di oltre 7 milioni di euro al giorno.
Allo scopo di ridurre l'impatto sociale ed economico dell'attuale crisi sanitaria legata al diffondersi del Coronavirus Covid-19, il Ministero per l'Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione ha lanciato "Solidarietà digitale", un'iniziativa attraverso cui imprese private, associazioni e altre realtà di varia natura hanno messo (e metteranno) a disposizione servizi gratuiti per chi ha visto le sua abitudini lavorative e di vita cambiare totalmente. Ecco di cosa si tratta.
Secondo il Censimento permanente delle imprese di ’Istat, nel 2019 oltre la metà delle aziende italiane con più di tre dipendenti ha adottato almeno una misura per il sostegno della genitorialità e della conciliazione vita-lavoro. Tra le politiche più diffuse ci sono la flessibilità oraria e la previsione di permessi familiari e parentali extra rispetto a quelli previsti dalla legge. Ve ne parliamo in questo approfondimento.
Il libro "Welfare e trasformazioni del lavoro", edito da Ediesse, ricostruisce lo sviluppo dello stato sociale novecentesco analizzando i mutamenti intervenuti nell'ambito del lavoro e dei modelli di produzione dalla fine degli anni '70 a oggi. A partire da questo quadro il volume si concentra sul reddito di esistenza universale. L'autore Giacomo Pisani ci racconta in questo articolo i principali contenuti del volume.
Come vi stiamo raccontando fin dall'inizio dell'emergenza Coronavirus Covid-19, lo smart working oggi più che mai rappresenta un'opportunità per limitare il contagio e, al contempo, cercare di dar continuità alle attività lavorative che si possono svolgere anche in remoto. Il Decreto del Presidente Consiglio dei Ministri del 1° marzo, ora estende la possibilità del lavoro agile, per la durata dello stato d'emergenza, a tutte le organizzazioni dell'intero territorio nazionale.
Lo scorso 25 febbraio il Governo ha espresso alcuni chiarimenti in merito all'applicazione dello smart working in modalità semplificata per le imprese situate nelle zone a rischio contagio da Coronavirus. In particolare, sono interessate dal Decreto le aziende con sede in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli, Emilia Romagna e Liguria; sarà inoltre possibile applicare questa misura fino al 15 marzo, inviando solo l'informativa sulla sicurezza.
In Provincia di Oristano è nato un accordo territoriale finalizzato a promuovere una maggiore integrazione tra le offerte del welfare pubblico e quelle del welfare aziendale e contrattuale. Il progetto, tra i primi di questo genere realizzato in una regione del Sud, prevede la creazione di una piattaforma accessibile dai cittadini e dai dipendenti delle imprese e la presenza di sportelli territoriali che forniranno informazioni e servizi di counselling.