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finanza sociale

Abbiamo scelto di candidarci per entrare a far parte del network del Comune di Milano che si occupa di Sharing Economy, in modo da offrire le competenze acquisite dal nostro Laboratorio e, soprattutto, per confrontarci con i diversi attori, sia pubblici che privati, attivi in questo ambito. Nei giorni scorsi la nostra richiesta è stata approvata da Palazzo Marino!
Nel corso delle ultime settimane si sono susseguiti appelli ed esortazioni che invitano il Parlamento “a fare presto” e approvare in tempi brevi la riforma del Terzo Settore, evitando di “perdere ulteriore tempo” perché “il non profit non può aspettare”. Quali sono i motivi di tale urgenza? Quali sono i principali contenuti della riforma? E soprattutto quale idea di impresa sociale intende realizzare?
L’innovazione sociale, come ogni tipo di innovazione, presenta un tasso di fallimento particolarmente elevato. Dei vari tentativi di produrre innovazione, pochissimi giungono a termine e possono contemporaneamente essere considerati di successo. Esattamente in quest’ottica è sorto il modello dei social impact bonds, uno strumento innovativo che pretende di fare innovazione.
Mentre in Italia, come spesso capita, si cavalca in modo un po’ superficiale l’entusiasmo altrui e si annuncia che sarebbe tempo di bilanci per i «social impact bonds che funzionano davvero», all’estero si anima sempre di più il dibattito su questo nuovo strumento, la cui efficacia resta tutt’altro che pacifica. A dimostrarlo è il caso del SIB sviluppato per il carcere newyorkese di Rikers Island.
Il tema dell'impact investing non può più essere trascurato, nemmeno in Italia. Per questo vorremmo proporre qualche osservazione in tema di metriche e misurazione dell’impatto sociale. Non si tratta di pensieri originali e frutto di studi diretti. Piuttosto è una prima reazione rispetto ad un dibattito complesso, e talvolta anche un po’ autoreferenziale, in cui verrà posta più attenzione al metodo che non al contenuto.
Le ultime settimane sono state caratterizzate da numerosi interventi sul tema dell’impresa sociale e dell’impact investing. In questo contesto ci pare utile riprendere qualcuno dei miti circolanti a proposito di impresa sociale e provare a fissare qualche possibile risposta, grazie anche a quanto sta accadendo con l’affermarsi del movimento dell’impact investing.
Come emerge dal working paper sulla Cooperativa Giotto, esistono realtà imprenditoriali sui generis i cui risultati “sociali” sono “dimostrabili” attraverso strumenti empirici. Proviamo dunque a capire meglio i meriti dei soggetti capaci di coniugare impatto sociale e sostenibilità economica, e quali obiettivi potrebbero raggiungere grazie alla finanza sociale.
A Richmond, California, è in corso la sperimentazione di un social impact bond in un ambito diverso dai quelli “classici”. Qui l'amministrazione locale, la fondazione comunitaria e diversi attori del territorio stanno sviluppando un sistema per contrastare il problema del degrado urbano attraverso uno strumento innovativo non necessita di misurazioni o metriche sofisticate.
Nei mesi scorsi ci siamo occupati delle ricerche di Lester Salamon su filantropia e impact investing. Vista l'importanza del tema e l'attenzione posta alle diverse dimensioni dello stesso, proponiamo un indice commentato agli approfondimenti pubblicati sul nostro sito, così da rendere più agevole e immediato un primo e sommario confronto col lavoro di Salamon.
Sono diversi i Paesi che negli ultimi anni hanno avviato la sperimentazione di strumenti finanziari, in particolare i cosiddetti social impact bond, per individuare nuove strade attraverso con cui rispondere ai problemi sociali. Il primo tentativo italiano ha come cornice Napoli, dove verrà intrapresa un progetto per affrontare il grave problema dei rifiuti che ormai da anni attanaglia la città.
L’OECD lo scorso mese ha pubblicato un corposo rapporto che affronta con una certa precisione il fenomeno dell’impact investing, cui come sapete abbiamo anche noi da tempo iniziato a dedicare qualche riflessione. L’aspetto particolarmente significativo di “Social Impact Investment. Building the Evidence Base” è la sua vocazione ad offrire indicazioni di policy agli stati membri dell’OECD e quindi anche all’Italia. Lo ha letto per noi Giulio Pasi riportando alcuni aspetti interessanti.
Un Paese in crisi può tornare a crescere puntando su innovazione sociale e impact investing? Quanto raccontato dal Ministro portoghese Miguel Poiares Maduro durante il Salone del Risparmio sembra dimostrare che non solo può, ma che già sta accedendo. L'intervento offre un'autorevole conferma ad una chiave interpretativa dell'imapct investing che più volte abbiamo segnalato.
Dopo aver dedicato ampio spazio al contesto, agli attori, agli strumenti e alle ragioni fondanti che contraddistinguono le "nuove frontiere della filantropia" descritte da Lester Salamon, Giulio Pasi riflette sulle potenziali conseguenze derivanti dai cambiamenti in corso nel mondo degli investimenti a finalità sociale, tra valutazioni positive e uno sguardo attento ai numerosi ostacoli e problemi.
Procediamo verso la conclusione dell’ideale viaggio lungo le nuove frontiere della filantropia. Accompagnati dalla guida sicura di Lester Salamon, andiamo quindi alla scoperta di quei fattori che hanno dato origine alla trasformazione in atto nel mondo dell'impact investing, individuandone le dimensioni sia sul versante della domanda che su quello dell’offerta.
Prosegue il percorso intrapreso in quel mondo che Lester Salamon indica nel suo ultimo volume come "le nuove frontiere della filantropia". Dopo aver delineato il cambiamento in atto e aver descritto i principali protagonisti, affrontiamo il tema degli strumenti che più di frequente sono utilizzati per la “ricerca della leva finanziaria”, vera chiave di lettura del fenomeno.
UBI Banca ha annunciato l’emissione del Social Bond “UBI Comunità per Dynamo Camp Onlus”. Per la prima volta UBI utilizzerà lo SROI per misurare l’impatto sociale generato attraverso tali risorse, tentando così di quantificare in termini economici il valore generato dall’attività sostenuta dalle obbligazioni sociali.
Nei giorni scorsi è stata confermata la riduzione delle risorse pubbliche destinate al sostegno delle cooperative che lavorano all'interno delle carceri. Ora si dovranno quindi valutare strade alternative per rendere sostenibili, in particolare da un punto di vista economico, le attività svolte da questi soggetti. In questa situazione si può aprire una finestra interessante per la finanza sociale?
La finanza sociale potrebbe colmare una lacuna relativa non solo alla qualità dei servizi di welfare, ma che riguarda la crescente necessità di rivedere e sperimentare forme sempre nuove e più efficaci di servizi sociali, inevitabilmente sottoposti a pressanti spinte di cambiamento, soprattutto considerata la velocità con cui mutano rischi e bisogni della popolazione.
Quale ruolo può svolgere la finanza sociale per sostenere il sistema di welfare italiano? Gian Paolo Barbetta analizza potenzialità e limiti dei Social Impact Bond, sottolineando come nel nostro Paese già esistano soggetti in grado di raggiungere i medesimi obiettivi attraverso strade meno complesse e rischiose di quelle proposte da questi strumenti finanziari.
L'analisi di quella vasta serie di nuovi attori che hanno portato all’invenzione e lo sviluppo di nuove “tecniche filantropiche” o di social investing. Comprendere natura e finalità di tali nuovi soggetti è infatti la premessa indispensabile per approfondire la conoscenza dei nuovi strumenti della finanza sociale, dei relativi limiti e delle prospettive evolutive degli stessi.
Di fronte al tema della finanza sociale si corre spesso il rischio di semplificare e parcellizzare eccessivamente le questioni in gioco. Giulio Pasi ci aiuterà a capire meglio questo argomento attraverso un percorso di approfondimento dedicato alle sue diverse declinazioni prendendo spunto da Lester Salamon, punto di riferimento su terzo settore e realtà filantropiche.
Il dibattito pubblico sui Social Impact Bonds è senz’altro carico di spinte retoriche e visioni ideali che rendono il tema particolarmente affascinante. Viste le peculiarità del nostro Paese, bisogna tuttavia iniziare a riflettere su come questi strumenti potrebbero essere concretamente utilizzati all'interno del contesto italiano, certamente molto diverso dai modelli anglosassoni in cui i SIBs hanno iniziato a svilupparsi. In questo senso può essere utile domandarsi quale ruolo potrebbero svolgere le fondazioni di origine bancaria che, grazie al proprio patrimonio e alle proprie competenze in ambito sociale, si configurano quali soggetti in grado di sviluppare meccanismi di finanza sociale propri dello strumento.
UBI Banca, con il supporto scientifico del Centro Studi AICCON, ha pubblicato la terza edizione dell' “Osservatorio UBI Banca sulla Finanza ed il Terzo Settore”, indagine volta ad approfondire diversi aspetti legati al fabbisogno finanziario del Terzo Settore. La ricerca si è concentrata in particolare sulla situazione delle cooperative sociali e su quello delle fondazioni.