famiglia

L’indagine campionaria della Banca d’Italia “I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2012” indica un netto aumento delle diseguaglianze: il 10 % delle famiglie italiane più ricche possiede il 46,6 % della ricchezza netta familiare totale. Più penalizzate le nuove generazioni, colpite da un drastico calo del reddito medio e da un forte aumento del rischio povertà.
Le misure di austerità poste agli enti locali sulla spesa per il personale e il reclutamento stanno creando difficoltà crescenti a numerosi Comuni italiani nell’erogazione dei servizi per l’infanzia. Per far fronte a questo problema il Comune di Modena ha istituito nel maggio 2012 la Fondazione Cresci@Mo.
Riconoscere e valorizzare il ruolo della famiglia nell’ambito delle politiche sociali. Per questa ragione a Udine è nata l’Agenzia per la famiglia, un progetto integrato per rilanciare il welfare locale e realizzare una rete attiva che possa intervenire su un tema complesso e importante come quello degli aiuti alle famiglie.
Che fine hanno fatto le politiche familiari? Di famiglia, di bambini, di sostegno alla coppia e alla genitorialità si parla ogni giorno, eppure un fantasma si aggira tra le amministrazioni pubbliche italiane: è la politica per la famiglia. Se ormai è assodato che lo Stato centrale è troppo abituato a erogare contributi in denaro, piuttosto che strutturare servizi, per trovare il “morto che cammina” occorre rivolgersi alle (poche) competenze in materia in capo alle Regioni. E si scopre che, a macchia di leopardo, “eppur si muove”: superati i due modelli basilari della fine degli anni Novanta (lombardo ed emiliano), la politica familiare si interseca sempre più con la dimensione territoriale. Il nuovo modello è il Trentino.
COFACE, insieme a più di 50 organizzazioni presenti in vari paesi membri, ha riunito numerose ONG europee, le parti sociali e le organizzazioni familiari nella campagna per designare il 2014 come Anno europeo della conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa, in modo da dirigere l'attenzione europea sul tema del work-life balance.
Venerdì 12 ottobre, presso la Sala Conferenze dell’Azienda Sanitaria Locale di Pavia, si è tenuto il seminario dal titolo “Nasce la rete territoriale per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro a Pavia: le sfide dell’innovazione sociale”. l'evento ha aperto un articolato ciclo di formazione sui temi della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, progettato e realizzato dal Centro di Ricerca Interdipartimentale “Studi di Genere” dell’Università degli Studi di Pavia, che si snoderà nei prossimi mesi e che terminerà nel maggio 2013.
La famiglia italiana è stata ed è tuttora il più importante ammortizzatore sociale del paese, camera di compensazione delle difficoltà economiche e luogo d'elezione della cura dei suoi membri bisognosi. Il Piano nazionale per la famiglia, deliberato dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno 2012, è un primo importante passo, anche se perfettibile, per il sostegno alle fondamentali funzioni di protezione sociale che i legami familiari svolgono, nella nostra società.
Il lavoro precario, il numero sempre più consistente di famiglie monogenitoriali e l’incremento del rischio di povertà per donne e bambini in tutta l’area OCSE sono fenomeni che assumono contorni sempre più preoccupanti nell’attuale crisi economico-finanziaria. In questa complessa cornice di trasformazioni economiche, sociali e politiche si situa il delicato dilemma della conciliazione tra lavoro e cura dell’infanzia. I gestori pubblici, al centro di complessi processi di riforma dei sistemi di welfare, devono decidere se e come intervenire su di una sfera fino a pochi decenni fa ritenuta privata, adottando strumenti di policy che favoriscano adeguati meccanismi di bilanciamento tra carichi di lavoro e carichi di cura. L'Italia si trova a un bivio fondamentale per la strutturazione e il funzionamento del proprio sistema: quali modelli guardare?
Sulle pagine del Corriere della Sera Maurizio Ferrera affronta il tema dei servizi alla persona, indicando i vantaggi che potrebbero verificarsi se si decidesse di investire con maggiore convinzione in questo ambito.
Il rapporto "Conciliazione famiglia e lavoro. Buone pratiche di welfare aziendale", a cura dell'Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, mette a fuoco alcuni casi di welfare aziendale presenti sul territorio nazionale, contribuendo ad affinare gli strumenti conoscitivi con riferimento a queste iniziative in Italia.