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Lunedì 7 luglio 2014 il Comitato economico e sociale europeo (CESE), in collaborazione con la Federazione Europea dei Banchi Alimentari (FEBA), ha organizzato un convegno dal titolo “Donazione di alimenti. Combattere la povertà alimentare e affrontare lo spreco alimentare” per capire come contrastare un grande paradosso che contraddistingue l'Unione Europea, quello della scarsità nell'abbondanza.
Nel nostro Paese l’implementazione del programma europeo appare in forte ritardo, ma sono diversi i Paesi europei che vivono la medesima situazione. Patrik Vesan si sofferma sul caso della Francia e della Spagna, segnalando similitudini e differenze rispetto alla declinazione italiana della Youth Guarantee.
Otto settimane non bastano certo a produrre risultati concreti, è però lecito chiedersi a che punto siamo e che cosa possiamo aspettarci da questa ambiziosa iniziativa. Per evitare il fallimento, il governo deve attivarsi subito almeno su due fronti: il rispetto di criteri minimi di trasparenza ed efficacia e il collegamento col mondo delle imprese. L'opinione di Maurizio Ferrera.
Continuano i nostri approfondimenti sull’implementazione della GG. Vi presentiamo il caso della Sardegna che, con una situazione occupazionale giovanile abbastanza seria, è stata la prima regione tra quelle del Sud, ad aver siglato con il Ministero la convenzione richiesta per attivare nel proprio ambito la Garanzia Giovani.
Nel corso della Colletta Alimentare Straordinaria svoltasi sabato 14 giugno sono state raccolte 4.770 le tonnellate di cibo, donate dagli italiani in oltre 6.000 punti vendita sparsi in tutta la Penisola. Queste risorse nei prossimi mesi verranno distribuite a oltre 8.900 strutture caritative operanti su tutto il territorio nazionale che ogni giorno sostengono 2 milioni di persone indigenti.
Sabato 14 giugno si svolgerà un’edizione straordinaria della “Giornata Nazionale della Colletta Alimentare". Di fronte ai numeri sempre più allarmanti dell’emergenza alimentare in atto nel nostro Paese – gli ultimi dati parlano di oltre 4 milioni di persone che chiedono aiuto per rispondere alle proprie esigenze primarie - la Fondazione Banco Alimentare ha infatti scelto di organizzare questo nuovo appuntamento di solidarietà, che si aggiunge al tradizionale evento di fine novembre.
La crisi pare aver imprigionato l’Europa in una condizione di ansia perenne che coinvolge tutte le componenti dell’Unione. Prima che la situazione degeneri occorre un cambio di passo che ponga al centro dell'attenzione non solo competitività e mercati efficienti ma anche solidarietà verso i più deboli, e un welfare efficace e capace di rispondere a bisogni sia vecchi che nuovi.
Negli anni l'Unione Europea, dal Consiglio di Lisbona ad Europa 2020, ha promosso una strategia di modernizzazione dello stato sociale centrata sul concetto di innovazione sociale. Ripercorriamo rapidamente l'evoluzione della politica comunitaria in questo ambito, cercando di coglierne rischi e potenzialità in un'ottica che guarda al futuro.
I diritti sanciti dall’ordinamento europeo e gli strumenti atti a favorire la mobilità delle persone offrono opportunità crescenti per i cittadini Italiani. Politiche in grado di generare effetti positivi, come quello di mitigare l’impatto della crisi economica, ma non esenti da rischi, che ripropongono il dilemma della scelta tra chiusure nazionaliste e una più profonda integrazione.
La Garanzia Giovani è finalmente partita, almeno a livello ufficiale. Tuttavia, il grosso della sua attuazione effettiva dipendente innanzitutto dalle amministrazioni regionali e dai servizi al lavoro che verranno accreditati a livello locale. Nell'ambito del nostro Focus tematico, avviamo un'esplorazione preliminare delle prime fasi di implementazione a livello regionale.
L’implementazione della Garanzia Giovani attribuisce un ruolo centrale alle Regioni. Per questo motivo, il Focus YEI-GARANZIA GIOVANI ha avviato un’esplorazione preliminare delle iniziative avviate a livello regionale. Cominciamo dal Piemonte che, regione con il tasso di disoccupazione più alto nel Nord-Italia, è stata la prima a partire con il proprio piano.
L’Unione Europea per molti anni si è occupata poco e male di questioni sociali. In anni più recenti questa dinamica, soprattutto a causa della crisi economico-finanziaria, è mutata notevolmente e vede l’Europa molto più attenta alle tematiche sociali. Vogliamo quindi segnalarvi alcune misure ed interventi che hanno condizionato in positivo la vita di milioni di europei.
Seicentottantamila. Questo il numero di giovani disoccupati nel mese di marzo. Un piccolo esercito, a cui si devono aggiungere più di due milioni di «né, né»: ragazzi e ragazze fra i 18 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Cosa si può fare per aiutarli? Da oggi, Festa del Lavoro, l’Unione Europea e il governo italiano offrono una nuova possibilità: la «Garanzia giovani». Chi si iscrive ad un apposito portale Internet verrà contattato nei prossimi mesi dai servizi per l’impiego al fine di concordare un percorso di inserimento. Gli ostacoli da superare, tuttavia, non sono pochi.
Tra le sfide più impegnative che il nostro Paese è chiamato ad affrontare con maggiore urgenza c’è sicuramente quella del lavoro. Gli ultimi anni sono stati particolarmente duri per il sistema occupazionale italiano, eppure in questa situazione di forte difficoltà nella foschia si iniziano ad intravedere alcuni elementi e strumenti positivi utili ad affrontare le sfide del presente. E’ per questa ragione che abbiamo scelto di lanciare due nuovi focus tematici dedicati a due aspetti che, a nostro avviso, possono risultare particolarmente interessanti: la diffusione del Welfare Contrattuale e lo sviluppo della Garanzia Giovani.
Il 16 aprile si è svolto a Roma il convegno “Il non profit in Italia. Quali sfide e quali opportunità per il Paese”, organizzato dall’Istat per discutere dei dati emersi nel corso del Censimento sulle Istituzioni non profit. Vi segnaliamo gli spunti più interessanti emersi nel corso della giornata di lavori durante i quali si sono confrontati numerosi esperti di terzo settore, istituzioni e mondo accademico.
Il governo Renzi non ama i rimproveri dell’Europa e delle istituzioni internazionali. Recentemente però ne è arrivato uno che non si può ignorare. In una intervista al Corriere, Christine Lagarde, presidente del Fondo Monetario Internazionale, ha ricordato che l’Italia è fra i Paesi che "incoraggiano meno" (un cortese eufemismo) l’occupazione femminile: un cambiamento di rotta darebbe un contributo di primo piano alla ripresa economica. Ma siamo davvero la maglia nera su questo versante? E, soprattutto, perché i nostri governi fanno così poco per colmare il divario che ci separa dagli altri Paesi?
Il 5 giugno prossimo a Bruxelles nel corso della conferenza “Building inclusive welfare systems: A dialogue between research and practice” verranno presentati i risultati di quattro progetti di ricerca internazionali finanziati dalla Commissione Europea nell’ambito del 7º Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo.
L'Expo di Milano sarà la prima esposizione universale a dedicare un intero padiglione al terzo settore, a cui sarà riservata l'area della Cascina Triulza. La Fondazione Triulza, ente che si occupa di coordinare le realtà della società civile che stanno contribuendo a strutturare Expo, ha lanciato la prima call for ideas per stabilire il programma culturale del Padiglione Sociale.
Il Ministero del Lavoro sta mettendo a punto l’implementazione della Youth Guarantee, l’iniziativa europea volta a contrastare la disoccupazione giovanile. Ma quali risultati effettivamente potrà raggiungere nel nostro paese? Il contesto italiano presenta infatti molte criticità, sia relative alle politiche del lavoro che al sistema economico, che rischiano di compromettere l’esito del piano.
Camilla Gaiaschi analizza i dati Ocse sull'utilizzo del tempo di maschi e femmine tra casa e lavoro. Al di là di alcune conclusioni scontate non mancano le sorprese, come i risultati perseguiti dalla "part time economy” dei Paesi Bassi, che invece di colmare il gap tra uomini è donne ha progressivamente rafforzato i ruoli tradizionali.
FLOWS mira a comprendere come i sistemi locali di welfare in 11 città europee influenzino la partecipazione femminile al mercato del lavoro e come tale occupazione si ripercuota sul corso di vita di uomini e donne, sulla struttura delle diseguaglianze, sulla coesione sociale e sulla sostenibilità del modello sociale europeo.