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esclusione sociale

Un milione e mezzo di famiglie vive nel nostro paese in povertà assoluta. Di queste, 600.000 comprendono minorenni, per un totale di un milione di bambini e ragazzi poveri che non sono in grado di accedere a beni e servizi considerati essenziali per vivere in modo dignitoso: cibo, abiti, la disponibilità di un’abitazione. Proprio per superare tale situazione, nella prossima legge di stabilità potrebbe essere previsto un finanziamento strutturale di un miliardo di euro all’anno. Una cifra mai vista per la lotta alla povertà in Italia.
La pubblicazione del Rapporto di Save the Children ha fatto rientrare nell'agenda pubblica lo spinoso tema della povertà educativa. Nel campo del contrasto della povertà educativa le Fondazioni di Origine Bancaria vantano ormai un prezioso patrimonio di esperienze, grazie al sostegno e all'ideazione di progetti e iniziative spesso innovativi. Esaminiamo più da vicino alcuni esempi, in particolare nell'ambito del contrasto alla dispersione scolastica, secondo molti osservatori uno degli obiettivi prioritari da perseguire.
Renzi come Clinton e Blair? Il paragone è stato proposto dal politologo americano Fareed Zakaria durante la recente visita del nostro premier a New York. Non si è trattato solo di una captatio benevolentiae: la battuta esprimeva una diagnosi e un suggerimento su cui vale la pena di riflettere. La sinistra moderata europea è oggi allo sbando: qualcuno (forse Renzi?) dovrebbe raccogliere, aggiornandola, l’eredità della Terza Via, il suo patrimonio di idee e valori e, in particolare, i suoi progetti di modernizzazione del modello economico e sociale europeo.
“In Italia l’accesso alla conoscenza e alla cultura rimane un problema per tanti bambini, in particolare per chi nasce in contesti familiari svantaggiati”. E’ questa l’amara considerazione che emerge dal rapporto “Illuminiamo il futuro 2030” di Save the Children pubblicato negli scorsi giorni e frutto di una ricerca partita nel 2014, dedicata interamente alle povertà educative. Secondo Save the Children eliminare la povertà educativa e spezzare le catene della diseguaglianza tra minori sono obiettivi possibili.
Il Rapporto di Save the Children punta il dito su una vera e propria piaga scoperta del nostro modello sociale e di intervento pubblico. I livelli di povertà educativa degli studenti sono troppo bassi e nel Mezzogiorno sono addirittura indecenti. Save the Children formula raccomandazioni molto ragionevoli e alla nostra portata: più scuole, insegnanti più motivati e attenti al problema, azioni mirate nei confronti di chi rischia di più, tempo pieno, attività extracurriculari. Dovrebbe essere già tutto previsto dalla «Buona Scuola». Purtroppo però le leggi non bastano.
L'emergere di nuovi bisogni e la crescita della domanda di prestazioni e tutele sociali ha determinato negli ultimi anni una trasformazione quantitativa e qualitativa del fenomeno povertà. In Europa, oggi, 123 milioni di persone (il 24,5% della popolazione) sono a rischio povertà. In questo contesto risultano sempre più necessarie misure innovative di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale per assicurare nuove forme di tutela, per contribuire alla crescita e allo sviluppo, e per garantire stabilità sociale.
Come in quasi tutti i Comuni che hanno sperimentato la Nuova Carta Acquisti, anche il Comune di Milano è riuscito a impiegare poco più del 50% delle risorse messe a disposizione dal Ministero. Nonostante ciò, la sperimentazione ha favorito alcuni cambiamenti positivi promuovendo l’innovazione degli interventi in materia di lotta alla povertà e integrazione dei servizi. Andiamo ad approfondire il percorso seguito da Palazzo Marino.
A Bruxelles nascerà presto un interessante progetto di cohousing per migranti e rifugiati. A partire dalla casa come spazio interpersonale, la Fondazione Josefa sperimenterà un nuovo approccio all’immigrazione basato sulla conoscenza reciproca e sulla convivenza. Se di successo, il modello potrà offrire nuove soluzioni anche per tutti quei paesi, come l’Italia, alle prese con l'emergenza immigrazione.
L'Italia presenta una grande anomalia: l’«acqua» della redistribuzione non arriva mai fino in fondo. Nel complesso della spesa pubblica, solo poche gocce raggiungono i più poveri. E il paradosso nel paradosso è che, anche quando una data prestazione è pensata per chi ha veramente bisogno, il grosso finisce nelle mani di chi bisogno non ha. È la sindrome di Robin Hood alla rovescia.
Venezia, come la maggior parte dei Comuni oggetto della sperimentazione, non ha esaurito le risorse destinate alla Nuova Carta Acquisti. Tuttavia nella città lagunare la sperimentazione dello strumento ha posto le basi per lo sviluppo di nuove modalità operative che potrebbero essere stabilizzate qualora l'iniziativa proseguisse, specialmente sul fronte delle esperienze lavorative attivate per contrastare la povertà.
Nel nuovo rapporto ISTAT i dati più aggiornati sul fenomeno povertà nel nostro Paese. Ad essere più colpite le famiglie che vivono nel Mezzogiorno, quelle numerose, i nuclei composti da stranieri e quelli la cui persona di riferimento abbia un basso titolo di studio. E per essere ancora più attenta alle dinamiche in atto, l'Istituto di Statistica ha scelto di inserire nuovi criteri per definire il livello della povertà.
In occasione del convegno "L’inserimento socio-lavorativo delle persone con disturbo psichico" promosso dall'ISLFOL, la Città Metropolitana di Torino ha presentato il progetto "3 Azioni". L'iniziativa ha cercato di promuovere l'inclusione lavorativa di persone con problematiche psichiche, in sinergia con numerosi altri progetti messi in campo dall'ex Provincia di Torino.
Presentato il Bilancio di Missione dell'ente strumentale della Compagnia di San Paolo impegnato nel sostegno a persone e famiglie in situazione di vulnerabilità o disagio sociale ed economico. Un campo di intervento in cui, in assenza di una politica nazionale di lotta alla povertà, il contributo di attori del secondo welfare come le fondazioni bancarie può rivelarsi di particolare interesse.
Stretta sui controlli di bilancio, convergenza sulle riforme economiche, ma anche un "welfare da tripla A", con standard comuni per i trattamenti minimi di disoccupazione. Sono le linee di sviluppo per il progetto di riforma dell'Eurozona a cui stanno lavorando i vertici delle istituzioni europee in vista del vertice dei Capi di Stato e di Governo di fine giungo. Tante le novità che si profilano all'orizzonte.
Nonostante abbia registrato il più alto aumento di poveri in UE dall'inizio della crisi, l'Italia non ha mai introdotto quella “rete di sicurezza” che negli altri Stati soccorre i più deboli. Ora, grazie al presunto "tesoretto" uscito dal DEF, il Governo ha l'occasione di fare finalmente qualcosa per chi si trova in difficoltà, come il Reddito d'inclusione sociale promosso dall'Alleanza contro la Povertà.
Papa Francesco ha incontro i rappresentati di Confcooperative in Vaticano, pronunciando parole chiare e significative che hanno toccato molte questioni di cui si occupa anche Percorsi di secondo welfare: dalla cooperazione alle nuove forme di intervento sociale, dal valore aggiunto delle reti alla conciliazione fino al ruolo delle comunità nel contrasto alla crisi.
Povertà ed esclusione sociale sono aumentate drammaticamente, ma la politica italiana continua a dedicare scarsa attenzione al tema. È quanto emerge da un recente rapporto pubblicato da ActionAid con Openpololis, che ha preso in esame gli atti parlamentari della XVII Legislatura, di cui quelli che hanno interessato il tema sono stati solo lo 0,8%.
L’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Augusto Ferrari ha lanciato il “Patto per le Politiche Sociali”. Attraverso l’ampia partecipazione dei soggetti interessati, il patto mira a definire gli obiettivi di politica sociale del prossimo biennio e a individuare le modalità per raggiungerli. Nell'intervista di Chiara Agostini l’Assessore ci racconta i dettagli di questa esperienza.
Aiuti alimentari per i più poveri, fornitura di materiale scolastico per famiglie in difficoltà, lotta alla povertà alimentare ed educativa di bambini che vivono in zone dell’Italia deprivate, sostegno materiale alle persone senza fissa dimora e ad altre persone fragili: è questo, in sintesi, ciò che prevede il Programma Operativo italiano legato al Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti.