Una Comunità di pratica è un’aggregazione di persone che si incontrano per confrontarsi su questioni, temi e oggetti di lavoro interessanti per chi vi partecipa. Sono percorsi aperti di apprendimento e confronto, che prevedono processi attraverso i quali i partecipanti possono apprendere e scambiare la propria esperienza in logica collaborativa. In un mondo in rapido cambiamento, costruire reti in cui condividere competenze appare vitale per affrontare specifici cambiamenti in atto e, in questo senso, la Comunità di pratica rappresenta un valido strumento. Percorsi di secondo welfare e Pares, che vi ricorrono frequentemente per svolgere le proprie attività, a più riprese si sono confrontate su significato, utilizzo e potenzialità delle Comunità di pratica. In queste occasioni è emerso come l’argomento presenti tanti aspetti peculiari – ad esempio lessicali, organizzativi e operativi – su cui sarebbe stato interessante andare più a fondo. Così è nato “Comunità di pratica. Una guida per partecipare, innovare, trasformare“, Quaderno che attraverso un approccio pratico e teorico traccia un percorso per comprendere come le Comunità di pratica possano essere strumenti potenti per stimolare il cambiamento nei sistemi di welfare, favorire la partecipazione attiva e supportare l’innovazione sociale. Attraverso casi reali e suggerimenti concreti per accompagnare l’implementazione di pratiche collaborative efficaci, il Quaderno si presenta come una valida guida rivolta a chi crede nella forza della collaborazione per affrontare le sfide del nostro tempo attraverso la lente dell’apprendimento reciproco.
Domande e obiettivi
Cos’è una Comunità di pratica? Perché si decide di attivarne una? Come funziona concretamente? Chi coinvolge? Cosa è chiamata a produrre? Quanto dura? Come opera chi le facilita? Quali caratteristiche la rende o meno efficace? In che modo può dare forma a nuovi apprendimenti? Sono solo alcune delle domande a cui cerca di dare risposta il Quaderno. Lo fa scandagliando significato e modalità di impiego delle Comunità di pratica in contesti definiti, ma anche condividendo esperienze dal campo. Così facendo si intende mostrare il potenziale trasformativo di questi strumenti nell’ambito dello sviluppo locale e dell’implementazione di politiche, in quanto capaci di sperimentare, ad esempio, di nuovi approcci di welfare territoriale, di interventi in campo ambientale, di innovazioni in ambito culturale ed educativo.
Autori e autrici
Il Quaderno “Comunità di pratica. Una guida per partecipare, innovare, trasformare” è frutto di un lavoro a più mani che ha coinvolto persone che hanno trovato la propria casa lavorativa in Secondo Welfare e Pares: Chiara Agostini, Giulia Bertone, Marco Cau, Elisa Frangi, Anastasia Rita Guarna, Franca Maino, Graziano Maino e Viola Petrella. “Dietro le quinte” hanno svolto un ruolo cruciale Alice Sofia Fanelli e Evelina Massanova.
Struttura del Quaderno sulle Comunità di Pratica
Nell’introduzione si affronta il concetto di Comunità di pratica (CdP), di cui vengono delineate le principali declinazioni e caratteristiche. Il Capitolo 1 offre una descrizione più puntale di cosa siano le CdP, le differenze tra CdP formali e istituzionali e le peculiarità rispetto ad altri dispositivi organizzativi. Nel Capitolo 2 si descrive come facilitare sviluppo, partecipazione, continuità e produttività delle CdP; viene inoltre esaminato il ciclo di vita di una CdP dalla preparazione alla chiusura. Il Capitolo 3 propone 9 casi concreti di CdP, descrivendo contesti, finalità, attori coinvolti, format e risultati ottenuti. Il Capitolo 4 evidenzia i benefici delle CdP per singoli e organizzazioni: dallo sviluppo professionale all’ampliamento delle reti fino all’accesso a nuove risorse e finanziamenti. Il Capitolo 5 esamina l’uso di Decidim, piattaforma per la partecipazione digitale, come ambiente di supporto alle CdP. Il Capitolo 6 discute strumenti pratici e tecniche di facilitazione, con l’obiettivo di mantenere coinvolti i partecipanti e creare un ambiente inclusivo e collaborativo. Il Capitolo 7 conclude il volume con una riflessione sul ruolo trasformativo delle CdP nei sistemi di welfare, evidenziando come queste reti possano stimolare la partecipazione e sostenere l’innovazione sociale.