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#Partnership

La collaborazione per il raggiungimento di obiettivi comuni è l’essenza del secondo welfare. Ecco perché ci occupiamo di partnership pubblico-privato, innovazione sociale, cooperazionecoprogettazione. Approfondisci il Goal 17 sul sito di ASviS.

Quello della sostenibilità è ormai un tema ricorrente nel dibattito pubblico. Per tale ragione, da giugno 2020 abbiamo scelto di approfondire i nessi tra i cambiamenti in atto nel welfare italiano e i 17 Sustainable Development Goals, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

La pandemia ha accelerato cambiamenti già in atto nel welfare locale, aprendo nuove prospettive dei Regolamenti di amministrazione condivisa, presenti in sempre più Comuni
La partecipazione a bandi di finanziamento richiede sforzi importanti per un'organizzazione, che deve sviluppare percorsi più o meno complessi al proprio interno per ideare proposte creative, sostenibili e propositive. In questo primo articolo del Focus "Collaborare e partecipare" Graziano Maino ci propone una strada diversa: un format collaborativo che permette a soggetti differenti di mettere in comune conoscenze e competenze per affrontare questa sfida.
Secondo Ferrera, con il PNRR è possibile mettere a punto una strategia virtuosa che, mantenendo ferma la rotta verso il futuro, sia anche in grado di rispondere ai bisogni del presente
Dal 2016 le Banche di Credito Cooperativo di tutto il territorio italiano hanno avviato un progetto per promuovere la nascita di mutue per consentire ai loro soci e clienti di accedere a prestazioni di welfare di natura integrativa. L'iniziativa si è sviluppata in maniera particolare nel territorio toscano, dove sono sorte 11 mutue territoriali. Ce ne siamo occupati nel corso di una ricerca promossa dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
In questo Comune del comasco sono state sperimentate nuove forme di collaborazione per fronteggiare i problemi socio-economici del lockdown. Sono dinamiche che ci dicono molto su come si sia mosso il Terzo Settore di fronte all'emergenza.
Nel 2015 la famiglia Calò apre le porte della sua casa a sei giovani migranti sperimentando il modello "6+6x6". Da quella esperienza nel 2020 è nato un nuovo modello di integrazione che oggi è sperimentato in sei Paesi