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#NoPovertà

Il numero di poveri del nostro Paese continua a crescere. È un tema di cui ci occupiamo costantemente con il Focus "Povertà e Inclusione", ponendo particolare attenzione alla situazione dei minori. Approfondisci il Goal 1 sul sito di ASviS.

Quello della sostenibilità è ormai un tema ricorrente nel dibattito pubblico. Per tale ragione, da giugno 2020 abbiamo scelto di approfondire i nessi tra i cambiamenti in atto nel welfare italiano e i 17 Sustainable Development Goals, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

È il tema al centro di un volume pubblicato recentemente a partire da una ricerca che si è concentrata sugli assistenti sociali. Il libro è pensato come un "manuale sui generis" rivolto agli operatori che supportano genitori in situazioni complesse ma anche ai genitori stessi, nell'ottica di aprire spazi di riflessione e discussione. Lo abbiamo letto e recensito.
Il capoluogo brianzolo ha numeri che gli consentono di superare il LEP per gli assistenti sociali, che sono uno ogni 4.100 abitanti. Eppure i problemi non mancano: il turnover è elevato e i candidati per i nuovi posti sono molti meno di un tempo. Laura Maria Brambilla, responsabile delle risorse umane del Comune, ci spiega come stanno affrontando questa sfida.
Nonostante i suoi molti limiti a è stato uno strumento cruciale per contenere il disagio economico di molte famiglie, in particolare durante la pandemia. Le nuove misure non paiono in grado di affrontare molte situazioni di povertà.
Lo dice un report dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio: il nostro Paese, nonostante la disponibilità di fondi, non riesce a raggiungere i LEP di assistenza sociale. Un tema cruciale anche per l’autonomia differenziata.
Il report 2023 di fio.PSD sulle persone morte in strada indica un aumento dei decessi rispetto allo scorso anno e sottolinea la necessità di un cambiamento politico e culturale per affrontare la grave marginalità, sempre più diffusa nel nostro Paese.
La misura che ha sostituito il Reddito di cittadinanza pone fine all’esperienza di uno schema di reddito minimo universalistico. L'ADI si presenta infatti come un di reddito minimo “atipico”, categoriale, che ci porta indietro di parecchi anni rispetto al resto d'Europa. Facciamo il punto su funzionamento, struttura e beneficiari della misura, approfondendo le differenze con il RdC.
In un quartiere di Monza il progetto "Tutti per uno, uno per tutti!" unisce diverse organizzazioni che, lavorando in maniera integrata, cercano di offrire risposte più complete e efficaci ai problemi della propria comunità. Un esempio utile anche per altre realtà impegnate su sfide simili.
Nel 2024 il Fondo per il Reddito alimentare potrà contare su una dotazione di 2 milioni di euro. Queste risorse saranno usate per avviare una sperimentazione triennale volta a sostenere le persone in condizione di povertà e ridurre lo spreco alimentare nei capoluoghi delle Città metropolitane di Genova, Firenze, Napoli e Palermo.
Il progetto "Contaminiamoci di cultura" raccorda diverse organizzazioni che sul territorio brianzolo lavorano in sinergia per contrastare la povertà educativa promuovendo cambiamenti culturali. L’obiettivo è aumentare le esperienze educative e sociali, promuovendo sia la fruizione di servizi e luoghi di aggregazione, sia una maggior conoscenza delle opportunità a livello locale.
Nel passaggio verso l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro, i servizi sociali dei Comuni si sono trovati tra l’incudine e il martello: le decisioni avventate della politica, da un lato, e i bisogni concreti delle persone, dall’altro. Con il Terzo Settore chiamato quasi solo a ridurre il danno, i professionisti chiamati a gestire vecchi e nuovi beneficiari stanno cercando di affrontare una situazione sempre più complessa e delicata.
Il documento contiene un’indagine qualitativa basata sull’ascolto delle persone in povertà lavorativa. Persone che, secondo Antonella Di Fabio dell’Osservatorio Caritas della Diocesi di Torino, risultano “sempre solo ai margini” del mercato del lavoro e della nostra società.
Nell’ottobre 2022 il Consiglio europeo ha adottato la Direttiva sui salari minimi adeguati. La Danimarca e la Svezia sono stati gli unici Paesi a votare contro. Perché i Governi di questi Stati membri si oppongono con così tanta determinazione a questa misura? Quali sono le ragioni del loro no? Le loro posizioni possono aiutare il dibattito italiano?
In vista della Legge di Bilancio, l’Alleanza contro la povertà ha presentato un position paper con alcune proposte concrete per migliorare la legge 85/2023. Antonio Russo, portavoce della rete, ha spiegato a Secondo Welfare che "abbiamo bisogno di una misura universale" perché "la povertà è una questione multidimensionale e non la si affronta solo dal punto di vista del lavoro”.