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#LavoroDignitoso

La promozione e la protezione del lavoro sono al centro del nostro Focus “Welfare e contrattazione”. Inoltre seguiamo regolarmente gli sviluppi del mondo del lavoro nelle aziende e nel Terzo Settore. Approfondisci il Goal 8 sul sito di ASviS.

Quello della sostenibilità è ormai un tema ricorrente nel dibattito pubblico. Per tale ragione, da giugno 2020 abbiamo scelto di approfondire i nessi tra i cambiamenti in atto nel welfare italiano e i 17 Sustainable Development Goals, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Nel 2021 la Dichiarazione di Porto ha rilanciato il Pilastro europeo dei diritti sociali. Oggi il contesto politico è molto cambiato e tra le priorità dell’Unione Europea non sembrano esserci le politiche sociali. Le istituzioni appena insediate sapranno garantire pari opportunità a tutti e non lasciare indietro nessuno?
Per chi è occupato nelle PMI le difficoltà nel trovare un equilibrio tra vita e lavoro sono molto forti, ma anche nelle grandi imprese la situazione non è rosea. La contrattazione e le reti territoriali possono migliorare la situazione, ma le aziende che riescono a compensare le carenze dello Stato in questo ambito rimangono delle eccezioni.
Alcune riflessioni sui temi dell’economia sociale emerse nell’ambito del convegno “Il fattore economia sociale” organizzato dall’Università Sapienza di Roma, in cui è emersa l’importanza della dimensione locale per dare consistenza alle azioni degli attori dell’economia sociale.
A dirlo è l’Osservatorio di Fondazione Sodalitas, che mostra come la sostenibilità sociale rivesta una crescente importanza per le strategie delle imprese. In questo quadro il welfare è uno strumento centrale in grado di garantire supporto ai dipendenti, flessibilità e attenzione alle sfide della modernità. Ma per farlo funzionare bisogna andare verso soluzioni maggiormente personalizzate e inclusive.
Bilanciare vita e lavoro è un bisogno sempre più avvertito ma ancora molto difficile da soddisfare adeguatamente in Italia. A tratti sembra qualcosa di raro ed eccezionale, soprattutto per alcune categorie.
Il quarto Rapporto sulla contrattazione di secondo livello di Fondazione Di Vittorio mette in luce come, dopo un rallentamento nel periodo pandemico, le parti sociali abbiano fatto ricorso in maniera sistematica al welfare negli accordi aziendali e territoriali.
Un esempio interessante è quello dell'Isola d'Elba che, nonostante i finanziamenti (anche) europei, soffre di problemi strutturali come il costo elevato della vita e la mancanza di servizi, mentre il turismo estivo minaccia l'ambiente e acuisce la crisi abitativa.
Percorsi di secondo welfare e l’Università Statale di Milano hanno presentato un rapporto di ricerca che analizza il ruolo del welfare aziendale nelle cooperative della Lombardia, evidenziando benefici, sfide e strategie per un modello più inclusivo e accessibile.
Una ricerca realizzata dall’Università degli Studi di Palermo sul caso del movimento AddioPizzo fornisce spunti interessanti su cosa muova le scelte dei consumatori etici e su quello che può essere il loro impatto sul nostro sistema economico e sociale
Oggi la sfida della quantità, che riguarda ad esempio il numero di lavoratrici o il pay gap, sta passando in secondo piano rispetto a quella della qualità, legata alla riqualificazione delle competenze. Per affrontare entrambe, spiega Maurizio Ferrera, occorre continuare a incrementare il tasso di occupazione femminile ma anche limitare il degrado del lavoro connesso all’innovazione tecnologica. Il PNRR potrebbe essere l'occasione per farlo, ma il tempo è sempre meno.
Tra la crisi dell'ex Ilva e la transizione energetica, Taranto necessita di una strategia alternativa alla dipendenza dall'acciaio. I 796 milioni di euro stanziati dal Just Transition Fund potrebbero sostenere la trasformazione del territorio.
Una ricerca su sussidi di disoccupazione e assegni familiari erogati in 15 Paesi membri dell’Unione Europea mostra come le retoriche nazionalistiche, che indicano i migranti e il "turismo del welfare" come un peso insostenibile per i sistemi sociali del Vecchio Continente, siano smentite dai dati
Nella prossima Legge di Bilancio dovrebbe esserci un nuovo intervento per aumentare temporaneamente la soglia di defiscalizzazione dei fringe benefit. Il tetto allo studio del Governo questa volta sarà probabilmente uguale per tutti e oscillerà tra i 1.500 euro e i 2.000 euro. Una scelta che, ancora una volta, rischia di mettere ai margini la componente sociale.