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Il settimo capitolo del Rapporto è dedicato ai servizi per l’infanzia comunali. Le politiche di austerità legate alla crisi economica e finanziaria stanno determinando rilevanti difficoltà nella capacità di assicurare i servizi a gestione diretta da parte dei Comuni.

Nel caso dei servizi alla persona la soluzione più ovvia, per continuare a garantire i servizi alla collettività, appare la dismissione della gestione interna e l’attribuzione del servizio a soggetti terzi indipendenti, mediante esternalizzazione dei servizi comunali. Per quel che riguarda i servizi educativi, in particolare nelle regioni del Centro e del Nord, dove asili nido e scuole dell’infanzia comunali hanno una tradizione consolidata e forniscono servizi di qualità mediamente elevata, i Comuni stanno tuttavia sperimentando strade nuove rispetto all’esternalizzazione “pura”, ovvero forme gestionali diverse dalla gestione diretta ma soggette a partecipazione e controllo pubblico: istituzioni, fondazioni, aziende speciali, società a capitale pubblico su cui l’ente locale esercita un controllo analogo rispetto ai suoi servizi.

Alla luce di questo quadro il capitolo ricostruisce lo scenario, assai complicato, in cui maturano le scelte degli amministratori locali sotto il profilo normativo e finanziario, prendendo quindi in esame lo strumento dell’istituzione per l’affidamento diretto dei servizi per l’infanzia e analizzando nel dettaglio il caso del Comune di Bologna che, oltre alla sua rilevanza sul piano nazionale, mostra molto bene sia le difficoltà in cui si muovono i Comuni, sia le potenzialità di tali istituzioni.


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