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Ci sono casi in cui un’azienda riesce a rilanciare un territorio. È quello che sta succedendo a Cortemilia, Comune della provincia di Cuneo che conta poco più di 2.000 abitanti, grazie a Brovind Vibratori S.p.A. Come ha raccontato anche L’Essenziale nell’ambito del nostro progetto A Brave New Europe, Brovind è una società che opera nel settore dell’automazione e movimentazione industriale che ha investito molto nel campo del welfare e del benessere. Non solo dei suoi dipendenti ma anche del territorio. Ne abbiamo parlato con Paola Veglio, Amministratore Delegato di Brovind dal 2013.

Dal welfare aziendale al welfare territoriale

Partiamo da un elemento fondamentale: il legame tra Brovind e Cortemilia è molto profondo. Pur essendo situata in un contesto meraviglioso, incastonato in mezzo alle montagne, Cortemilia è concretamente a rischio spopolamento. Soprattutto i giovani sono infatti attratti dai centri più grandi, in cui ci sono più servizi e opportunità. Ed è per questo che Paola Veglio ha deciso di investire fortemente per il suo territorio. “Tutte le nostre iniziative”, ci dice Veglio, “hanno un duplice obiettivo. Vogliono incrementare il benessere dei dipendenti di Brovind, ma, al tempo sesso, vogliono avere un impatto positivo per tutta la comunità e il territorio. Per questo non parliamo semplicemente di welfare aziendale ma, piuttosto, di welfare territoriale”.

Welfare aziendale: la territorializzazione può aiutare a evitare derive sui fringe benefit

In questa direzione, dopo alcuni mesi di progettazione e di lavori, è stato ufficialmente inaugurato un asilo nido aziendale, aperto sia alle persone che lavorano per Brovind (la retta sarà a carico dell’azienda) sia a chi risiede sul territorio. “La creazione dell’asilo nido ‘Piccoli Passi’ è stata resa possibile grazie al prezioso impegno e la forte determinazione dei miei colleghi del Comune di Cortemilia, di cui sono consigliere. La struttura è fondamentale, sia perché mancava un nido a Cortemilia, sia perché offre opportunità di accoglienza anche per altri comuni limitrofi dell’Alta Langa”.

“Questo progetto rappresenta un chiaro segnale che l’azienda e il Comune ci sono a sostegno delle famiglieaggiunge Veglio, che spiega che così “cerchiamo, nei limiti del possibile, anche di venire incontro con orari flessibili alle esigenze dei dipendenti neogenitori”.

Un percorso di rinnovamento e rigenerazione territoriale

Ma i progetti che legano l’azienda a Cortemilia sono numerosi e riguardano molte altre dimensioni. Nel 2022 Veglio ha ad esempio rilevato la gestione di un ristorante abbandonato da sette anni e dell’albergo adiacente, chiuso da tre anni. “Il ristorante ora è operativo ed è utilizzato come una sorta di mensa aziendale: è in grado di ospitare 60 dipendenti di Brovind, il cui pranzo è sostenuto per l’80% del suo costo dall’azienda. L’albergo, invece, è destinato sia al turismo sia ai viaggi di lavoro. Ci auspichiamo il ritorno di Cortemilia alla sua antica magnificenza. Il fatto che stiano aprendo altre attività locali, gestite da giovani, mi fa pensare e ben sperare che il nostro progetto possa essere stato uno sprone nella riqualificazione del territorio”.

Inoltre, per permettere alla produzione di Brovind di ampliarsi, il nuovo investimento aziendale ha riguardato l’acquisto e la ristrutturazione di un polo produttivo di oltre 10.000 metri quadri. Si tratta di un ambiente industriale abbandonato, che era parte della Langa Tessile di proprietà del Gruppo Miroglio.

L’investimento, effettuato anche in un’ottica di maggior indipendenza energetica e di attenzione al welfare aziendale, ammonta a oltre 11 milioni di euro. Una cifra titanica per la nostra impresa, ma che rappresenta l’unica soluzione per portare avanti il nostro progetto di crescita. Si tratta inoltre di un’opportunità per riqualificare il territorio: al momento è una zona praticamente abbandonata e inutilizzata. Vogliamo valorizzarla e renderla di nuovo viva e attiva”.

Oltre il welfare aziendale

Oltre a questi interventi, l’azienda ha poi rafforzato negli ultimi anni anche il suo sistema di welfare interno. Sempre con l’obiettivo di valorizzare il legame con il territorio, Brovind ha creato un ricco sistema di convenzioni con tutte le piccole attività commerciali e gli esercenti del territorio: all’interno di questo circuito locale i dipendenti possono, ogni anno, spendere dei buoni dal valore di 500 euro.

In questo modo tutti i commercianti di Cortemilia ricevono un totale di 80.000 euro. Abbiamo preferito percorrere questa strada perché non crediamo che le piattaforme di welfare aziendale tradizionali riescano a garantire la spendibilità del welfare sul nostro territorio. La nostra idea è invece quella di costruire delle soluzioni collaborando con gli stakeholder locali: dal Comune al mondo della cooperazione sociale, fino alle associazioni di volontariato di varia natura”.

Il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese

Il welfare”, conclude Paola Veglio, “non dovrebbe limitarsi a fringe benefit o buoni pasto. Dovrebbe far percepire al dipendente la presenza e il sostegno dell’azienda. Se poi si opera, come noi, in un mondo metalmeccanico, altamente specializzato, con una sede produttiva difficile da raggiungere, perché lontana dai grandi centri urbani, diventa fondamentale andare incontro al dipendente, ascoltare le sue esigenze e offrire soluzioni concrete”.

Per raggiungere questo obiettivo Brovind ha puntato sulla collaborazione con tutti i suoi “portatori di interesse”. In questo modo ha co-progettato, co-costruito e co-finanziato un sistema di welfare che va oltre l’azienda e arriva al territorio. L’azienda è diventata così motore di un’azione di rinnovamento e rilancio di Cortemilia, sostenuta dalle istituzioni locali e non solo. I presupposti per un cambiamento profondo ci sono tutti.

 

Foto di copertina: Roger Bradshaw, Unsplash.com